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Trapped in a Dating Sim è un anime che ha esordito nella stagione primaverile 2022, dopo il successo della serie di light novel del 2017, ai quali è seguito il manga del 2018. Il nome completo, nella migliore tradizione delle serie degli ultimi anni, è molto più lungo: “Trapped in a Dating Sim: The World of Otome Games is Tough for Mobs”. Gli elementi richiamati nel titolo sono quelli tipici dei giocatori esperti: vengono citati i simulatori di appuntamento, in particolare gli Otome, quelli orientati verso un pubblico femminile. Il concetto di “mob” riguarda invece i personaggi sullo sfondo, senza una reale importanza per la trama.
L’anime ha una durata di 12 episodi ed è disponibile anche per l’Italia su Crunchyroll.
La trama di Trapped in a Dating Sim
La storia inizia con Leon Fou Bartfort intento a completare il percorso di un Otome, per fare un favore a sua sorella. Quello che il protagonista non sa è che la sua esperienza con i videogiochi si rivelerà importante per il suo futuro. Il ragazzo infatti, come da tradizione, perde la vita poco dopo essere uscito di casa, per ritrovarsi all’interno del mondo di gioco. Qui i ruoli sociali sono ribaltati, sono le ragazze a detenere tutto il potere, mentre gli uomini sono sullo sfondo. Il regno di Holfort si dimostra quindi poco clemente con il nostro Leon, che però apprezza la possibilità di condurre una vita tranquilla e senza stress.
Ad aiutarlo lungo il suo percorso ci sarà proprio la sua conoscenza del gioco appena concluso. Ma forse questo non basta, anche perché presto noterà qualcosa che sta portando la trama verso un percorso inaspettato.
Struttura dell’opera
L’anime segue il protagonista maschile durante le sue avventure in un nuovo mondo, una procedura standard per tutte le serie che appartengono al genere isekai. Troviamo quindi un primo episodio che prepara il contesto in cui si muoverà il protagonista, con la presentazione del mondo di gioco e le sue problematiche. Per sua fortuna, Leon prende subito una scorciatoia, impadronendosi di risorse che lo pongono al vertice dei livelli di potere di questo mondo.
La trama scorre poi verso l’arco narrativo correlato all’accademia reale, con tutte le disavventure connesse allo status sociale dei personaggi principali e di contorno. Qui crolla la premessa iniziale, ovvero la volontà di Leon di non farsi notare. Il giovane sarà coinvolto, suo malgrado, in tutti gli avvenimenti principali, diventando a suo modo un nuovo protagonista dell’avventura. E mettendosi contro un altro specifico personaggio, che originariamente non era presente nel gioco, ma che sta intervenendo pesantemente per modificare tutti gli elementi che rendevano divertente il gioco originale.
In attesa della resa dei conti conclusiva troviamo anche una fase di assestamento, in cui il protagonista utilizza finalmente il suo potere per il ben di tutti, nonostante una costante ingratitudine degli studenti, che però comincia a vacillare.
Analisi
Il genere isekai le ha già provate tutte, tanto da quasi ironizzare su certi elementi che sono sempre presenti, nonostante siano quantomeno poco realistici nella loro attuazione. Trapped in a Dating Sim affronta questo tipo di serie attraverso la recente tendenza di un ritorno non nel mondo originale, non in un mondo fantasy ma direttamente in una specie di ibrido tra una realtà alternativa e un videogioco. Al naturale disorientamento iniziale viene quindi sostituita una prontezza di spirito derivante dal una conoscenza perfetta del contesto e degli obiettivi da perseguire. Insomma, il percorso più facile possibile.
La premessa infatti mischia due elementi: in primo luogo la potenza del protagonista, di un livello incomparabile alle abilità di chiunque altro, il che permette di non preoccuparsi minimamente dell’esito dei conflitti, risolti inevitabilmente a favore di Leon; la seconda caratteristica è la volontà di godersi un contesto conosciuto senza dover intervenire, lasciato fluire gli eventi con tranquillità, senza cacciarsi nei guai. Una premessa inevitabilmente infranta fin dalle prime battute, ma che mette in luce una deriva molto pigra di un genere nato come fuga dalla realtà, ma con un’accezione più avventurosa, di realizzazione personale.
Ne deriva un racconto che non si perde in chiacchiere, che insiste su un protagonista dal pessimo carattere ma dalle buone intenzioni, nel suo percorso per diventare sempre più potente e importante all’interno del nuovo mondo.
Non siamo di fronte a una perla nel suo genere, ma gli episodi sono pochi e in qualche modo la serie riesce a intrattenere con una vasta gamma di situazioni, personaggi e colpi di scena.