Benvenut* alla recensione di Kotaro abita da solo!! Prima di cominciare, ricorda che sul nostro sito potrai trovare altre recensioni che potrebbero interessarti, come:
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Kotaro abita da solo è una serie animata tratta dal manga di Mami Tsumura che ha iniziato la pubblicazione nel 2015 ed è tutt’ora in corso. Dal fumetto è nato prima l’adattamento televisivo nel 2021 per TV Asashi e poi i 10 episodi dell’anime, prodotto da Liden Films e trasmessi su Netflix a marzo del 2022, anche in versione doppiata e sottotitolata in italiano.
La trama di Kotaro abita da solo
Un bambino suona alla porta dei condomini degli appartamenti Shimizu, si presenta e porta in dono una scatola di fazzoletti. Kotaro Sato è appena arrivato nella stanza numero 203 e vive da solo. Ha quattro anni ma se la cava benissimo con le faccende quotidiane, come fare la spesa o cucinare. Molto maturo ma inevitabilmente infantile, Kotaro affronta la vita con una spada giocattolo al suo fianco. Con i suoi modi e con la sua storia, inizia ad avere influenza sulle vite delle persone intorno a lui. Questa è la storia di un bambino determinato a cavarsela in tutti i modi per riuscire un giorno a vivere con i suoi genitori.
Struttura dell’opera
L’anime è molto compresso nella sua durata, ma si prende tutto il tempo necessario per far respirare una trama che non necessita particolari deviazioni. Conosciamo per primo Shin Karino, mangaka che vive di fianco a Kotaro, nella stanza 202. Attraverso i suoi occhi riusciamo a comprendere la vita quotidiana di un bambino che affronta la vita da solo, accompagnandolo all’asilo, al supermercato o ai bagni pubblici.
Ben presto conosciamo anche gli altri inquilini, Isamu Tamaru e Mizuki Akitomo, rispettivamente un tipo dalle apparenze sospette ma con un cuore d’oro e una cameriera del distretto dell’intrattenimento locale. Ognuno di loro deve affrontare le difficoltà della vita, ma trova sempre spazio per occuparsi del protagonista.
Col procedere degli episodi e con il dipanarsi della vera trama della serie, veniamo in contatto con altri personaggi che ruotano intorno a Kotaro, come il suo avvocato, alcuni amici d’infanzia o persone incontrate lungo il percorso.
Il finale, aperto e spiazzante, rimane comunque coerente con una narrazione che riesce sempre meno a insistere sui buoni sentimenti, andando a scavare sempre di più sulla dura realtà.
Analisi
Kotaro abita da solo è una storia di abuso, abbandono e sopravvivenza, di Kotaro come degli adulti che incontriamo nel condominio Shimizu. La presenza di Kotaro permette uno scambio reciproco di umanità in questi soggetti, che spiccano per il loro mancato inquadramento nella società allo stesso modo di un bambino di quattro anni capace di vivere da solo.
Possiamo osservare Kotaro nel suo percorso di costruzione di una disciplina, di cui non comprendiamo ogni sfaccettatura se non verso gli ultimi episodi. Il suo è un tentativo di scartare ogni imperfezione, allo scopo di trovarsi pronto e capace di affrontare le sfide della vita. I pochi insegnamenti, spesso distorti, che ha potuto interiorizzare dall’ambito famigliare diventano fari per l’obiettivo finale, poter finalmente vivere in un contesto privo di sofferenza.
Tutti i veri valori positivi passano per Tonosaman, personaggio dell’anime preferito da Kotaro, esempio di un’epoca lontana della quale si fa portavoce tutto ciò che può portare a rapporti umani costruiti su basi solide e sane. Il chiaro riferimento è quello ad una cultura giapponese che lascia tutti indietro in nome di una società ideale che concretamente non esiste, in cui i personaggi femminili sono sempre insoddisfatti o vittime, gli uomini sono in bilico tra una vita lavorativa estenuante e un percorso di devianza. Questa serie non salva nessuno, se non chi riesce a fermarsi un attimo per riflettere su quello che sta succedendo.