Con la recensione di oggi continuiamo a parlare di manhwa e webtoon. Nello specifico, parleremo di una delle opere che spopola da qualche tempo: Like Wind on a Dry Branch.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra Dalsaeowl, che si occupa della storia, e Hwaeum, che invece lavora alle illustrazioni.
La novel dalla quale è tratto il manhwa si è conclusa nel 2021, mentre la pubblicazione dell’adattamento è ancora in corso.
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La trama di Like Wind on a Dry Branch
Tra peste e spargimenti di sangue, non c’è pace nell’impero, soprattutto per Rieta Tristi. Dopo aver perso il marito e la figlia, entrambi apparentemente vittime della terribile piaga, viene costretta dal resto del suo villaggio ad essere seppellita viva con un nobile che prima di morire l’aveva tormentata.
Per fortuna, prima che la situazione potesse ulteriormente degenerare, appare Killian, una volta principe ereditario, ora duca famoso per la sua violenza.
Vedendo Rieta drogata e maltrattata, decide di portarla con sé invece di riscuotere il pagamento del debito che era andato a saldare.
Da allora, Rieta non può fare altro che cercare di ripagare la grazia ricevuta, cercando di rendersi il più utile possibile, nonostante i traumi del passato la continuino a seguire.
Opinioni sull’opera
Non è di certo un manhwa ideale per chi preferisce qualcosa di più leggero o ad alto contenuto romantico. Infatti, si potrebbe dire che il tag romance sia stato aggiunto in vista di futuri sviluppi che ancora stentano a palesarsi, in un manhwa dal ritmo di narrazione abbastanza lento.
La cosa più interessante e che influisce sul successo che ha Like wind on a dry branch è come sono presentate le emozioni e, in particolare, la realistica e toccante rappresentazione del disturbo post-traumatico da stress.
Molte opere simili usano episodi traumatici e backstory tragiche solo per giustificare i propri protagonisti, qui invece tutti gli eventi che tormentano Rieta non fanno altro che rallentarla, impedendole di vivere una vita normale, e renderla un personaggio più tridimensionale.
Anche le riflessioni che fa il protagonista maschile, in riferimento ad alcune informazioni acquisite riguardanti Adele, la figlia di Rieta, sono estremamente realistiche e vicine a quello che una persona normale, compreso il lettore, potrebbe pensare.
Il rivelare che la figlia potrebbe essere ancora viva, probabilmente in mano a degli schiavisti, potrebbe solo dare delle false speranze alla protagonista, illudendola di qualcosa che potrebbe non essere vera. Comunicarglielo porterebbe solo a riaprire delle ferite che già faticano a rimarginarsi, se possibile.
Particolarmente toccante è la scena che segue la morte di una delle abitanti dell’harem di Killian, Anna, una bambina di 8 anni, alla quale Rieta si era affezionata poiché le ricordava Adele.
La protagonista non è forte come le classiche female lead di molti manhwa, non c’è vendetta, non c’è suprema conoscenza del futuro, ma una madre e una moglie che fatica a rialzarsi. La necessità di rendersi utile, anche mettendo a repentaglio la propria salute, il desiderio di salvare anche degli estranei, proiettando il proprio dolore sugli altri, queste cose rendono Rieta una protagonista forte e realistica.
Altra cosa positiva della protagonista è che non ha dei super poteri che rompono la storia, anche se questo aspetto si perde un po’ nel corso della storia man mano che si scopre quanto sia brava a fare praticamente tutto, tranne andare a cavallo.
Parlando invece del protagonista maschile di Like wind on a dry branch, è molto più “cliché” rispetto alla controparte femminile. Killian ha a sua volta una storia traumatica alle spalle, molto simile a quella di tanti altri male lead.
Ha perso la madre da giovane, la famiglia dalla quale proviene è una stirpe maledetta ed è estremamente violento, almeno secondo l’opinione dei più.
Una cosa positiva e negativa allo stesso tempo è il suo harem. Positiva perché i personaggi che ne fanno parte sono forti e adorati dal pubblico.
Con la pretesa di essere le sue amanti, queste donne lo possono seguire ovunque senza destare sospetti, anche se in realtà sono cavalieri, assassini, esperti di pozioni e stregoni estremamente potenti.
La nota negativa è il fatto che va ad alimentare un altro cliché abbastanza comune per i protagonisti maschili. Killian è infatti freddo, distaccato e privo di sentimenti, tipico set up per rendere la protagonista diversa da tutti gli altri.
Nonostante questo, Killian si rivela più volte magnanimo e giusto con gli abitanti delle sue terre. Quando la peste esplode, prende misure immediate per arginare e risolvere il problema, causando meno perdite possibili.
La zona che gli era stata affidata, dopo essere stato declassato da principe ereditario a duca, prima del suo arrivo era quasi desolata, senza risorse, tormentata da creature magiche tipiche di un setting fantasy. Grazie alle politiche intraprese da Killian è ora una zona ricca e di importanza commerciale non indifferente.
Altra cosa particolare di Like wind on a dry branch è il rapporto tra il protagonista maschile e il villain principale, la sua matrigna.
Da quanto è noto al momento, l’imperatrice fino ad un certo punto si era comportata come una vera e propria madre per Killian. Questo è cambiato in seguito all’assassinio da parte del protagonista dei suoi fratellastri.
La relazione da allora si è rovinata completamente, portando l’imperatrice a desiderare vendetta, avvalendosi di ogni mezzo per ottenerla, tra cui anche l’uso di magia nera e demoni. La cosa interessante sono però le interazioni tra i due personaggi.
Diverse da quelle di ogni eroe-cattivo che appaiono nei manhwa, lo scambio di battute è apparentemente innocente e amorevole, ma entrambi non perdono l’occasione di affilare la lama che nascondono dietro la schiena.