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Classroom of the Elite è un anime tratto dalla serie di light novel intitolata in originale Yōkoso Jitsuryoku Shijō Shugi no Kyōshitsu, scritte da Shōgo Kinugasa e illustrate da Shunsaku Tomose a partire dal 2015. La saga è tutt’ora in corso, con la serializzazione delle storie relative al secondo anno, già trasposte in versione manga e in attesa di diventare un anime.
L’anime ha una durata di 12 episodi per la prima serie, mentre la seconda è ancora in corso. Entrambe sono disponibili anche per l’Italia su Crunchyroll. La terza stagione è già stata annunciata e concluderà le vicende ambientate nel corso del primo anno della scuola superiore dei protagonisti.
La trama di Classroom of the Elite
Ci troviamo in un futuro non meglio precisato, in cui il governo giapponese ha realizzato una scuola che racchiude le nuove generazioni destinate a gestire il paese negli anni a venire. La scuola non è come tutte le altre, offre una serie di libertà ma anche grandi obblighi, per simulare al meglio la vita reale e le responsabilità che spettano alle persone adulte.
La storia segue il punto di vista di Kiyotaka Ayanokōji, ragazzo silenzioso a cui non piace farsi notare. Per questo non riesce a farsi degli amici e si tiene a distanza da tutti. Come la maggior parte dei protagonisti della serie, si trova nella classe D del primo anno, punto di raccolta degli studenti di peggiore qualità, almeno sulla carta. L’obiettivo di molti è quello di migliorare la propria posizione e quella della classe stessa, tra sfide, intrighi e grandi rischi.
Struttura dell’opera
L’arco di presentazione dei personaggi principali ci porta all’interno del liceo Kōdo Ikusei, particolarmente prestigioso e dotato di ogni comodità. Una struttura talmente grande da possedere una propria valuta. Starà però agli studenti trovare il modo di garantire un flusso costante di monete/punti, per riuscire a sopravvivere fino alla fine del terzo anno. In questa fase conosciamo tutti i compagni di classe della sezione D, ma in particolare Suzune Horikita e Kikyō Kushida, due ragazze che si avvicinano maggiormente ad Ayanokōji.
L’arco successivo entra più nel vivo del carattere dei personaggi, presentando un nuovo personaggio in difficoltà, Sakura, che sarà convinta a mettersi in gioco per risolvere una disputa tra classi.
Gli episodi successivi possono essere ritenuti prevalentemente filler per quanto riguarda il contenuto fan service, ma permettono di identificare alcune interazioni interessanti all’interno delle classi superiori, con le quali avremo a che fare durante l’arco finale, il test di sopravvivenza effettuato su un’isola deserta, preparata allo scopo di ospitare gli studenti per qualche giorno. Proprio in questa fase molti nodi verranno al pettine, scopriremo molti elementi della psiche dei personaggi e le motivazioni che li guidano. Il tutto con, sullo sfondo, la lotta per la supremazia all’interno della scuola, che porterà sicurezza economica ai più meritevoli.
Analisi
Questo anime si identifica subito come una serie che punta a stupire, al colpo di scena e alle modalità con cui i protagonisti riusciranno a cavarsela nonostante tutto.
I personaggi sono un po’ stereotipati, ma quasi sempre al solo scopo di sovvertire le aspettative rivelando un lato nascosto, motore di trama per gli episodi successivi.
Il sistema altamente competitivo a cui gli studenti sono sottoposti si rivela interessante, per quanto diventi sempre più cervellotico, fino a raggiungere vette estreme nella seconda stagione, in cui lo scontro di intelletti raggiunge livelli di complessità inutilmente stressanti come solo i giapponesi riescono a fare. Il tutto è sempre condito da alleanze incrociate, dissidi interni alle diverse classi e un protagonista che ha sempre il polso della situazione.
Ayanokōji viene presentato infatti come un genio, il cui unico difetto è quello di non volersi esporre, o se vogliamo il non volersi assumere responsabilità, fino al punto da mascherare i propri traguardi.
Classroom of the Elite utilizza in modo positivo una premessa ormai già vista, grazie a un tono (forse troppo) serioso e personaggi ben caratterizzati. Non sempre però questo basta e a tratti la narrazione risulta pesante e decisamente poco scorrevole.