Benvenut* alla recensione di Durarara!! Prima di cominciare, ricorda che sul nostro sito potrai trovare altre recensioni che potrebbero interessarti, come:
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Durarara!! è un anime del 2010, tratta da una serie di romanzi, o light novel, scritti da Ryohgo Narita, con illustrazioni di Suzuhito Yasuda.
Dai tredici volumi sono tratti un manga con diversi seguiti, pubblicati su Monthly GFantasy.
La prima stagione dell’anime è prodotta da Brain’s Base, mentre della seconda si è occupata lo studio Shuka.
Degno di menzione il videogioco per PSP pubblicato nel 2010, a cui sono seguiti nel 2014 e 2015 altri giochi per PS Vita.
La serie è stata disponibile su Netflix, e si può trovare ora su Prime Video, ma non per il mercato italiano al momento.
La trama di Durarara!!
Durarara!! racconta la vita di tutti i giorni di un gruppo di persone che si muovono nel quartiere di Ikebukuro a Tokyo. Tutto ha inizio quando Ryugamine Mikado si trasferisce in questo quartiere, invitato dal suo amico di infanzia Kida Masaomi. Il nuovo arrivato farà presto la conoscenza di una moltitudine di personalità singolari che, su schieramenti diversi, animano la vita di questo territorio.
Tra questi ci sono un informatore, uno strano cameriere, un russo di colore che gestisce un ristorante di sushi e un cavaliere senza testa, che sfreccia per la città in sella a una moto nera.
Struttura dell’opera
La trama si dipana a partire dalle vicende di Ryugamine Mikado, che ci offre uno sguardo fresco su una nuova realtà, fatta di lotte tra gang e leggende metropolitane. Un piccolo universo, dove coesistono tanti fattori e dove non è facile orientarsi evitando di finire nei guai. Qui Mikado si riunisce con un vecchio amico e incontra una ragazza, con la quale potrebbe instaurarsi un rapporto che va oltre l’amicizia.
Da questo punto di partenza però scopriamo via via molte altre sfaccettature del quartiere, vero protagonista della storia. Attraverso diversi gradi di separazione scopriamo che molte delle leggende che animano la zona sono in realtà vere, molto presenti e a volte pericolose.
Attraverso i diversi punti di vista ci troviamo di volta in volta all’interno di pestaggi, fughe rocambolesche o veri e propri complotti che riguardano la vita di molti degli abitanti.
Tutte le trame arrivano in un modo o nell’altro ad avere una loro conclusione, spesso in correlazione con qualcosa che avevamo già visto. Siamo dopotutto all’interno di un luogo circoscritto, in cui le azioni di un individuo hanno una grande possibilità di determinare un effetto sulla vita degli altri.
Analisi
Il primo punto di forza dell’anime è senza dubbio la narrazione, eredità del materiale originale.
La trama è complessa ma ben definita, i personaggi delineano un racconto corale, ma la regia riesce sapientemente a nasconderci dettagli fondamentali per la comprensione della storia.
Generalmente, soprattutto all’inizio, gli episodi si concentrano su una trama e su un personaggio, coinvolgendo quelli a lui più vicini. Al termine di ogni episodio difficilmente la nostra opinione del protagonista rimarrà invariata, perché ne scopriremo i segreti e le aspirazioni.
La varietà di prospettive rende sempre originale la storia del giorno, che varia da momenti comici a indagini approfondite, fino a cadere della fantascienza e nel mistero.
Anche tutto l’ambiente di contorno e le personalità definibili come secondarie mantengono una forte riconoscibilità.
Parallelamente a quanto vediamo accadere per le strade, la narrazione vede la singolare presenza di una chat, che si presume essere composta dagli abitanti del quartiere, in cui ogni tanto riusciamo a comprendere l’identità di alcuni partecipanti. Scopriremo solo andando avanti nella storia come questa abbia legami con la realtà concreta.
Durarara si configura come una storia sull’accettazione dei propri limiti, pregi e difetti. E’ difficile trovare un vero cattivo, ma anche un vero buono, in una scala di grigi che delinea motivazioni coerenti e comprensibili anche per le peggiori azioni.
Colonna sonora e animazioni sono molto ben curate per l’epoca, ma nel comparto tecnico spicca sicuramente lo stile delle sigle iniziali, che cerca di mantenere una certa originalità, dandoci al contempo modo di rinfrescarci la memoria sugli episodi precedenti e su un cast molto esteso.