Benvenut* alla recensione di 86 – Eighty Six. Prima di cominciare, ricorda che sul nostro sito potrai trovare altre recensioni che potrebbero interessarti, come:
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86 – Eighty Six nasce come spesso accade in forma di romanzo, pubblicato nel 2017 e poi adattato come manga dal 2018 al 2021, con una coppia di spin-off. L’anime è arrivato soltanto nel 2021 e conta due stagioni, o per meglio dire due parti, per un totale di 23 episodi. Prodotta da KADOKAWA, Aniplex e Bandai Spirits, la serie è stata realizzata da A-1 Pictures. La serie è disponibile anche in Italia con Crunchyroll.
La trama di 86 – Eighty Six
Siamo nella Repubblica di San Magnolia, nel bel mezzo di un conflitto con l’Impero che dura da diversi anni. I nemici impiegano forze corazzate automatizzate, chiamate Legion, mentre la Repubblica si difende con una tecnologia simile. Quello che la maggior parte della popolazione non sa è che le forze di San Magnolia sono pilotate da esseri umani, che ogni giorno mantengono la prima linea contro le macchine imperiali. I coscritti fanno tutti parte del distretto 86, in cui sono stati emarginati tutti gli abitanti che non rientravano nel gruppo etnico dominante, gli Alba. La serie segue il doppio punto di vista di un gruppo di soldati l fronte e di un’ufficiale incaricata di guidarli sul campo.
Struttura dell’opera
La serie ci porta immediatamente al centro della scena, a bordo dei Juggernaut, e unità corazzate guidate dagli “86” per combattere Legion. Scopriamo subito che questi soldati sono coordinati a distanza da un ufficiale Alba, che si trova al sicuro nella capitale. Senza perdere tempo capiamo come le alte sfere preferiscano nascondere la verità ai suoi cittadini, secondo i quali la guerra che si sta combattendo non ha vittime, si tratta di robot che distruggono robot. La realtà è ben diversa, ma sono in pochi a provare empatia per gli 86 all’interno dell’esercito. Tra questi Vladilena Milizé, brillante ufficiale che ha sempre trattato con rispetto i propri sottoposti, con a cuore la loro sopravvivenza. Le sue certezze sono scosse quando le sarà affidata una squadra di veterani, abituati a gestirsi da soli, ma sopratutto destinati a perire perché impegnati nei compiti più a rischio.
Nel corso degli episodi andiamo sempre più in profondità nel rapporto tra Lena e la sua squadra, in particolare col capitano Nozen Shinei, detto Undertaker (il Becchino). Dopo una grande battaglia la squadra verrà decimata, riuscendo però ad allontanarsi in sicurezza e a raggiungere nuove mete, dalle quali poter osservare il mondo da un nuovo punto di vista.
Analisi
Eighty-Six si caratterizza per il suo stile narrativo molto duro e diretto, fin dalle prime scene capiamo che non si tratta di un classico anime ricco d’azione ma povero di profondità. I temi della dignità umana, dell’istinto di conservazione e della responsabilità dei governi nei confronti della popolazione trasudano da ogni scena, che si sforza di rappresentare con dovizia di particolari le ingiustizie della guerra.
Una percezione confermata da un impatto visivo che non risparmia sangue e distruzione, per tenerci sempre sulle spine, fino alla fine dell’episodio, unica occasione in cui è possibile prendere fiato.
Il punto di forza delle serie, motore narrativo funzionale al racconto, è il grande numero di personaggi che animano le scene, che vanno via via a calare, provocando anche nello spettatore un senso di mancanza che ritroviamo costantemente in Undertaker.
La seconda parte della serie regala innumerevoli rivelazioni ed alleggerisce un po’ i toni, almeno per i primi episodi. La tensione torna a crescere per poi esplodere in un finale assolutamente adatto al percorso intrapreso.