Oggi per la recensione dedicata alle serie anime, presentiamo un’opera decisamente molto conosciuta, ovvero Soul Eater. L’anime è tratto dal manga omonimo, scritto e illustrato da Atsushi Ohkubo e pubblicato nel 2003 sulla rivista Monthly Shonen Gangan. L’autore è anche il creatore della serie Fire Force.
La serie animata arriva nel 2008 e dura fino al 2009, terminando con il suo 51° episodio. Prodotto da Bones e Aniplex, che si sono occupate dell’animazione e della musica. Come molti anime del tempo, purtroppo, anche Soul Eater ha una fine diversa rispetto al manga. La serie ha anche un sequel, intitolato Soul Eater Not!.
In Italia, il manga viene distribuito da Panini, mentre la serie anime è stata trasmessa su Rai 4 con Dynit.
Soul Eater: la scuola per eliminare il male
Soul Eater è ambientato nella città di Death City, nella Death Valley, in Nevada. In questo mondo, il male e la disperazione dilagano, portando alla follia gli uomini. Al fine di contrastare la malvagità, una scuola addestra giovani ragazzi a mantenere la pace nel paese, eliminando coloro che commettono crimini o chi vuole diventare malvagio. Le anime di quest’ultimi diventano uova di Kishin, l’essere che ha portato la follia e la malvagità nel mondo.
Gli studenti vengono divisi in due categorie: Maestro d’armi e Armi. Quest’ultime, in particolare, hanno la capacità di trasformarsi in vere e proprie armi. Quando i compagni d’armi saranno riusciti a prendere 99 anime malvagie e 1 anima di strega da far mangiare all’Arma, quest’ultima diventa una Falce della Morte, con capacità incredibili.
La storia segue Maka, maestra, e Soul, arma, che finalmente arrivano a quota 99 nella loro ricerca di uova di kishin, ovvero anime corrotte dal male. Riescono anche ad individuare una strega, Blair, la cui anima sarà l’ultima tappa per diventare Falce della Morte. Riescono nell’intento di mangiare la sua anima, ma Blair non è una vera strega, ma un gatto con poteri magici, in grado di cambiare forma a piacimento.
L’errore porta i due a ricominciare la loro ricerca dall’inizio. Vengono mandati a Firenze per una missione: sconfiggere un pluriomicida divoratore di anime umane. Qui, però, scoprono che qualcosa di più spaventoso si nasconde nell’ombra.
Insieme a loro, troviamo altri Maestri d’Armi e Armi, nonché amici, che li aiuteranno a combattere il nuovo arrivo della follia.
Impressioni
Soul Eater è sicuramente uno degli anime che più sono rimasti impressi negli anni. Le animazioni erano decisamente molto particolareggiate per i tempi. Inoltre, spesso e volentieri sfruttavano bene i lati più dark di questa storia, utilizzando anche scene distorte e un po’ disturbanti.
La trama è originale ed interessante e quello che più mi piace di quest’opera, è come alcune volte prende pieghe decisamente oscure pur essendo uno shonen. Le ambientazioni horror sono davvero particolari e ricordano un po’ lo stile di Tim Burton, così come i character design. I personaggi hanno un ottimo sviluppo. In particolare Soul Evans e il suo demone interiore, che non smette mai di perseguitarlo.
Insomma, davvero un’opera eccezionale, ma con due grandi difetti.
Quello che più mina questo anime, come ci si poteva aspettare, è la fine. Come è capitato per tante opere del tempo (vedi Fullmetal Alchemist, Kuroshitsuji o Majin Tantei Nougami Neuro), spesso l’anime raggiungeva la pubblicazione del manga e si doveva trovare una soluzione. La differenza tra i due, nel caso di Soul Eater, è davvero abissale. L’anime termina frettolosamente e con molta confusione.
Un’altra pecca, stavolta derivante anche dal manga, è l’utilizzo di fanservice. Ci sono personaggi con il solo ruolo di fanservice, come Blair (situazione che si ripete in Fire Force). Se all’inizio può risultare divertente, la ripetizione delle stesse scene inizia a stancare molto presto. Anche questo è decisamente un punto a sfavore di Soul Eater.
In generale, l’anime è comunque uno di quei classici da non perdere. Le animazioni sono davvero molto curate e la serie è coinvolgente e divertente.
Speriamo sempre in un reboot, in stile Fullmetal Alchemist Brotherhood.