Oggi, giovedì 23 gennaio, uscirà ufficialmente la nuova edizione di un classico di Alessandro Baronciani, Quando tutto diventò blu, edito da Bao Publishing. Il volume, presenta una nuova veste editoriale e nuove pagine, ma andiamo a scoprire nel dettaglio questa opera:
Autore
Alessandro Baronciani nasce a Pesaro nel 1977 ma è di adozione milanese. Inizialmente pubblica con Black Velvet, per poi collaborare con Bao Publishing a partire dal 2013, con la pubblicazione di opere inedite come La distanza (2015), Come svanire completamente (2016) e Negativa (2018) e riedizioni in versioni “rimasterizzate”.
TRAMA
Quando tutto diventò blu è il ritratto di qualunque persona abbia un serio problema. Spesso cerchiamo di aggirarlo, di ignorarlo oppure non ce ne rendiamo neppure conto. Fatto sta che prima o poi bisogna affrontarlo e cercare di risolverlo. La protagonista di questa opera si chiama Chiara e, quasi come in un diario, si ricostruisce la sua storia dalla genesi del problema sino alla sua guarigione. Chiara ci si presenta come una persona impaurita, insicura e piene di ansie a partire dalla sequenza iniziale, dove il terrore la assale mentre fa sub a circa 20m di profondità. La ragazza ha un fidanzato di nome Marco che, purtroppo, sta male. Ciò non gli impedisce di pensare a mille progetti e vivere il più possibile. All’improvviso Chiara comincia a manifestare forti attacchi di panico ma non sembra rendersene conto. Si rivolge a un medico che gli prescrive il lexotan, un ansiolitico e si fa prescrivere diversi esami. Intanto la sua ansia e la sua paura aumentano e cerca di tenersi impegnata il più possibile, per distrarsi, per non pensare. Incontra una sua collega Karin, malata anche lei ma che sembra “amare la sua malattia”, godere della condizione di malata perché circondata di attenzioni. Le condizioni di Michela sono ingestibili per Marco a tal punto che, non potendo più resistere alla situazione, la lascia. Chiara attende di guarire ma in questa attesa smette di studiare, smette di prendere il treno per l’università a Bologna e si rifugia in casa. Anche l’unico compagno che aveva, un cane, sembra abbandonarla. Poi arriva la svolta. Chiara decide di rivolgersi a uno psichiatra e di considerare seriamente il suo disturbo, che gli provoca un costante senso di paura, quasi fosse perennemente travolta da una cascata o soffocata. La terapia con il tempo funziona e Chiara riprende la sua vita: prende una nuova casa, ricomincia gli studi e le attività di sub.
Struttura dell’opera
L’opera usa esclusivamente toni blu che richiamano una simbologia:
- il titolo stesso fa riferimento a questo colore;
- l’inizio e la fine dell’opera hanno come tema centrale l’acqua. Nelle prime pagine Chiara è sott’acqua con altri sub così come nelle ultime pagine;
- il blu viene spesso usato per evocare la tranquillità e questo espediente riesce a far creare un equilibrio rispetto alla potenza evocativa di immagini e parole che ricalcano un tono più drammatico.
All’interno dell’opera non sono presenti dialoghi ma solo i pensieri della protagonista che ci racconta una particolare vicenda della sua vita.
Impressioni personali
Chiara ha subito un’evidente evoluzione nel corso della sua storia: da donna perennemente insicura, fragile, sola e riuscita pian piano a rifarsi una vita, a tornale alla normalità. Compito che per lei è stato più gravoso dopo aver perso anche il sostegno della persona a lei più cara, il fidanzato Marco. Apprezzo molto questa sua caratterizzazione e anche l’idea di non porre dialoghi all’interno dell’opera. Il focus è d’altronde la narrazione di Chiara e, un’eventuale serie di dialoghi, avrebbe frammentato l’intensità data dal tono narrativo. Le tavole non sono eccessive e permettono di focalizzarsi sempre sui personaggi, senza lasciarsi distrarre da dettagli secondari. L’opera è senz’altro riuscita a esprimere in maniera poetica la fatica e la soddisfazione di risolvere un proprio problema per poi riuscire a riguadagnare un’esistenza più che soddisfacente.
Per un’altra recensione di un volume della Bao, cliccate sul seguente link.