Nella recensione di oggi andremo a spasso per diverse città, cercando di conoscerne i problemi e gli abitanti, proprio come Kino. Kino’s Journey è un anime ispirato ad una serie di Light Novel scritte da Keiichi Sigsawa, apparse per la prima volta sul mercato nel 2000. Nel 2003, ne viene tratto un adattamento abbastanza breve con soli 13 episodi, di cui andremo a parlare a breve.
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Il plot di Kino’s Journey
La protagonista, Kino, è una giovane ragazza che ha deciso di partire con la sua fedele motocicletta parlante, Hermes. È un viaggio senza meta, in cui l’unico fine è quello di imparare il più possibile sulle persone e città dello strano e strampalato mondo di Kino’s Journey.
Kino non si ferma mai più di 3 giorni nei luoghi in cui visita, ma impara comunque a conoscerne la storia. A volte sono afflitte da problematiche comuni, altre volte assurde, ma anche la crudeltà non è sconosciuta agli abitanti delle cittadine visitate.
Durante il loro viaggio, entrambi i protagonisti arrivano a riflettere su argomenti di una certa importanza, come il ruolo dell’umanità nel mondo, la libertà, la guerra e molto altro.
Opinioni sull’opera
Kino’s Journey, anche se breve, non è un anime adatto a tutti o che si presta bene ad una sessione di binge watching. La trama è molto semplice, infatti si tratta solo di una ragazza che viaggia in giro per il mondo per esplorare e conoscere.
Non si aggiungono altri personaggi nel corso della storia, i protagonisti rimangono sempre e solo due. Impariamo a conoscerli nel tempo, ogni episodio aggiunge un pezzo al puzzle su chi siano Kino e Hermes. Questa comprensione non si riferisce molto al loro passato quanto alla loro crescita, come interagiscono e cosa gli rimane delle varie esperienze e riflessioni derivate dal viaggio.
Nonostante tutti questi dettagli sembrino puntare ad un anime leggero, le situazioni non lo sono. Ogni posto visitato ha una storia tutta sua e porta ad interrogarsi su un aspetto diverso della vita e della società.
Passano da diverse città, tutte con delle caratteristiche particolari, come ad esempio quella in cui gli abitanti si inventano delle tradizioni, pur di attirare dei turisti. Questa potrebbe sembrare relativamente normale come situazione, ma altre non lo sono affatto o, almeno, non se ci si ferma a riflettere un attimo.
In una cittadina gli abitanti vivono lontani l’uno dall’altro, perché connessi telepaticamente. In un’altra, carrarmati, armi e ‘oggetti da guerra’ sono usati dai bambini come giocattoli. L’ultima situazione in particolare ha un impatto diverso sullo spettatore, quando si realizza che oggetti simili dovrebbero spaventare, ma invece sono così comuni da essere considerati quasi parte della quotidianità.
Ci sono luoghi in cui a 12 anni si è già considerati adulti, si perde completamente parte della propria vita per essere forzati a diventare membri attivi e produttivi della comunità. Sono molte altre le situazioni e le persone che Kino incontra nel corso del suo viaggio per le 3 nazioni che costituiscono l’ambientazione di Kino’s Journey.
In tutti i casi, si è portati a pensare insieme ai protagonisti. Così come Hermes e Kino crescono e cambiano, anche gli spettatori si interrogano su questioni filosofiche, che teoricamente ci circondano, ma sulle quali non ci si sofferma spesso. Perché nella città con la biblioteca più grande del mondo, scrivere un libro è vietato?
La risposta ci viene data nel corso dell’episodio, eppure si scatena una reazione a catena di pensieri che continua anche dopo la fine della puntata.
Questi sono i punti di forza di Kino’s Journey: riflessione e filosofia. Si ha costantemente la sensazione di smarrimento e non si sa mai cosa o dove si andrà dopo, perché in questo anime e nel suo universo tutto è possibile. Vengono mescolati elementi al limite del gore, città futuristiche con robot dentro e città simil medievali. Un mix apparentemente assurdo, ma che all’interno dell’anime funziona eccezionalmente bene.
Piccola nota dolente potrebbero essere le animazioni. Non si tratta solo di paragonarlo a lavori più recenti, essendo comunque un anime del 2003, ma deludono un po’ anche se confrontate con quelle di altri anime, magari anche più datati, che comunque hanno delle art di tutto rispetto ancora oggi.