Il settimo appuntamento con le ristampe cronologiche de Il pianeta dei morti si intitola La grande consolazione. Disponibile dal 09/02/2024, il volume è un cartonato di 168 pagine in bianco e nero in formato 22 x 30 cm, ripropone la storia apparsa nel 2020 nello Speciale n. 34 di Dylan Dog ed è in vendita a 21 euro in libreria e fumetteria.
La sceneggiatura, come sempre, è firmata da Alessandro Bilotta, i disegni sono del compianto Carlo Ambrosini, scomparso il primo novembre 2023, mentre la copertina è di Marco Mastrazzo. Nell’introduzione del volume, La fiaba di un gigante, Bilotta ricorda il suo primo incontro con il disegnatore cui si ispirava, avvenuto un quarto di secolo fa, agli inizi della propria carriera, quindi spiega di aver inserito nella storia di questo volume il Medioevo, tanto caro all’artista bresciano.
Nella saga de Il Pianeta dei Morti, un Dylan Dog è ormai uomo di mezza età cerca di sopravvivere in un mondo in cui una misteriosa epidemia trasforma gli esseri umani in zombi.
Ne La grande consolazione la storia porta il lettore nell’Inghilterra del 1100. La giovane Bethany si ritrova, improvvisamente, estromessa dal nucleo familiare per andare incontro a un oscuro destino. Come si intersecherà il suo drammatico percorso con quello dell’Indagatore dell’Incubo? Nel presente, una sconcertante scoperta riguarda il paziente zero, colui che ha originato la terrificante epidemia dalla quale è stata colpita l’umanità…
Trama di Dylan Dog – Il pianeta dei morti 7 – La grande consolazione
La storia si apre con una gara tra sosia di Groucho Marx, in un fiera ad Hyde Park. Il terzo classificato non si presenta alla premiazione, mentre uno sconsolato Dylan Dog passa oltre…
Nel Medioevo, la giovane Bethany fugge dal suo palazzo, si invaghisce dell’attore Richard, che sembra morire dopo essere stato toccato da lei. La ragazza, vittima di un misterioso destino che nessuno le vuole spiegare, vive un ciclo di vicende analoghe in tempi successivi, decessi misteriosi e incontri con un individuo enigmatico, spesso ai piedi di una torre.
Nel presente di Dylan Dog, gli scienziati studiano il DNA del paziente zero dell’epidemia, Groucho, che all’anagrafe risulta Waldo Winkilson. Jenkins – figlia del collaboratore di Bloch – invita Dylan Dog alla fiera, ma l’ex indagatore rifiuta: si è già intristito al mattino vedendo i sosia dell’amico.
Il dottor Dormandy spiega a Dylan Dog che il morbo che ha colpito Groucho e avviato l’epidemia potrebbe essere una malattia autoimmune generata dall’organismo dell’amico, solo parzialmente legata agli esperimenti di Hicks e al virus di Xabaras che l’hanno scatenata.
Osmond indaga su Bloch, che è ritenuto il capo dei flagellanti e ha agito anche sotto lo pseudonimo di Chambers. Dylan rivela all’ispettore a a Jenkins le sue scoperte e il fatto che l’uomo che ha morso Groucho era Donald Wisdom, assistente di Hicks.
Dylan interroga la vedova di Wisdom, che abita con la figlia in una comunità anarchica londinese in mezzo ai ritornanti. La donna rivela all’indagatore che il marito collaborava anche con Xarabaras, il quale diceva di aver imprigionato la morte. Dettaglio che, come rivela ad Osmond, Dylan Dog associa al fatto di aver visto nello stesso periodo la morte chiusa in uno specchio, nella villa di Rowena Faire, ipotizzando che sia stata la causa dell’epidemia dei ritornanti.
La Morte chiede all’impresario di Waldo di distruggere lo specchio, ora di proprietà di Violet Faire – sorella di Rowena – perché Dylan Dog è troppo vicino alla verità.
Ritroviamo Bethany a fine 1800, sedotta da un uomo violento che rimane sconcertato quando vede il corpo devastato della sua “preda”. Scopriamo che la donna diventerà la Morte e sarà ingannata da un demone di terza classe che la consegnerà a Xabaras.
Dylan Dog dialoga ancora con la Morte, chiedendole se l’epidemia sia stata causata dal siero di Xabaras, somministrato a persone con cui lei ha “saltato l’appuntamento” a causa della prigionia.
Rivediamo infine alcune scene risalenti alla fine di Rowena, scoprendo che Groucho ha fatto un patto con la Morte e l’ha liberata.
Sviluppo
La storia mescola in modo suggestivo le tematiche e le caratteristiche che hanno fatto apprezzare la saga del Pianeta dei Morti con elementi tipici delle storie di Ambrosini, come il sovrapporsi di piani di realtà e sogni, il confluire di più identità sullo stesso personaggio, la presenza di entità che solo qualcuno può percepire: si conferma dunque lo sforzo di Bilotta di scrivere una storia su misura per l’autore scomparso pochi mesi fa.
Lo sceneggiatore romano recupera nuovamente elementi “primitivi” della storia di Dylan Dog, costruendo nella seconda parte un forte nesso tra il numero 10 della serie regolare, Attraverso lo specchio – ripreso anche nel recente n. 446 – e il dramma su cui si incentra la saga: l’imprigionamento della Morte aveva influito sul lavoro di Xabaras e la successiva epidemia dei ritornanti.
La storia introduce inoltre l’arco narrativo di Waldo Winkilson, sosia di Groucho Marx, che sarà approfondito nello Speciale successivo.
I disegni di Carlo Ambrosini sono particolarmente ispirati, mettendo su tavola in modo convincente le espressioni dei protagonisti e trovando particolare efficacia nell’evoluzione della fisionomia di Beth.
Dylan Dog, La saga del Pianeta dei Morti
L’idea della saga di Alessandro Bilotta nasce nel 2008, sul secondo Dylan Dog Color Fest, come ultima storia del personaggio, ambientata in un futuro distopico in cui un virus trasforma l’umanità nei terribili Ritornanti. La saga de Il Pianeta dei Morti è stata ospitata sulla testata annuale Speciale Dylan Dog dal n. 29 al n. 35: quest’anno la serie si è interrotta, anche se il n. 36 presenta una storia scritta da Bilotta, non sappiamo quanto durerà la pausa della saga.
Ne Il pianeta dei morti, Dylan Dog è un uomo di mezza età, costretto a mettere in discussione i valori e quello in cui ha sempre creduto, nel tentativo di sopravvivere in un mondo dove, appunto, si diffonde una misteriosa epidemia che trasforma gli esseri umani in zombi.
Nel primo volume, uscito a gennaio 2021, abbiamo riletto le due storie del 2013 con cui Alessandro Bilotta ha raccontato l’inizio del contagio: Addio, Groucho, pubblicata sul Color Fest n. 10 e Il tramonto dei vivi-morenti, uscita sull’ultimo Dylan Dog Gigante, il n. 22.
Dal 2015 al 2021, la saga è stata pubblicata sullo Speciale annuale: il volume 2 delle ristampe, pubblicato un anno fa, ha riproposto il racconto contenuto nello Speciale Dylan Dog 29, dove Dylan Dog, vicino al licenziamento, indaga sulle Oasi dove gli immemori dimenticano la proprie sventure personali e la tragedia che ha colpito la Terra. Grazie all’aiuto di Skye, l’Old Boy entra in una struttura e conosce il visionario fondatore Werner, ma diventa a sua volta un immemore e si lega a Sybil Browning (protagonista con lui de L’alba dei morti viventi).
Il terzo volume ha riproposto La fine è il mio inizio, pubblicato nel settembre 2016 sullo Speciale n. 30: Dylan Dog si ritrova tra passato e presente, vive con Sybil Brown, incontra Werner, il creatore delle oasi, ed Herbert Simon, un immemore che sembra illuminarlo sulla differenza tra illusione e realtà, e che ricorda al protagonista una persona importante della sua vita precedente.
In Nemico pubblico n. 1 invece torna, invecchiato, Xabaras, la nemesi dell’indagatore dell’incubo. Dopo aver rinunciato per mancanza di fondi a trovare il siero della vita eterna, viene ricoverato per un infarto e in ospedale conosce Marlene, di cui si innamora. Sulle tracce dello scienziato ci sono Dylan Dog, che non si presenta a lavoro da tempo, e il nuovo commissario Osmond. L’ex indagatore dell’incubo si scontra con la sua nemesi: Marlene muore di infarto, ma Xabaras riesce a scappare.
Finanziato dalla setta dei flagellanti, Xabaras prova a rianimare Marlene, riuscendoci solo temporaneamente. Il villain fugge nuovamente e cambia identità, ma viene raggiunto dal figlio di Dylan Dog e Sybil, Godwin, morto e ritornato mentre i genitori sono ricoverati. Sybil, in cura per i traumi subiti nell’Oasi, fugge verso Undead, Dylan la va salvare e scoprirà che Xabaras ha ucciso Godwin per fermare le sue indagini.
L’ispettore Osmond porta Dylan nel bosco vicino ad Undead, dove ha trovato un ritornante in grado di ragionare. In paese trova un’intera comunità di zombi evoluti e i flagellanti, che vogliono usare il sangue degli infetti per ottenere l’immortalità. Dietro la setta c’è una vecchia conoscenza di Dylan Dog.
Gli autori di Dylan Dog – Il pianeta dei morti 7
Collaboratore da tempo di Sergio Bonelli Editore, Alessandro Bilotta è uno dei principali talenti del fumetto italiano. Esordisce nel 1999 con Povero Pinocchio, disegnato da Emiliano Mammucari e pubblicato da Star Comics. Con il disegnatore Carmine Digiandomenico realizza le graphic novel La Dottrina, manifesto futurista del fumetto italiano, Le strabilianti vicende di Giulio Maraviglia e Romano.
Tra il 2011 e il 2015 ha firmato 18 numeri di Corsari di classe Y, pubblicati su Il Giornalino (Edizioni San Paolo), con disegni di Oskar. Nel 2006 ha pubblicato con tre editori francesi: Delcourt (Daisuke et le Géant – Le trente et unième jour, disegni di Alberto Pagliaro), Glénat/Vents d’Ouest (Romano – Un automne de dix secondes, disegni di Carmine Di Giandomenico) e Les Humanoïdes Associés (La Lande des Aviateurs – Ceux qui restent, ancora disegnato da Di Giandomenico).
Per Star Comics, Bilotta ha creato la serie a fumetti Valter Buio. Per Bonelli ha creato e firmato la serie Mercurio Loi, per la quale ha ricevuto numerosi premi, in particolare nel 2018/2019. Nel 2019 il Romics d’oro per i 20 anni di carriera. Per Bonelli ha scritto sei numeri de Le Storie e presenterà in anteprima a Lucca Comics&Games 2022 il primo volume di Eternity, dal titolo La morte è un dandy: la nuova serie di Alessandro Bilotta è ambientata in una Roma dal look anni ’60 e racconta le vicende di Alceste Santacroce.
Per Dylan Dog, Bilotta ha appunto creato l’acclamata saga Il pianeta dei morti: nel 2008 il primo racconto autoconclusivo per la testata “sperimentale” Color Fest, ipotetica conclusione della serie sul personaggio, ha ottenuto un notevole successo. L’idea viene sviluppata sul Color Fest n. 10, sul Dylan Dog Gigante n. 22, trovando poi collocazione sullo Speciale Dylan Dog a partire dal n. 29, la cui testata viene appunto integrata con il nome Il pianeta dei morti fino al numero 35.
Dopo la maturità artistica, Carlo Ambrosini si diploma all’Accademia di Brera ed esordisce nel mondo dei fumetti a 22 anni, nel 1976, disegnando storie di guerra per Super Eroica, della Casa Editrice Dardo. Collabora con la Ediperiodici e l’Editoriale Corno (distributrice itaiana di Marvel Comics), firmando gli ultimi episodi della serie tascabile Daniel.
Realizza alcuni episodi di Storia d’Italia a Fumetti e Storia di Roma a Fumetti di Enzo Biagi. Nel 1980 inizia a collaborare con Cepim (futura Sergio Bonelli Editore), firmando alcuni episodi di Ken Parker, su testi di Giancarlo Berardi: il primo è il n. 26, Pellerossa, l’ultimo è quello che chiude la serie, il n. 56.
Dopo l’esperienza con le tavole di Ken Parker, Carlo Ambrosini ottenne un grande successo in Italia e Francia con Nico Macchia, personaggio di cui era ideatore e autore completo: le vicende di tre cavalieri di ventura supportate da una precisa ricostruzione storica del XVI secolo.
Nel 1992 disegna storie di Videomax, scritto da Graziano Origa e pubblicato su Fumetti d’Italia. Nel 1993 partecipa al portfolio I volti segreti di Tex di Edizioni Lo Scarabeo.
Nel 1997 Ambrosini ha creato Napoleone, pubblicato da Sergio Bonelli Editore come miniserie sperimentale che ottiene successo in tempi brevi, apprezzato per l’elevata qualità e trova regolarità con la cadenza bimestrale che prosegue fino al 2006.
In Napoleone i piani temporali, la realtà, il sovrannaturale e il sogno si intrecciano e si confondono. I testi sono quasi sempre dell’autore bresciano, mentre ai disegni si alternano diverse firme. Il personaggio torna nel 2019 su tre numeri della collana Le Storie.
Nel 2000 è stato riconosciuto a Carlo Ambrosini il Premio Yellow Kid al Salone Internazionale dei Comics.
Suo anche il personaggio del critico d’arte Jan Dix, di cui l’autore lombardo ha scritto la maggior parte dei testi e disegnato diversi episodi. Sempre per Sergio Bonelli Editore, Ambrosini ha inoltre disegnato storie di Dylan Dog, Tex Willer, Orfani, Il Confine.
Per quanto riguarda l’indagatore dell’incubo, dal secondo anno della serie regolare Carlo Ambrosini ha disegnato molti numeri, come Canale 666, L’isola misteriosa, La scogliera degli spettri, Inferni, I vampiri, il celeberrimo Il lungo addio.
Finito il “monopolio” di Sclavi, ha iniziato a occuparsi anche dei testi, a partire dal n. 97, Dietro il sipario, quindi Il guardiano della memoria, fino ai più recenti Una nuova vita (primo albo con Roberto Recchioni come curatore), Lacrime di pietra, Cronodramma, Del tempo e di altre illusioni, I padroni del nulla e La stanza del guerriero.