Dylan Dog si ritrova prigioniero in una stanza, senza sapere perché. Ironicamente, vede davanti a sé due cose cui nella sua vita ha detto no, in modo diverso: l’alcol – abbandonato dopo aver superato la dipendenza – e la carne – che rifiuta da vegetariano convinto.
Dopo aver cercato invano di mantenere la calma, l’indagatore scalfisce un muro e vede sotto l’intonaco il disegno di un labirinto a forma di cervello. Da un’altra stanza sente una voce femminile: si tratta di Jenny, prigioniera come lui.
La ragazza ha ormai rinunciato alla speranza e al desiderio di trovare un significato alla prigionia e in generale alla propria vita. Jenny ha patito troppi dolori e sconfitte, ora si è arresa, preferisce il sonno e il silenzio, vuole essere lasciata in pace, senza pensieri.
Come nella canzone di Vasco Rossi, che più di 40 anni fa parlava con molto coraggio della depressione, che allora veniva generalmente chiamata esaurimento nervoso, Jenny non sente più niente, non vuol più capire, è stanca e vorrebbe soltanto dormire.
La ragazza non ha fatto i conti con Dylan Dog che, come sempre, reagisce con la vita: vuole sentire e ricordare tutto, anche le cose negative, che lo hanno reso ciò che è, inoltre non sopporta che lei rinunci a vivere. Non si arrende, inizia a scavare il muro per raggiungere Jenny e poi liberarla. In qualche modo con la sua positività contagia la ragazza, che però non ne è affatto contenta.
Si apre una botola nel pavimento della cella di Dylan Dog, ma conduce a una cucina dove uno chef inquietante sta cucinando carne umana. Nel tentativo di evasione, l’Old Boy si imbatte in un uomo prigioniero di se stesso e in un naziskin, dominato dalla rabbia.
A questo punto riesce finalmente ad arrivare a Jenny, la quale riesce a dare un senso ai simboli e alla prigione di Dylan, ma non vuole uscire dalla sua, pur sapendo come fare: rifiuta di tornare nel mondo anche quando l’indagatore apre la porta della stanza e glielo mostra.
Si è trattato in realtà di una serie di incubi dell’Old Boy. Tempo prima aveva conosciuto per caso la ragazza, piena di vita, i due si erano innamorati, ma successivamente Jenny aveva manifestato varie forme di disagio, in particolare apatia, sensazione di essere sbagliata e manie di persecuzione.
Dopo il tentativo di suicidio, Jenny aveva deciso di andare in un istituto psichiatrico, chiedendo di non ricevere visite. Ma a lungo andare Dylan Dog non riesce a rispettare questa richiesta.
Sviluppo
Barbara Baraldi conferma di trovarsi a suo agio anche lontano dalle vicende gotiche, efferate e sovrannaturali, costruendo sapientemente una storia in cui le tenebre e le paure sono interiori. Un’altra accezione del termine demoni, come spiega lei stessa:
“La depressione è un demone, e chi meglio di Dylan Dog poteva affrontarla? Un demone invisibile e subdolo, perché spinge chi ne soffre a chiudersi in se stesso, alzando muri per tenere il mondo fuori, compreso chi cerca di offrire un aiuto”.
La scrittrice, emiliana come Vasco Rossi, parte da una situazione claustrofobica e assurda che ricorda
Il detenuto (prima parte della storia doppia di cui lei stessa ha scritto la conclusione,
L’ora del giudizio), poi sviluppa una lotta tra la voglia di vita di Dylan e la resa di Jenny, quindi ci mostra il loro passato insieme, la storia d’amore tra i due e la crisi legata alla sofferenza della ragazza.
Anche graficamente il racconto di questo mese è cupo, grazie alle tavole del disegnatore torinese Davide Furnò, in particolare all’abbondante e suggestivo utilizzo del chiaroscuro e delle ombre.
Per buona parte dell’albo vediamo in scena un solo personaggio, Dylan o Jenny: l’Old Boy ha le sue fattezze classiche, mentre la ragazza, bellissima, ça va sans dire, comunica con il suo aspetto e le sue espressioni il disagio e i problemi interiori intorno ai quali ruota la vicenda.
Impressionante il contrasto, reso dalla sceneggiatura e dai disegni, tra la vitalità di Jenny quando conosce Dylan Dog e la sua apatica resa quando si sente schiacciata dal malessere.
Nella canzone, Jenny è anche un alter ego dell’autore, ai tempi ancora lontano dalla celebrità, come spiega lo stesso Vasco Rossi:
“Jenny, che già dal nome mi sembrava perfetta per ispirare il personaggio, l’ho scritta prima di cominciare a fare questo mestiere, diciamo che è una ‘prova d’autore’ che ho promosso a canzone. È una donna giovane, soffre, per la società non è ‘utile’ e quindi va allontanata.
Nella canzone parlo di una donna, ma in realtà Jenny sono io in preda al mio ‘diciannovesimo esaurimento nervoso’, quello che mia zia avrebbe curato a suon di bastonate. Allora si diceva esaurimento, oggi si direbbe depressione. lo ne sono sempre uscito, e ne esco, grazie alla musica, grazie ai concerti, per me il motivo per esistere e resistere”.
Venendo ai contenuti extra, anche l’albo che chiude la trilogia ha 16 pagine in più: l’ultima parte della lunga intervista di Luca Crovi a Vasco Rossi, il testo della canzone Jenny è pazza, cui il racconto è ispirato, l’editoriale di Michele Masiero, direttore editoriale di Sergio Bonelli Editore, il commento di Barbara Baraldi e un’intervista a Davide Furnò.
Altro elemento comune della trilogia è la doppia copertina: quella con Vasco Rossi è opera di Fabrizio De Tommaso e ci porta nello studio di Craven Road, dove il cantatore emiliano è intento a suonare la chitarra alla presenza di Dylan e Groucho, in un contesto che sembra di intimità e amicizia.
Degna di nota anche la copertina “narrativa”, per vari motivi: oltre al volto di Jenny, mostra Dylan Dog che attraversa un oscuro percorso pieno di scheletri, intento a scrivere il suo diario con una penna d’oca.
La cover segna inoltre l’addio di
Gigi Cavenago a
Dylan Dog: l’autore delle copertine della serie regolare dal numero 363 lascia la Bonelli, probabilmente per concentrarsi sulla
collaborazione con Mark Millar: sue le tavole del terzo volume di
The Magic Order, serie scritta dall’autore scozzese e acquisita da
Netflix, dedicata a famiglie di maghi che proteggono la Terra ma vivendo la quotidianità fingendo di essere persone normali.
Da La Variabile, numero 421 in edicola settembre a firma di Paola Barbato e Fabio Celoni, le copertine delle serie regolare saranno a cura di Raul e Gianluca Cestaro, in Bonelli dal 1996, disegnatori di Tex dal 2002 e dall’anno scorso responsabili delle cover di Dylan Dog Oldboy.
Con il prossimo inedito si celebrano anche i 35 anni dell’indagatore dell’incubo: in allegato all’albo, una ristampa a colori del numero 1, L’alba dei morti viventi.
Gli autori di Dylan Dog 420
Barbara Baraldi ha scritto per la serie regolare di Dylan Dog i numeri 348, La mano sbagliata, 364, Gli anni selvaggi, 367, La ninna nanna dell’ultima notte, 385, Perderai la testa, 389, La sopravvissuta, 393, Casca il mondo, 407, L’entità.
Sempre per l’indagatore dell’incubo: Il bottone di madreperla e Ballando con uno sconosciuto, numeri 9 e 20 del Dylan Dog Color Fest, infine La solitudine del serpente, Dylan Dog Oldboy n. 1.
Autrice di romanzi thriller, Barbara Baraldi ha firmato inoltre Il regalo, n. 810 di Diabolik, 8 storie della serie Torture Garden per Edizioni Inkiostro, infine Nel nome del sangue, n. 5 di The cannibal family Book.
Davide Furnò, formatosi all’Accademia delle Belle Arti, ha iniziato l’attività professionale in campo pubblicitario, proseguendo con l’editoria scolastica per arrivare quindi al fumetto realizzando Fate per la rivista Strane Storie della Vittorio Pavesio Production.
Ha disegnato John Doe di Eura Editoriale, realizzato come autore completo la storia Amici per la rivista Heavy Metal, quindi il fumetto pittorico Loudun per l’editore francese Soleil.
Insegnante di illustrazione per l’editoria all’Istituto Europeo di Design di Torino, collabora con editori torinesi, realizzando in particolare libri di narrativa per ragazzi. Per DC Comics ha disegnato due storie di Batman, mentre per l’etichetta Vertigo (sempre DC Comics) ha firmato Scalped e le copertine della serie Greek Street.
Furnò ha iniziato a lavorare per Sergio Bonelli Editore con la miniserie Cassidy, proseguendo come disegnatore e copertinista di Saguaro nel 2012, quindi le copertine della miniserie Hellnoir, infine Dylan Dog: per la serie regolare ha firmato i numeri 357, Vietato ai minori, 381, Tripofobia. Suoi inoltre i Color Fest nn. 13 e 33 e il Maxi n. 35.
A breve lo rivedremo nel numero 5 di Dylan Dog presenta: I Racconti di Domani – Ammazzando il tempo.