Torniamo con una recensione, stavolta nel mondo della danza classica con il manga Dance Dance Danseur di George Asakura.
Serializzato sulla rivista Big Comic Spirit della Shogakukan nel 2015, il manga ha ispirato anche un adattamento anime ancora in corso. Al momento sono stati rilasciati 4 episodi per quanto riguarda l’anime e 23 volumi per quanto riguarda il manga.
In Italia, Dance Dance Danseur viene distribuito da J-POP al prezzo di € 6,50.
Prima di continuare dai un’occhiata alle nostre precedenti recensioni:
- Red Requiem Vol. 2, la recensione
- Sweet Paprika 1 – La recensione
- Racconti dal Derryleng 3 – La recensione
Dance Dance Danseur – la trama
Dopo aver visto un misterioso e talentuoso ballerino, Jumpei si innamora della danza classica.
Ha, però, un conflitto interiore senza fine perché questo sport viene considerato poco virile. Soprattutto dopo la morte improvvisa del padre, il ragazzo si trova a voler seguire i suoi passi, abbandonando le proprie passioni e passando al Jeet Kune Do, un tipo di arti marziali. Tutto cambia, però, quando Miyako, una ragazza appena trasferita, lo vede ballare un giorno, notando il suo talento per la danza.
Innamoratosi della ragazza, Junpei decide di provare nuovamente a fare danza e partecipare al festival annuale. Riuscirà a superare le proprie paure e, soprattutto, il rivale Ruo?
Dance Dance Danseur ci fa entrare nel mondo del balletto maschile, contornato da drammi adolescenziali, paura per il futuro e pregiudizi.
Impressioni
Partiamo dall’aspetto positivo: le illustrazioni. Dance Dance Danseur è indubbiamente disegnato in modo accurato e dettagliato. I movimenti dei ballerini non sono facili da riprodurre su carta e Asakura ha centrato in pieno l’obiettivo. Le espressioni e i character design sono davvero unici e sembra quasi di vederli animati.
La storia è inoltre davvero originale ed interessante, ovviamente in modo particolare per chi ama la danza classica. Purtroppo, però, questo primo volume mi ha deluso per quanto riguarda la narrazione.
Devo ammettere che la prima parte del volume è molto confusa. Si passa dal presente al passato senza ben specificare quale sia l’uno e quale l’altro. Inoltre, per gran parte della storia Junpei risulta davvero poco piacevole e superficiale. Non viene rivelata nessuna vera motivazione, finché non si arriva all’ultimo capitolo, dove vediamo una parte del suo passato e il suo vero amore per la danza.
Gran parte delle scene risultano abbastanza caotiche e random, in cui il protagonista scappa dallo studio per poi ritornare per futili motivi. Ci sono anche delle scene romantiche, che però risultano davvero poco interessanti, soprattutto se consideriamo che questo è un seinen.
I continui sbalzi d’umore e cambi di decisione di Junpei, senza spiegare con chiarezza le motivazioni di fondo (che ci sono e sono anche molto valide) non lo rendono un personaggio che si vuole seguire.
Miyako è un personaggio che fa da contorno. La bella ragazza che fa innamorare il protagonista e non ha nessuna particolarità o lato interessante. Viene accennato qualcosa sul proprio passato e la propria condizione, ma nulla che possa portare ad approfondire.
Un peccato, perché Dance Dance Danseur è molto originale e ricco di temi interessanti come l’idea che alcuni sport non siano adatti agli uomini, in quanto considerati prettamente femminili. Questo porta alle difficoltà degli adolescenti a dedicarsi a ciò che amano per la paura di essere derisi. Il problema è che questa tematica così importante viene oscurata da scene caotiche che non seguono un filo narrativo chiaro.
Spesso vengono anche inseriti aspetti che dovrebbero risultare comici, ma che non avvengono nel momento giusto. Per esempio, quando Miyako cerca di far capire a Junpei che sta danzando e che ha un talento innato, ci troviamo di fronte al protagonista che ci spiega più volte nell’arco di una scena che l’ha seguita solo perché voleva vedere le sue mutande. Subito dopo, però, lo vediamo danzare in una scena emotiva e intensa, che non ha niente a che vedere con la prima parte.
L’unica parte davvero ben rappresentata è la fine. Infatti, ci troviamo faccia a faccia con il passato di Junpei e del perché ha lasciato perdere la sua passione. Questa parte mi è davvero piaciuta molto, perché mi ha fatto comprendere molte scelte del protagonista. Se fosse stata all’inizio, avrei decisamente apprezzato di più questo manga.
Sicuramente nei prossimi volumi di Dance Dance Danseur vedremo uno sviluppo migliore della storia, ma come primo volume ha non poche mancanze a livello di trama.