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Arakawa Under the Bridge è una serie tratta dall’omonimo manga di Hikaru Nakamura, composto da quindici volumi pubblicati tra il 2004 e il 2015. Da questo è nato l’anime, le cui due stagioni sono state trasmesse nel 2010. L’anno successivo, nel 2011, è stata realizzata anche una serie televisiva live action, a cui è seguito un lungometraggio conclusivo con lo stesso cast.
Lo studio Shaft si è occupato della produzione degli episodi, ancora inediti nel nostro Paese. Crunchyroll permette la visione dell’opera, ma non in Italia per questioni di licenze.
La trama di Arakawa Under the Bridge
Ko Ichinomiya è un ragazzo proveniente da una famiglia alto borghese, che non ha mai dovuto preoccuparsi di niente, se non dell’unica regola imposta dal padre: mai indebitarsi con qualcuno.
Durante una giornata come tante, il ragazzo finisce per sbaglio nel fiume Arakawa e rischia di annegare. A salvarlo ci sarà una ragazza di nome Nino, a cui ora Ko deve la vita. Il giovane non riesce a sopportare l’idea di essere in debito con qualcuno e cerca immediatamente un modo per ripagare questa gentilezza. Nino inizialmente non fa caso a queste richieste, ma una volta messa alle strette chiede di essere amata e di vivere insieme a lei sotto il ponte Arakawa.
Inizia così una nuova vita per Ko, erede della Ichinomiya Corporation, che si troverà a convivere con strani personaggi sulle rive di un fiume.
Struttura dell’opera
L’anime, così come il manga, non ha una vera e propria struttura, si tratta di un insieme di siparietti divertenti che si susseguono per raccontare la vita sotto il ponte Arakawa.
Attraverso queste piccole avventure riusciamo a comprendere in modo sempre più approfondito i diversi personaggi e le motivazioni che li hanno portati a trovarsi in quella situazione.
Ko viene immediatamente soprannominato “recluta” (recruit in inglese), abbreviato da tutti “Rick”, o “Riku” in stile giapponese. Al posto che convivere subito con Nino, preferisce occupare la “villa”, senza sapere che questa villa non è altro che uno spiazzo vicino a uno dei piloni.
Nel tempo riuscirà a costruirsi un suo ambiente personale. Il suo lavoro è principalmente quello di docente per i bambini presenti nella piccola comunità, ma viene spesso coinvolto nelle avventure che toccano tutti gli altri protagonisti.
Come già accaduto con Nino, Riku finirà per essere oggetto della gentilezza di tutti e finirà quindi per indebitarsi temporaneamente. Ma dopo aver passato una crisi d’asma e aver trovato velocemente qualcosa da offrire in cambio, riuscirà ad appianare i debiti.
Nino dichiara di provenire da Venere, ma il suo abbigliamento tradisce le sue origini. Il suo nome infatti sembra essere diretta conseguenza dell’etichetta presente sulla sua tuta da ginnastica scolastica, che recita 2-3 (ni-no-san). Nuota incredibilmente bene e per questo è la pescatrice di punta del piccolo villaggio. Nella sua casa di cartone ha un letto lussuoso, ma preferisce dormire nella cassettiera sottostante.
Intorno ai due personaggi principali orbitano una ventina di personalità. Tutti inquilini dello spazio sotto il ponte. Tutte personalità singolari. C’è il capo villaggio, che sostiene di essere un kappa di 620 anni, anche se ovviamente indossa un costume di scarsa fattura. C’è Stella, un cantante che sostiene di aver avuto il suo momento di celebrità pochi anni prima e che al momento provvede all’intrattenimento musicale per la comunità. Shiro è ossessionato con la necessità di camminare su una riga bianca e vive in quella zona per poterlo fare senza disturbare nessuno, in accordo con la famiglia. I fratelli Tatsuo e Tetsuro millantano poteri psichici e la capacità di viaggiare nel tempo.
Nel corso degli episodi vediamo altri personaggi che sono meno presenti ma contribuiscono ad animare la vita di quell’angolo di Tokyo.
L’unico vero spunto di trama si ha verso la fine, quando il ponte e la sua comunità sono in pericolo. Questo episodio rivelerà nuovi aspetti della personalità di Ko/Riku e porterà a nuovi sviluppi.
Analisi
L’anime risulta molto divertente nella sua ottica nonsense, il delirio è assicurato ad ogni episodio. Alla lunga forse rischia di diventare un po’ ripetitivo, ma a questo va a rimediare la grande varietà di personaggi, che creano presupposti differenti e situazioni originali.
Sotto l’apparenza di divertente commedia, Arakawa Under the Bridge nasconde importanti riflessioni sulla società contemporanea, sui rapporti famigliari e sulla capacità individuale di affrontare i problemi della vita.
La famiglia di Ko, attraverso il suo credo è riuscita ad ottenere un grande successo economico e, in pieno stile giapponese, ha inculcato regole ferree nella testa del proprio erede. Grazie all’esperienza sotto il ponte però il ragazzo ventiduenne riuscirà a mettere alla prova le proprie convinzioni, arrivando a maturare una maggiore consapevolezza di come secondo lui dovrebbe vivere e quale sia il modo giusto di rapportarsi alle persone.
Il fenomeno rappresentato da Hikaru Nakamura è la cultura Denpa, che si riferisce alle persone che si sentono distaccate dalla società, finendo per cadere in deliri persecutori, fantasie irrealistiche e comportamenti assolutamente fuori dai canoni del cittadino modello.
Tutti i personaggi vivono alla giornata e sembrano essere più o meno felici, ma risulta evidente che si trovino in questa condizione a causa di traumi subiti nel corso della loro vita precedente. Nino ha un portamento troppo elegante per essere un’orfanella vissuta per strada, Stella è evidentemente un artista caduto in disgrazia dopo essere stato consumato dal durissimo mondo dell’intrattenimento giapponese e così via.
Alcuni sono difficili da inquadrare, ma lo spettatore è continuamente portato ad empatizzare con tutta la comunità che, pur essendo facilmente identificata da tutti come un gruppo di fannulloni, in realtà dimostra una forza vitale fuori dal comune.
Al di là di questi temi, il comparto tecnico è di buon livello, con animazioni ben realizzate e comparto sonoro di buona qualità, per quanto la serie non abbia grandi necessità da questo punto di vista.
Tutti i punti deboli della serie, come la mancanza di una trama lineare, personaggi sconclusionati e dalle storie poco approfondite, sono in realtà gli elementi che danno la spinta ad un prodotto che vuole far sorridere nonostante le difficoltà.