4000 firme lanciano un invito preciso a Weekly Shonen Jump: più attenzione verso i manga che pubblica ogni settimana, specialmente se contengono vignette a tema erotico. L’iniziativa è un’idea di Manabu Sekiguchi, che in una sola settimana ha trovata migliaia di alleati.
Il titolo della petizione riportato in inglese è “We Boys are not Wolves. Shonen Jump should distinguish between Eroticism and Sexual Violence”. Un messaggio mirato a chiedere non tanto una censura drastica ma l’aggiunta di note che inquadrino la natura dei manga con queste tematiche.
Pare che Sekiguchi abbia realizzato il bisogno dell’aggiunta di alcune avvertenze ripensando al manga To Love-ru pubblicato sulla rivista tra il 2006 e il 2009. Confrontandosi con altri lettori infatti lo avrebbe inquadrato come uno dei tanti modelli sbagliati che vengono forniti agli adolescenti: il manga contiene diverse scene a tema sessuale dove una ragazza viene costretta a prestarsi senza consenso.
Un invito insomma ad un approccio più pedagogico da parte dell’editore, data la giovane età del pubblico di lettori. La petizione sottolinea anche la difficoltà da parte dei ragazzini di distinguere fra realtà e fantasia, rischiando di considerare normali situazioni al limite del rispetto.
Sempre Sekiguchi aggiunge che il tema del consenso e dell’educazione sessuale sia carente nella formazione delle nuove generazioni soprattutto in Giappone, e per questo vorrebbe che i canali che hanno più impatto sui ragazzi fossero monitorati.
La raccolta firme è stata chiusa il 21 agosto, e verrà presto inviata alla Shueisha.
Weekly Shonen Jump, gli scandali recenti
Avevamo parlato poco tempo fa dello scandalo in redazione relativo alla pubblicazione del manga Act-age. Shonen Jump ha prontamente interrotto i rapporti con l’autore Tatsuya Matsuki, accusato di molestia sessuale nei riguardi di una studentessa delle scuole medie.In questo clima non suona inaspettata la richiesta di attenzione verso i contenuti a tema sessuale quando riguardano ragazze molto giovani.
Un secondo elemento messo in luce dai lettori negli ultimi anni rischia anche di alimentare le proteste: il personale della redazione è per la maggioranza maschile, fin dagli albori del settimanale.