Gli anime sono riconosciuti a livello globale per la capacità degli autori di raccontare storie complesse, accompagnate da espressioni artistiche di alto livello. Di certo gli studi di produzione che investono molto sul lato tecnico possono vantare una qualità visiva eccezionale, mentre la maggioranza dei prodotti sceglie una vita più sicura, uniformando lo stile su un livello medio, compromesso tra qualità e sforzo economico e produttivo. Alcune decisioni in questo ambito non sono state ben viste dai fan, che hanno criticato fortemente alcune opere, minando così la diffusione nel prodotto all’interno della comunità di appassionati.
7- Kaiji
Una storia ad alto contenuto adrenalinico, che si muove nell’ambito delle scommesse illegali, giova sicuramente di uno stile di animazione che mette in evidenza le espressioni dei suoi protagonisti, per alimentare la tensione nei momenti giusti. Kaiji però soffre per il suo design ai limiti del comico, con facce a punta ed espressioni a volte eccessivamente cartoonesche.
6- Air
L’animazione di questa serie è stata affidata nei primi anni 2000 a Kyoto Animation, da sempre garanzia di qualità. In questo caso però i problemi di questo adattamento dell’omonima visual novel riguardano lo stile prescelto. In un periodo di tempo nel quale stava prendendo piede lo stile moe, in cui l’aspetto dei personaggi veniva perfino distorto in favore di caratteristiche dall’impatto visivo più incisivo come occhi più grandi o espressioni più accattivanti, Air ospita alcuni tentativi non troppo riusciti. L’esagerazione di alcune caratteristiche fisiche dei personaggi è talmente enfatizzata da risultare orribile.
5- Shiki
Questa storia horror ambientata nel Giappone rurale riesce fin troppo a produrre un impatto visivo fin troppo disturbante. I suoi colori intensi, i personaggi surreali e alcune scelte estetiche come le capigliature che sfidano la legge di gravità rischiano di rovinare un’ambientazione altrimenti ben riuscita.
4- Beastars
L’animazione 3D non ha mai riscosso grande successo all’interno della comunità di appassionati di anime, soprattutto a causa di esperimenti di dubbia riuscita. Beastars ha provato a superare gli aspetti critici dell’animazione non convenzionale, riuscendoci solo in parte. Se a questo uniamo la presenza di protagonisti animali con sembianze antropomorfe e temi di natura sessuale, non è strano che una fetta di pubblico possa aver trovato l’anime in qualche modo problematico.
3- Gankutsuou
Questa interpretazione in salsa giapponese de Il Conte di Montecristo ripercorre le avventure narrate da Dumas con uno stile visivo che sembra unire l’impressionismo occidentale con lo stile ukiyo-e. Ogni segmento dell’anime sembra essere costituito da diversi livelli sovrapposti, che vanno a formare un’immagine fin troppo carica a livello visivo.
2- Flowers of Evil
Il manga originale di Shozo Oshimi è un’opera matura, che indaga temi tipici di un’opera drammatica con approfondimento psicologico. In assenza di un adattamento live action, ritenuto più calzante per Flowers of Evil, la produzione ha provato ad adottare l’animazione in rotoscopio. Una scelta coraggiosa, non sempre riuscita, con espressioni molto realistiche inserite in un design generale tipico dell’animazione. Decisione per alcuni calzante, per molti altri evitabile.
1- xxxHolic
Le Clamp sono conosciute da diversi decenni per la loro attitudine a generare disegni molto ricchi e dettagliati, con un impatto visivo sicuramente molto potente dal punto di vista estetico. Uno stile evidentemente molto difficile da replicare in forma animata, come dimostra xxxHolic, che spesso ricade in una rappresentazione distorta e fin troppo drammatica del materiale originale.