Rosso Profondo. Il titolo del nuovo fumetto di Tim Seeley, Dark Red, in Italia pare rimandare al successo del 1975 di Dario Argento. In effetti l’elemento horror non manca, ma siamo molto distanti fra le due opere sia dal punto di vista del tema che da quello geografico: le prime vignette ci portano in America, in una stazione di servizio semi-isolata.
La prefazione dell’autore, su sfondo nero prima di lasciarci alla storia e ai disegni di Corin Howell, ha un che di angosciante, molto probabilmente un effetto ricercato. Seeley espone le proprie paure quotidiane, come se il lettore fosse un confidente stretto: i dubbi sulla situazione attuale (siamo pur sempre nel 2020) e l’ansia per il futuro.
Si passa poi allo spunto che ha dato vita al protagonista di Rosso Profondo, ancora sconosciuto: Chip, così verrà presentato, è una versione romanzata del nonno di Seeley, che ha voluto così omaggiarlo. Dopo aver stabilito un legame con il lettore, si apre la scena.
Tim Seeley, Rosso Profondo e molto altro
Tra i temi prediletti da Tim Seeley troviamo supereroi e vampiri a pari merito. I secondi ci sono familiari ultimamente grazie ad una saga italiana di successo della Bonelli, Dampyr. Ma come vedremo l’approccio a questa figura dell’orrore è molto particolare.
Seeley ha illustrato varie serie, tra cui la saga G.I. Joe: A Real American Hero, la serie Loaded Bible in collaborazione con la Image Comics e New Exiles.
Rosso Profondo: la trama
Il turno di notte può essere davvero duro in una stazione di servizio: sono le ore in cui si aggirano ubriachi e maniaci…a volte entrambi. Chip, o meglio Charles, lo sa fin troppo bene. E da subito appare lampante che il giovane possa avere qualche potere psichico, con la facilità con cui si libera di un cliente attaccabrighe. La stessa fortuna non ce l’ha invece col suo capo, Renee, una signora di poche parole, che lo costringe a restare oltre l’orario per pulire.
La fretta di Chip di staccare da lavoro non è solo la stanchezza dovuta al turno di notte: l’alba rischia di bruciargli la pelle, e deve coricarsi in fretta per sfuggire alla luce solare. Se così non è ancora evidente, la conferma giunge poco dopo: l’uomo è un vampiro. Vive del sangue dell’amica Evie, affetta da policitemia (sovraproduzione di elementi del sangue) che ricava sollievo dal suo…prelievo quotidiano.
Chip da queste prime scene sembra un vampiro tranquillo, che ha imparato a vivere con la sua condizione, ma lo stesso non si può dire per alcune sue conoscenze: ha a che fare prima una banda di teppisti che vuole ribargli il “terreno di caccia”, poi con un curioso individuo di nome Viktor, apparentemente educato e formale.
Ma Viktor non ci mette molto a rivelare il suo piano. L’uomo è un fermo sostenitore dell’esistenza delle razze, tanto che Chip lo accusa di essere un nazista data la visione del mondo ideale che gli prospetta: guidato da vampiri bianchi, che ne saranno la futura élite. Purtroppo Chip aveva combattuto i nazisti diversi anni prima, come soldato nella seconda guerra mondiale, e proprio in quel periodo aveva subito la trasformazione. Nonostante Viktor gli offra di guidare il progetto al suo fianco, Chip lo massacra in preda al rancore.
Il primo volume di Rosso Profondo presenta un flashback sulla rinascita da vampiro di Chip nel terzo capitolo per poi riprendere la vicenda ad un ritmo concitato: mentre la compagna di Viktor inizia una trasformazione di massa, il protagonista recupera Evie per scappare con lei e strapparla ad una morte orribile, dopo che questa è ststa rapita per farlo uscire allo scoperto. Con una lotta strenua i due riescono a fuggire fino a Chicago. Ma pare che sia solo l’inizio di una battaglia più grande…
Qualche perplessità su Rosso Profondo
La lettura non è sempre scorrevole in Rosso Profondo: per quanto il corsivo renda bene i ricordi di Chip, imitando la calligrafia delle sue lettere, in alcuni punti risulta anche difficile da decifrare. Ma se questo è un dettaglio dovuto allo stile, ci sono anche alcuni aspetti della narrazione non ottimali.
Il contesto della storia è confuso in alcuni punti: il gruppo di teppisti che attacca Chip è un espediente abbozzato per introdurre la storia della gerarchia dei vampiri, le paranoie di Viktor occupano tre pagine e risultano pesanti. Verso le ultime pagine l’excursus sulla fede non è ben inserito in un contesto di lotta splatter.
Soprattutto la tematica del nazismo e della guerra è delineata in modo quasi banale, la parole di Viktor e della sua compagna suonano vuote rispetto al timore che dovrebbero incutere. Se può da un lato evidenziare quanto prive di spessore siano le convinzioni razziste e antisemite, dall’altro è solo di contorno all’aspetto della lotta tra vampiri e pare quasi un pretesto per iniziare la lotta. Il ciondolo con la stella di David è un deus ex machina per scatenare la rabbia di Chip, basato su un evidente stereotipo.
In sintesi, la storia si dipana con le dinamiche di un film d’azione più che di una revisione storica del dopoguerra americano. Da questo punto di vista i colori sgargianti del presente contro quelli sbiaditi dei ricordi di Chip rendono molto bene lo scarto.
Colori sgargianti e vignette “leggere”
Un fumetto horror di solito parte con uno stile cupo, colori scuri o sbiaditi…ma lo stile di Howell e l’uso del colore di Mark Englert alleggeriscono molto l’atmosfera in Rosso Profondo, ricordando in parte lo stile di cartoni dei primi 2000 come Martin Mystery. La grafica è perfetta per le scene di alleggerimento, tra cui le battute di Chip e i dialoghi dei bassifondi dei suoi complici, ma pare difficile calarsi in un clima di tensione con sangue rosa e granite fluorescenti.