RahXephon è una serie di fantascienza, scritta e diretta da Yutana Izubuchi nel 2002. L’anime, realizzato dallo studio Bones, è composto da 26 episodi, a cui è seguito un film riassuntivo. RahXephon è arrivato in Italia nel 2005 grazie a Shin Vision, ma l’azienda ha rilasciato soltanto due dvd sui nove previsti a causa del fallimento della società. Per Playstation 2 è stato realizzato anche un videogioco, distribuito soltanto in Giappone.
Yutana Izubuchi ha dichiarato di aver tratto ispirazione dagli scritti sul continente perduto di Mu teorizzato da James Churchward, oltre che da tematiche provenienti da altre antiche religioni.
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La trama di Rahxephon
Ayato Kamina è un ragazzo adolescente che vive a Tokio Jupiter, città racchiusa in una bolla che la separa dal resto del mondo. All’interno di Tokio Jupiter il tempo passa diversamente rispetto all’esterno.
Ayato riesce ad uscire dalla città grazie al maggiore Haruka Shotow del gruppo Terra. Il ragazzo nel corso della sua esplorazione scoprirà inquietanti verità sul mondo, che sono nascoste ai cittadini per il mantenimento dello status quo.
Il protagonista scoprirà l’esistenza dei Mu, invasori provenienti da un’altra dimensione, oltre all’esistenza di un’arma capace di combatterli, il misterioso robot RahXephon. Ayato sembra essere l’unico in grado di pilotare questa gigantesca macchina e si trova coinvolto dai militari nella lotta contro le incursioni dei Dolem nemici.
Struttura dell’opera
La vita di Ayato viene sconvolta all’inizio della serie da un attacco dei Mu alla città, ma anche dall’arrivo di due donne misteriose, che sembra vogliano proteggerlo. La vera storia inizia fuori dalla città, in cui viene messa in discussione la realtà stessa in cui il nostro protagonista si è sempre mosso.
Impossibile non paragonare RahXephon a Evangelion. Pilota adolescente, costretto contro la sua volontà ad affrontare una guerra che non comprende, con in ballo il futuro dell’umanità. Genitori assenti, organizzazioni segrete, fino ad arrivare alla conclusione, che però prende una direzione completamente differente.
L’anime punta ad appagare i sensi dello spettatore, con richiami pittorici e musicali, particolarmente ricercati per evitare i classici riferimenti alla filosofia occidentale.
Anche la narrazione è il più delle volte sottile, i colpi di scena non introducono spiegoni, ma sta allo spettatore cogliere le conseguenze di quanto sta succedendo. La trama è complessa e articolata, ma tutti gli interrogativi sembrano trovare soluzione al termine del racconto. I personaggi sono ben caratterizzati e le loro relazioni risultano coinvolgenti.
Il mecha design è coerente con la serie: non troviamo robottoni massicci pronti a far valere la loro potenza, ma le forme risultano più delicate, adatte a compiti esterni al campo di battaglia. Il focus non è sicuramente il combattimento, nonostante ci troviamo nel bel mezzo di una guerra.
La produzione è di alta qualità, con un comparto sonoro di alto livello, vero punto di forza della serie. La realizzazione tecnica risulta molto valida, per quanto si tratti di un anime del 2002.
Il finale
Gli ultimi minuti della serie sono lasciati volutamente aperti, ma l’interpretazione sembra essere univoca. RahXephon si conclude con un reset della realtà. Ayato riesce ad accordare il mondo, creando una dimensione che segue i suoi desideri. Umani e Mu vengono così riuniti e convivono pacificamente.
Senza la divisione originaria, molti dei problemi del mondo sono scomparsi, compresi la guerra e lo scostamento temporale tra la città e il resto del mondo. Ayato e Haruka si sposano, ma la cosa più strana è che Quon in questo universo è il frutto della loro unione. Possiamo anche notare che alcuni dei personaggi rimasti uccisi nel corso della guerra sono vivi e vegeti, mentre su altri rimane il mistero.