Edna, Grace, Katherine, Mollie e le sorelle Albina e Quinta sono 5 ragazze che vivono negli Stati Uniti del primo dopoguerra; nel 1918 il mondo vive finalmente in pace e la vita è là, pronta ad essere goduta specialmente se sei giovane e con uno stipendio che ti permette qualche sfizio.
Apparentemente è così anche per loro, ma la storia (e non solo) è pronta a bussare alla loro porta, perchè le giovani non lo sanno ma tutti le conosceranno come Le Ragazze del radio, ovvero Radium Girls che rivivono oggi grazie all’atteso fumetto della francese CY.
Lip, Dip, Paint, Repeat
Oggi tutti associamo, specie in queste ultime settimane, il radio alle radiazioni e quindi a qualcosa di potenzialmente nocivo ma non è stato sempre così. Perfino la stessa Marie Curie, che il radio scoprì ed isolò per prima, fino alla morte sostenne che fosse un elemento chimico del tutto innocuo.
Niente di strano quindi che, qualche anno dopo la scoperta della radioattività, il radio venisse considerato “alla moda” e le industrie facevano a gara per utilizzarlo nelle creme di bellezza, applicato ai vestiti e nei cosmetici e così via, partendo dall’idea che avesse proprietà curative.
L’uso più diffuso ovviamente era quello che ne vedeva l’impiego sui quadranti degli orologi, principalmente militari, nelle fabbriche della US Radium Corporation che li produceva con il marchio Undark.
Negli stabilimenti della USRC lavoravano circa 70 donne, a cui veniva insegnato l’uso della tecnica Lip, Dip e Paint: per risparmiare sull’utilizzo di acqua e altri strumenti e per preservare più possibile i pennelli e la loro precisione, gli operai venivano invitati a leccare la punta del pennello prima di immergerla nella vernice e dipingere il quadrante in lavorazione, ripetendo il tutto ogni volta.
Ne consegue che le quantità di radio così ingerite erano tali da accumularsi nell’organismo ed avvelenarlo in breve tempo; e non è neppure vero che tutti ne ignorassero la pericolosità visto che il medico ucraino Sabin Arnold von Sochocky (fondatore della compagnia) diceva alle lavoratrici di evitare la pratica del Lip, Dip, Paint in quanto pericolosa.
Del resto i proprietari della fabbrica si tenevano a debita distanza dal radio, così come gli scienziati e i chimici che addirittura lo maneggiavano con tenaglie e protetti da maschere e schermature di piombo.
Semplicemente, con una pratica abbastanza comune nelle società capitalistiche che non rimarrà isolata, si decise di sacrificare deliberatamente le vite delle Radium Girls sull’altare del guadagno.
Tuttavia il loro sacrificio non è stato vano, la loro storia non è stata dimenticata: grazie alla caparbietà di queste cinque ragazze che hanno avuto la forza nonostante la malattia di citare in giudizio la USRC è nato il concetto di “malattia professionale”, che oggi esiste in tutti gli ordinamenti giuridici al mondo, e sono state riviste le normative a tutela dei lavoratori preesistenti tra cui l’introduzione della possibilità per il lavoratore di citare in giudizio il datore di lavoro per ogni evento avverso subito in ambiente lavorativo.
Radium Girls raccontata da Cy
Partendo dai fatti noti, Cy crea un fumetto interessante e vibrante in cui ci mostra la vita delle 5 ragazze del radio originarie dal momento dell’assunzione di Edna Bolz ai primi incidenti fino alla chiusura del caso avvenuta nel 1928 con il raggiungimento di un accordo tra la compagnia e le ragazze superstiti.
Nel raccontare la loro storia, Cy usa una delicatezza che non è solo quella del suo tratto per restituirci un’immagine vivida e brillante di un gruppo di ragazze alle prese con la vita quotidiana e con la voglia di vivere tra balli e relazioni amorose.
Un gruppo di colleghe che diventano amiche e il cui rapporto si incrina solo quando Mollie, prima vittima dell’avvelenamento, morirà e i medici compiacenti indicheranno nella sifilide la causa del decesso, compromettendo anche l’immagine e il ricordo delle ragazze morte a causa dell’avidità altrui.
La delicatezza di Cy, accurata nel seguire le vicende con buona precisione storica, è anche nel tratto come dicevo prima: Radium Girls è un bel graphic novel che l’autrice francese rende con delle matite delicate, in cui tavola dopo tavola possiamo quasi intravedere ogni singolo tratto e che utilizza quasi solo due colori per esprimere un’ampia gamma di situazioni e di emozioni: il viola e il verde acido, quasi radioattivo.
Toccante anche la scelta stilistica di rendere gli eventi più tragici che riguardano le ragazze, quasi come se fossero artigliate, ghermite e sottratte alla vita da una morte tanto immeritata quanto evitabile.
Il risultato finale è meritorio di una lettura, anche ripetuta, per carpire a fondo l’essenza di questo Radium Girls, opera su cui meditare anche dopo avere letto l’interessante intervista all’autrice.