Leiji Matsumoto è un maestro delle Space Opera; nella sua carriera ultra decennale ha pubblicato manga di tutti i generi, è vero, ma è proprio nel genere fantascientifico che si è realizzato ed è diventato famoso.
Le opere in cui più di tutte si ritrova la sua poetica sono Capitan Harlock, indubbiamente il suo lavoro più iconico, Galaxy Express 999 e l’ultimo manga che completa questa trilogia spaziale, parliamo per l’appunto di Queen Emeraldas. C’è anche la Corazzata Yamato, è vero, ma quella serie ha uno spirito avventuroso più che intimistico.
Anche Queen Emeraldas appartiene al medesimo universo delle altre due opere: Emeraldas, la piratessa protagonista di questa nuova avventura, è la sorella gemella di quella Maetel che incontriamo a bordo del Galaxy Express 999 e anche i riferimenti ad Harlock e alla sua nave, la leggendaria Arcadia, sono presenti all’interno dell’opera, così come un personaggio che come scopriremo ha una certa importanza per la vagabonda del mare dello spazio.
“Io sono Emeraldas, la donna che solca il mare
cosmico sventolando la bandiera con un teschio
bianco su sfondo rosso sangue…a chiunque
mi si opponga, non concedo pietà”
Nel caso di Queen Emeraldas siamo davanti ad una sorta di tesoro perduto di Matsumoto, dal momento che è un’opera di cui poco si parla e che da parecchi anni non vedevamo più nel nostro paese; il tutto a dispetto della bellezza della storia e delle atmosfere.
La strega dell’universo
Con questo soprannome è conosciuta la giovane Emeraldas, famosa per solcare la galassia a bordo della sua Queen Emeraldas, temuta da tutti coloro che ne scorgono la sagoma anche senza vederla (chi la vede direttamente non sopravvivrà all’incontro).
Come detto Emeraldas è la sorella gemella di Maetel ed è animata da una profonda sete di libertà; proprio questa sua voglia di non dipendere da nessuno la porta ad abbandonare il pianeta Terra, dei cui abitanti disprezza i costumi decadenti, imbarcandosi in un’avventura che la porterà a girovagare per lo spazio fino al momento in cui una guerriera moribonda le affiderà la propria nave. Per un curioso, ma non troppo, scherzo del destino la nave si chiama Queen Emeraldas e proprio sulla polena è presente una donna del tutto identica alla giovane.
Inizia così un viaggio che diventa ben presto anche un momento di crescita personale, destinato a durare per sempre (come ripete a più riprese la stessa Emeraldas) e che è scandito da incontri con numerosi e differenti tipi umani. Tra i personaggi incontrati dalla piratessa spiccano quelli con Hiroshi Umino e Tochiro Oyama.
Come spesso avviene nelle opere di Matsumoto, anche Queen Emeraldas inizia in medias res e il primo personaggio che incontriamo e proprio Hiroshi; si tratta di un ragazzo animato dalla stessa testarda voglia di libertà di Emeraldas che, costruendo la propria astronave pezzo per pezzo riesce ad abbandonare un pianeta Terra in cui non c’è spazio per quelli come lui, finendo per schiantarsi su Marte.
Rivedendo nel giovane uno spirito affine, sarà proprio Emeraldas ad aiutarlo intuendo che da quel momento in poi le loro esistenze saranno unite per sempre; potremmo dire che Hiroshi è il vero deus ex machina della storia, colui senza il quale la narrazione non andrebbe avanti.
Questo nonostante Matsumoto mescoli con la consueta sapienza la linea temporale presente ad una serie di flashback sul passato di Emeraldas, in cui solo alla fine trova spazio l’incontro con Tochiro e un brindisi con quello che probabilmente è un giovane Harlock in incognito, prima della costruzione della leggendaria Arcadia.
La forza di volontà emanata da quell’ometto apparentemente dimesso è talmente potente da far si che Emeraldas trascorra gran parte della propria vita nel tentativo di ritrovare l’ingegnere amico di Harlock.
Nel frattempo, in attesa di un incontro che probabilmente non avverrà mai (e sappiamo anche perchè) Emeraldas diventa una sorta di angelo custode per Hiroshi, svelando che quanto si dice su di lei è vero solo a metà: la donna è spietata sì, ma solo con chi lo merita e osservando la legge del più forte che vige nello spazio.
Nel loro vagabondare, sia Emeraldas che Hiroshi incontreranno tanti umani tra cui solo pochi saranno figure positive, spesso destinate ad un finale tragico tipico dell’uomo comune che compie scelte straordinarie dettate dalle circostanze in maniera più o meno volontaria. La maggior parte degli uomini incontrati dai protagonisti è anche peggio di quei pirati, come Harlock ed Emeraldas, cui si oppongono; gente che prova piacere nell’uccidere avversari inermi o ritenuti inferiori, pronti a schiavizzare il prossimo e a compiere qualsiasi tipo di delitto per pura e semplice avidità.
Contrasto reso in maniera evidente da Matsumoto con tavole ricche di opposizioni in bianco e nero a rimarcare la totale differenza, e il rovesciamento dei ruoli, tra chi si proclama alfiere della stirpe umana e chi è mosso solo dalla propria forza di volontà.
Purtroppo, anche questa è una cifra stilistica tipica del Maestro Matsumoto, la storia di Emeraldas e Hiroshi è destinata a non conoscere fine: scivolando sulle onde del mare spaziale, così come lo abbiamo incontrato il vascello pirata continua ad avanzare incontro al proprio destino, ancora molto distante dal compiersi, lasciando la strada aperta a nuovi capitoli o ad una conclusione che ciascuno di noi può immaginare al termine della lettura dei 2 volumi.
Del resto, come spesso avviene, anche in Queen Emeraldas Matsumoto allude più che mostrare. Questo lo si capisce guardando le sue tavole quasi sfumate, spesso prive di dettagli; solo le navi e le componenti tecnologiche sono iper dettagliate, mentre le figure umane diverse dai personaggi sono molto stereotipate, tra personaggi altissimi e longilinei e altri più tozzi e grotteschi.
Tutto ci ricorda come l’uomo sia un granello di sabbia al cospetto delle macchine e dello spazio, che non a caso escono al di fuori dei confini della pagina illustrata e quindi del manga stesso.
L’edizione J-Pop
J-Pop, che ringraziamo per averci fornito la copia stampa su cui è basata questa recensione, ha avuto un doppio merito: riportare Queen Emeraldas in libreria e fumetteria e proporlo in una prestigiosa edizione deluxe.
Questa edizione, di formato più grande rispetto alla precedente, include anche alcune storie autoconclusive speciali mai pubblicate finora e fondamentali per capire davvero lo spirito dell’opera, oltre ad una interessante intervista allo stesso Matsumoto che non è mai banale da leggere.
I due volumi sono disponibili separatamente, è vero, ma è sicuramente consigliabile acquistarli insieme dal momento che J-Pop ce li propone in un elegante cofanetto che è sicuramente il modo migliore per conservare questa gemma nella nostra libreria.