In questa serie di articoli commenteremo settimanalmente gli episodi di Platinum End in corso di trasmissione in Giappone e in streaming su diverse piattaforme anche in Italia, come Crunchyroll.
Si parla della stagione in corso e degli episodi appena trasmessi, quindi tutto il contenuto è da considerarsi SPOILER per chi non fosse in pari con la serie e con gli ultimi episodi. Se ne sconsiglia quindi la lettura, a meno di essere particolarmente masochisti.
Dopo questo avviso, possiamo iniziare!
La situazione è diventata esplosiva. Mukaido ha sofferto le conseguenze della trappola operata da Metropoliman, ma per Mirai il combattimento inizia ora. Un faccia a faccia tra candidati dotati di tutti i poteri, ma ovviamente il nostro punto di vista è quello del soggetto più svantaggiato.
Il suo nemico ha a disposizione un gran numero di armi, abbiamo visto che questo velocizza considerevolmente la possibilità di lanciare dardi, moltiplicando la pericolosità del supereroe mascherato.
Due visioni del mondo di scontrano: il rispetto della vita umana sembra essere la differenza fondamentale tra i due ragazzi, o quantomeno la volontà di sacrificare qualcuno per i propri scopi.
Di fronte vediamo persone che hanno un vissuto simile, dopotutto tutti i candidati sono stati ripescati in punto di morte, dopo aver perso la volontà di vivere a causa delle disavventure che ha riservato loro un’esistenza priva di felicità. Nonostante questo, la differenza non potrebbe essere più ampia.
La battaglia entra subito nella sua componente psicologica, con Metropoliman che svela la prossima parte del suo piano: far esplodere altri edifici, nel tentativo di scoprire quanti più candidati possibile, o quantomeno il loro carattere – e con esso le probabilità di batterli.
Mukaido gioca con la propria vita, ormai ci è abituato. L’unica arma a disposizione del nostro schieramento è uno scambio di ruoli, per far credere all’avversario che Mirai sia sprovvisto di una freccia bianca, rappresentando quindi un pericolo minore.
E’ l’uso creativo della freccia rossa a dominare la fase successiva dello scontro. A quanto pare i doni divini possono interagire tra loro, annullando di fatto il potenziale offensivo dei contendenti.
La situazione di stallo rischia di sbilanciarsi in favore di uno o dell’altro schieramento, solo il buon cuore di Mirai ha permesso a Kanade di fuggire, rimandando così l’epilogo dello scontro.
Siamo giunti ad una fase particolarmente problematica. Mirai non è disposto a lottare, a ferire i suoi nemici, anche se questi vogliono farlo fuori. Un atteggiamento al contempo gentile, per il suo rispetto della vita, ma anche egoista, perché dalle sua azioni dipende il destino di diverse persone, che giorno dopo giorno muoiono durante questo conflitto, come candidati o come vittime collaterali. Evitare di agire, in un modo o nell’altro, rappresenta soltanto il bisogno che qualcuno risolva la questione al suo posto.
Si sta delineando il corso d’azione della serie, con un conflitto aperto in cui i principali contendenti dovranno fare attenzione a non scoprirsi, mentre i candidati rimanenti si troveranno in un fuoco incrociato e troveranno un modo per entrare in gioco al momento giusto.
La posta in gioco, come sempre, è altissima.