Nel 1996, sulla rivista Ultra Jump comparve per la prima volta Outlaw Star.
Il manga, nato da un’idea di Takehiko Ito, venne pubblicato per 3 anni prima di concludersi dopo 21 capitoli; l’opera ha inoltre ispirato un adattamento anime di 26 episodi, andato in onda in Giappone agli inizi del 1998.
Prodotta da Sunrise e diretto da Mitsuru Hongo, la serie ha raccolto dei consensi decisamente positivi, arrivando ad essere trasmessola qualche anno dopo su canali come Cartoon Network negli Stati Uniti.
In Italia, l’anime rimane tuttora inedito, mentre il manga è stato tradotto e rilasciato al grande pubblico da Planet Manga.
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La trama di Outlaw Star
Dopo aver iniziato ad utilizzare una nuova fonte di energia arrivata dallo spazio, gli umani di Outlaw Star sono diventati capaci di viaggiare tra i vari pianeti presenti nel vasto universo.
Come accade spesso in storie simili, con la formazione di nuove colonie e di rotte di scambio intergalattiche, anche la criminalità raggiunge nuove frontiere. Nonostante la Earth Federation abbia cercato di stabilire un ordine, sono i giochi di potere interni alla federazione stessa che si nascondono dietro ai continui scontri tra pirati spaziali e forze della “legge”.
Il protagonista di Outlaw Star è Gene Starwind che, accompagnato dal giovane Jim Hawking, si ritrova tra le mani una super navicella, chiamata XGP15A-II, rubata da una famosa e temuta pirata, Hilda. Se ciò non bastasse, i due protagonisti devono anche prendersi cura di Melfina, un androide capace di comunicare e gestire la nave.
Partiti alla ricerca del Galactic Leyline, luogo misterioso in cui si dice sia nascosto un tesoro di inestimabile valore, la crew composta da Gene, Jim e Melfina si arricchisce di nuovi compagni e affronta temibili nemici.
Analisi e Opinioni
Si potrebbe dire che Outlaw Star viva nell’ombra di grandi classici del genere, come Cowboy Bebop. Non si può fare a meno che paragonare più di un fattore, avendo storie che partono da basi così simili.
Un primo punto di confronto, che purtroppo vede Outlaw Star dalla parte dello sconfitto, sono le animazioni e l’art in generale. Lo stile è classico anni ’90, quindi apprezzabile o meno a seconda dei propri gusti personali, ma ci sono alcuni dettagli sui quali tutti non possono che concordare. Per farne degli esempi, basta pensare ai connotati di Gene, che in alcuni episodi cambiano da una scena all’altra, o al character design di altri personaggi, decisamente poco entusiasmanti e quasi blandi.
Tra le cose che la serie fa bene, però, c’è il pace. Il ritmo della narrazione non è né troppo lento né troppo veloce, negli episodi si alternano bene momenti di riflessione dei personaggi a scene d’azione. In generale, si riesce a seguire ogni sviluppo abbastanza bene, anche se gli ultimi due episodi escono leggermente da questo schema, probabilmente per la fretta di dare un senso di chiusura e completezza al plot.
Apprezzabile anche il quantitativo di informazioni che viene dato allo spettatore sul mondo e sulle razze presenti nell’universo di Outlaw Star. Anche se non sempre utili ai fini della trama o collegati a ciò che succede negli episodi, riescono comunque nel loro intento, facendo sentire chi guarda più coinvolto.
I personaggi sono tutti abbastanza interessanti, parlando di Gene nello specifico è facile ritrovarsi un po’ nei suoi dubbi e dilemmi. È un personaggio ben caratterizzato, grazie a quel tocco che lo rende effettivamente umano, il suo approccio alle cose risulta alquanto realistico.
Nonostante questo, non è eccessivamente originale o innovativo a livello di backstory. Gene ha un passato traumatico che lo ha portato ad avere carattere non facile da gestire o apprezzare, ma con un cuore d’oro che si nasconde dietro la maschera.
Ad accompagnare il protagonista c’è Jim, giovanissimo, ma più maturo del suo compagno di avventure in tanti aspetti. I due uniti sono un vero e proprio power-duo che si completa a vicenda. Da un lato c’è l’impulsività di Gene, mentre dall’altro c’è un’attenta pianificazione portata avanti da Jim.
A livello di caratterizzazione dei vari membri della crew e non, ci sono domande che sorgono spontanee, ma non trovano risposta, almeno nell’anime. Parlando ad esempio di Hilda, pirata dalla terribile reputazione, non si scopre mai come abbia potuto mettere le mani sulla navicella e su Melfina.
Alla fine dei conti, Outlaw Star è un’opera abbastanza interessante, anche se non allo stesso livello di altri anime o manga dello stesso genere.