Magu-chan: God of Destruction è un titolo che difficilmente rientra nelle discussioni degli appassionati esterni al territorio Giapponese, il manga di Kei Kamiki da quando ha iniziato ad essere serializzato sulla famosa rivista Weekly Shonen Jump non è mai riuscito ad ottenere un successo costante.
Ora dopo poco più di un anno e mezzo dalla pubblicazione delle prime tavole, giugno 2020, è arrivato il momento di immergersi nella lettura delle pagine conclusive con protagonista la scapestrata Ruru, le sue disavventure insieme al divino Magu-chan si fermano quindi a quota 77 capitoli con per ora 4 volumi all’attivo.
Weekly Shonen Jump ha da sempre abituato i lettori ad un cura minuziosa nei confronti dei festeggiamenti legati ai traguardi raggiunti dalle più svariate opere, solitamente se un manga incontra la propria fine editoriale vengono riservate a lui sia la copertina del magazine sia la possibilità di avere alcune pagine impreziosita da una colorazione completa .
Ciò non accadrà per il decimo numero in uscita questa settimana, l’editore ha infatti deciso che anche se al suo interno vi sarà riportato l’ultimo capitolo di Magu-chan: God of Destruction tutti i “plus” sopracitati saranno dedicati ad un progetto di maggiore successo economico (One Piece).
L’autore Kei Kamiki non è la prima volta che si affaccia al mondo dell’editoria fumettistica avendo dato il proprio apporto ad altre opere sotto lo pseudonimo di Keiji Inayoshi, è sua infatti l’idea alla base e di conseguenza la sceneggiatura del manga Dokusaisha Zeke (2015).
La trama di Magu-chan: God of Destruction
Ruru Miyanagi è una studentessa di seconda media che vive costantemente un intenso dramma famigliare, dopo aver perso il padre ha dovuto passare la propria infanzia in solitudine avendo una madre lavoratrice che doveva sostenere economicamente tutte le spese. La sua vita cambierà nel momento in cui verrà in contatto con il sigillo che tiene segregato il Dio della Distruzione denominato Magu Menueku. Ruru dopo averlo liberato dovrà aiutare l’arrogante divinità a ritrovare la sua forma originale.