Dalle eroine di Licia Troisi ai dannati dell’Inferno di Dante il passo è stato corto per Paolo Barbieri. Un illustratore consacrato allo stile gothic fantasy può trovarsi a suo agio fra le tombe infuocate e le mura di Dite?
La risposta è nell’edizione illustrata uscita nel 2012 che quest’anno ricompare in libreria con alcuni contenuti inediti. Caronte in copertina ma anche altre illustrazioni assenti nella prima edizione. Intendiamoci, Paolo Barbieri ha messo a colori le scene più incisive della prima cantica. Ogni immagine è accompagnata dai versi che la introducono, dando una bella sensazione di sottofondo scenico.
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Si parte come sempre dalla selva oscura, intricata e senza via di fuga. Qui Dante incontra le tre fiere, ritratte con musi feroci e zanne scintillanti dall’illustratore. Simboleggiano lussuria, superbia e avarizia. Bloccando la strada al poeta lo costringono ad addentrarsi nel luogo peggiore sulla Terra, sotto la guida di Virgilio.
La mappa di Barbieri presenta il primo regno ricalcando in stile tolkieniano la storica illustrazione delle cerchie infernali. Ci riferiamo a quella di Botticelli, che da sempre è presa ad esempio.
Dopodiché veniamo introdotti a una serie di personaggi della Divina Commedia, ritratti nel loro supplizio. Una menzione d’onore però va anche ad alcuni dei guardiani dei cerchi, tra cui re Minosse e Cerbero. Sono leggende d’impronta pagana ma per questo molto più adatte ad un disegno epico/fantasy, e forse sono quelli riusciti meglio.
Non a caso Barbieri mette tutta l’enfasi sulle creature infernali e soprattutto sulle ambientazioni cupe e minacciose. Il fantastico è l’elemento a cui è più abituato. Lucifero, i Giganti, le arpie…sono i protagonisti preferiti delle immagini di questo Inferno di Dante. Certo, alcune figure umane non si possono saltare: Ulisse, Paolo e Francesca. Data la loro consistenza incorporea le anime sono ritratte quasi sempre con la parte inferiore del corpo evanescente.
I protagonisti di questa prima cantica illustrata sono gli incontri incredibili di Dante. Il poeta scompare davanti alle scene, per riapparire di colpo solo alla fine, uscito sotto le stelle. Anche Virgilio viene solo presentato in bianco e nero e con tratto fugace all’inizio. Così il lettore può calarsi nell’atmosfera immaginata da Barbieri.
Lo stile di Paolo Barbieri nell’Inferno
Ogni artista porta con sé il proprio tratto come una seconda firma. Le copertine delle Cronache del Mondo Emerso, con le eroine dai tratti delicati e perfetti, sintetizzano lo stile di questo illustratore. La sofferenza negli sguardi nei dannati ritratti da Barbieri è ben resa. Ma sono tutti corpi perfettamente proporzionati, il che stona. Stiamo pur sempre parlando di corpi straziati e persone comuni, non elfi eterni e principesse appena sbocciate.
Insomma, dal regno fantasy dove smagliature e adipe non esistono qui siamo all’estremo opposto. La drammaticità e la mostruosità sono ben rese. Ma si tratta di persone comuni che subiscono le loro scelte, e qui questo aspetto del poema viene perso.
Consapevole di questo il disegnatore si è focalizzato molto sulle figure di stampo mitologico, molto più adatte a questo tratto. Le mura grottesche e le ambientazioni infuocate rimandano ai romanzi di Tolkien più che all’Inferno.
Un aspetto lodevole invece è la resa magistrale dei corpi alla maniera classica ossia senza malizia alcuna. Sono scene che trasmettono angoscia al punto giusto e il nudo è reso molto bene.
L’illustratore
Paolo Barbieri è nato a Mantova nel 1971, e già da bambino si appassionò al disegno. Iniziò a collaborare con delle case editrici italiane nel 1996, dopo aver affinato il proprio stile.
La notorietà arrivò grazie alla collaborazione con Licia Troisi, realizzando le copertine per l’intera saga del Mondo Emerso. Nel 2008 realizzò anche Le creature del Mondo Emerso, ritraendo i personaggi del mondo della scrittrice in un unico albo illustrato.
L’Inferno di Dante illustrato da Paolo Barbieri arriva nel 2012. L’anno prima era stato ospite d’onore al festival Lucca Comics and Games.