Torniamo ad imbarcarci insieme all’equipaggio de La Belgica di Toni Bruno in questa seconda parte del suo racconto marittimo. Pubblicate da Bao Publishing, le pagine racchiuse all’interno di questo nuovo volume, dal titolo La melodia dei ghiacci, raccontano il seguito dei quell’azzardata spedizione in Antartide, con un occhio di riguardo alle emozioni provate dai marinai e dalle persone che abbiamo avuto il piacere di conoscere nella prima parte del romanzo, quando i piedi erano ancora fermi saldamente sul pontile.
Anche ne La melodia dei ghiacci, il mare rimane il protagonista della storia, ma questa volta viene affiancato da una controparte terrestre decisamente più importante e marcata, capace sul finale di lasciare il lettore con quell’amaro in bocca tipico delle storie finite sul più bello, con una nota romantica, ma capace di stroncare le speranze ed i sogni di chi ama il lieto fine.
Prima di proseguire la lettura, consiglio di leggere la recensione relativa alla prima parte della storia de La Belgica, intitolata La Belgica Vol. 1 – Il canto delle sirene.
Storie di mare e terra
Il secondo volume de La Belgica continua esattamente da dove il primo si era fermato, con un urlo di terrore che minaccia la vicinanza di un iceberg a tribordo. Una frase di poco conto se usata fuori contesto, ma che sottolinea la criticità di una spedizione già segnata da diversi momenti difficili e pericolosi.
La nave è in preda alle turbolenze di mare in tempesta, il suo equipaggio fa di tutto per restare saldo e riuscire a superare anche questa sfida, ma pare che la sfortuna che accompagnava le dicerie sullo scafo, sia in qualche modo veritiera.
Superato il primo momento difficile, segnato dalla perdita di un uomo in mare, la scena cambia drasticamente, portando con se il lettore in quella che il nostro Jean definirebbe casa. La sua amata Claire sta affrontando la difficile separazione improvvisa dal ragazzo, cercando di evitare le proposte dei pretendenti e non curandosi delle malelingue tipiche del paese. Tuttavia, la visita di un’amica d’infanzia le darà la spinta per lanciarsi in una nuova avventura, accettando di trasferirsi con lei ed appoggiando successivamente la sua causa, partecipando attivamente alla lotta per i pari diritti delle donne.
Uno spaccato che porterà il lettore a leggere due storie contemporaneamente, ma legate da un destino comune. Da una parte la dura vita in mare di Jean, che dovrà tentare di superare l’inverno che ha inghiottito La Belgica incastrandola in Antartide, dall’altra la vita di città di Claire e la lotta per i diritti delle donne. Entrambe unite da una sola speranza, quella di rivedersi. Una speranza che tuttavia, viene minata dalla distrazione di alcuni personaggi e dalla casualità del fato.
La Belgica è il suo equipaggio
Quella de La Belgica, è un racconto fatto di persone e sentimenti, oltre che il racconto di una sfortunata spedizione. Come nel primo volume dell’opera, anche in questa seconda parte Toni Bruno sottolinea, in ogni pagina, quanto sia importante il valore umano e quando la determinazione possa fare la differenza nei punti cruciali della vita.
Una svista, una semplice dimenticanza di un uomo, farà la differenza nella vita di molte persone, soprattutto in quella dei nostri due protagonisti, cosi come le scelte di un capitano metteranno a rischio un intera spedizione. Storie di uomini e donne che hanno deciso di affrontare a testa alta le difficoltà della loro vita, anche senza conoscere il risultato che le loro scelte porteranno. Il tentativo continuo di cambiare le cose e di riuscire a fare la differenza, sono due dei motivi che spingeranno Jean e Claire a continuare il loro percorsi, con solo quella speranza di rincontrarsi a scaldare il cuore di entrambi.
Una speranza che tuttavia non basta, e che nella seconda parte del volume, viene rappresentata dalle tavole talvolta mistiche di Toni Bruno, capaci di farci sentire le sofferenze dell’animo dei suoi marinai e dei suoi protagonisti. Disegni che diventano via via sempre più chiari nella loro lettura, per poi trasformarsi in visioni mastodontiche, capaci di sparire voltando pagina, lasciando al lettore solo la realtà come finale dell’opera.
Perché La Belgica parla di questo, di una storia realmente esistita, raccontata anche in questo secondo volume, da quelli che sono i diari di bordo del suo capitano. Romanzando le parti più romantiche ed alleggerendo, dove possibile, la crudeltà delle parti più dure e fredde. Un racconto di mare fatto di uomini e sogni capace di trasportare il lettore nel suo lungo e tortuoso viaggio, e che saprà far appassionare ed avvicinare ai suoi personaggi, soprattutto nella sua parte conclusiva.