Per chi si fosse perso il precedente articolo (che vi consigliamo di leggere) diciamo brevemente che lo Shintoismo è una religione politeista nativa del Giappone. Vengono adorati dei Kami, che rientrano nella definizione di divinità, spiriti naturali e presenze spirituali; alcuni di questi sono considerati degli spiriti guardiani di un determinato luogo e altri, invece, rappresentano un determinato oggetto o evento naturale (Susano-o: l’incarnazione del Vento e della Tempesta).
Avevamo concluso il mito della creazione con Inazami, che morì dando alla luce Kagu-Tsuchi, l’incarnazione del fuoco, e venne successivamente sepolta sul monte Hiba. Adirato Izanagi uccise Kagu-tsuchi e dalla sua morte vennero generate moltissime altre divinità!
Ma cosa successe dopo? Andiamo a scoprirlo insieme.
IZANAGI E LA TERRA DEI MORTI
Disperato per la morte della compagna, Izanagi intraprese un viaggio verso Yomi: “la terra teneborsa dei morti”; una volta arrivato, trovò poche differenze con la terra superiore, a parte l’eterna oscurità, che era sufficiente nel farlo soffrire, in mancanza della luce della vita che era presente nel mondo superiore. Addentratosi in questa terra, riuscì con qualche difficoltà a trovare Izanami. Alla richiesta di Izanagi di tornare indietro con lui, Izanami disse che ormai era troppo tardi, visto che aveva già mangiato il cibo degli inferi e che questa la legava alla terra dell’oscurità.
LA TERRIBILE VERITA’
Rifiutandosi di accettare la scelta di Izanami, continuò a stargli vicino e nella notte, mentre dormiva, prese il pettine che legava i lunghi capelli e lo accese come una torcia. Con l’improvvisa luce che veniva sprigionata, Izanagi vide una orripilante figura che un tempo era sua bellissima compagna: un corpo di carne devastata dalla decomposizione, pieno di larve ed altre creature abbominevoli che vi camminavano sopra!
In preda al panico e allo shock, Izanagi iniziò a correre, con l’unico scopo di ritornare fra i vivi e abbandonare la moglie! Vedendolo scappare però, Izanami iniziò a inseguire il marito insieme alle Shikome (arpie) che avevano il compito di riportarlo indietro.
LA FUGA DI IZANAGI
Sopraffatto dall’adrenalina, dovette velocemente pensare a come scappare, e gettò a terra il suo cappello, che si trasformò in un grappolo d’uva, dove le Shikome inciamparono, ma continuarono l’inseguimento. Successivamente lanciò il pettine, che divenne un cespuglio di canne di bambù; neanche questo riuscì a fermarle e allora Izanagi urinò contro un albero, formando un grande fiume, riuscendo così ad avere un discreto margine di vantaggio. Purtroppo continuarono a inseguirlo, costringendolo a gettare addosso alle Shikome delle pesche. Quasi al limite delle sue forze, riuscì a uscire da Yomi e con l’ultimo sforzo, chiuse l’entrata della caverna con una grossa roccia.
LA NASCITA DELLA MORTE
Chiusa l’entrata per il regno dei morti, Inazagi sentì le urla della sua ormai defunta moglie:
“Se mi abbandoni, ucciderò 1000 persone viventi ogni giorno!”
A queste parole, d’istinto, Izanagi rispose:
“In questo caso, allora, darò vita a 1500 persone viventi ogni giorno!”
Ed è così, secondo il mito shintoista, che nacque la morte, provocata dalle mani di Izanami, abbadonata da quello che un tempo era il suo compagno.