Osamushi Collection, la collana retrospettiva di J-Pop dedicata alle opere del maestro Tezuka Osamu, si è arricchita ulteriormente con un altro dei suoi numerosi lavori.
Dopo aver parlato della prima parte di Il mio Son Goku, opera che attingeva dai racconti buddhisti passando per la narrativa cinese, stavolta il maestro torna nel suo Paese natale, dove ambienta Io sono Sasuke!, che oggi andiamo a presentare.
Originariamente pubblicato nel 1960, Io sono Sasuke! è stato rivisto integralmente dall’autore nel 1982. L’edizione tradotta e pubblicata da J-Pop è proprio quest’ultima.
Io sono Sasuke!, la storia del contadino che si fece ninja
Il setting di Io sono Sasuke! è il Giappone di fine periodo Sengoku, ovvero a cavallo tra i nostri sedicesimo e diciassettesimo secolo, proprio negli anni in cui Toyotomi Hideyoshi era giunto a prevalere sulla totalità degli altri clan samurai che si contendevano il dominio sul Paese, dando inizio agli eventi che infine culminarono con l’ascesa al potere del clan Tokugawa e dunque all’inizio dell’epoca Edo (1615 – 1868).
In questo contesto si muove Sarutobi Sasuke, un giovane contadino che vive nel piccolo Villaggio del castagno insieme alla sua famiglia e che, come la sua coetanea e amica O-sai, mal sopporta la vita nei campi, tanto è vero che diviene allievo del maestro Tozawa della scuola di ninjutsu Koga. Il ninjutsu presente nell’opera è trattato nella sua dimensione mitica, ovvero come una vera e propria arte magica che rende chi la padroneggia in grado di effettuare le trasformazioni più disparate e di volare.
Il suo carattere irruento e temerario lo caccia spesso nei guai, portandolo addirittura a scontrarsi con interi battaglioni di fanti ashigaru pur di dimostrare il proprio odio verso i samurai, a sua detta (e anche a ragion veduta) responsabili, con le loro rivalità, delle miserie dei contadini.
Il suo rancore verso la classe guerriera aumenta ancora di più quando, privato della propria licenza di ninjutsu dal suo mentore, non è in grado di salvare la propria famiglia dall’attacco di un contingente militare. Anche O-sai subisce la stessa tragica sorte, e così non riesce a fermare il suo giovane amico quando questi decide di ottenere la propria vendetta recandosi nella capitale Kyōto.
Ha dunque inizio una lunga serie di vicissitudini ed avventure per Sasuke, che lo porteranno ad essere testimone di eventi decisivi per la Storia del Giappone e ad incontrare personaggi iconici, tra cui il bandito semileggendario Ishikawa Goemon, una sorta di Robin Hood nipponico dal quale il mangaka Katō Kazuhiko, che conosci meglio come Monkey Punch, fa discendere il suo Goemon Ishikawa XIII, comprimario di Lupin III, e il samurai Sanada Daisuke, figlio del più noto Yukimura, in cui troverà un prezioso alleato ed amico.
Già visto ma non già fatto
Fin dai suoi primi lavori, il maestro Tezuka ha sempre avuto la caratteristica e insieme il pregio di utilizzare un gradevole citazionismo, inserendo e reinventando nelle proprie storie personaggi provenienti dalla cultura popolare e letteraria non solo dell’Asia orientale, ma del mondo intero.
Io sono Sasuke! non fa assolutamente eccezione, anzi, in un certo senso porta questo ‘marchio di fabbrica’ tezukiano ad un livello superiore: lo stesso protagonista Sarutobi Sasuke si basa in realtà su un personaggio appartenente alla letteratura giapponese dello stesso periodo Edo.
Il Sarutobi Sasuke letterario (il cui cognome traduce letteralmente con ‘scimmia salterina‘) è uno dei cosiddetti Dieci prodi dei Sanada, protagonisti del romanzo Cronache di tre generazioni dei Sanada di autore anonimo, comparsi anche in altre opere fumettistiche giapponesi, quali BRAVE10 di Shimotsuki Kairi. Lo stesso Uchiha Sasuke, uno dei personaggi più controversi di Naruto, deve dichiaratamente il proprio nome personale al Sarutobi Sasuke della leggenda.
Accanto al protagonista non mancano citazioni provenienti dalla cultura popolare contemporanea all’autore e dalle sue stesse opere. Ad esempio, verso la fine del volume abbiamo delle tecniche di ninjutsu fittizie che traggono i propri nomi dai film Alien e Star Wars, usciti l’uno nel 1979 e l’altro nel 1977, ergo precedenti di soli cinque la seconda versione di Io sono Sasuke!
Dal lato delle autocitazioni possiamo citare due esempi: mentre vola, Sasuke canta la sigla originale di Tetsuwan Atom, meglio conosciuto al di fuori del Giappone come Astro Boy, uno dei manga e anime più famosi del maestro Tezuka, il cui debutto fumettistico avvenne nel 1951, vale a dire nove anni prima della prima pubblicazione dell’opera di cui parliamo oggi. In secundis, lo stesso autore fa capolino diverse volte all’interno dell’opera come personaggio. Già dalle prime vignette lo vediamo nei panni di un ricercato per ‘spaccio di manga spazzatura‘.
Nel corso dell’opera, i vari personaggi spesso abbattono la quarta parete e si esprimono in maniera anacronistica rispetto all’epoca in cui vivono, dando sfogo alla vena umoristica con cui il maestro Tezuka ha sempre condito le proprie opere.
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