Quando abbiamo pubblicato la recensione di Don Camillo – Il film a fumetti, ti avevamo promesso che ci saremmo occupati anche del suo seguito. Ebbene, a distanza di poche ore abbiamo mantenuto al promessa: ecco per te la nostra recensione di Il ritorno di don Camillo – Il film a fumetti.
La pubblicazione è avvenuta all’inizio di questo mese, a distanza di un bel po’ di tempo dal precedente volume, il quale risale al 2018. L’operazione compiuta dallo sceneggiatore Davide Barzi di ‘raccolta delle pubblicazioni precedenti‘ è la medesima, stavolta con un maggior numero di modifiche dovuto alla maggiore uniformità della trama del film.
Un procedimento che ha ricalcato in parte le peripezie che Julien Duvivier, il regista, e lo stesso Giovannino Guareschi, creatore dei due protagonisti, incontrarono in fase di adattamento dei racconti del secondo onde realizzare il film del 1953 di cui questo volume ricalca le scene.
Il ritorno di don Camillo – Il film a fumetti, nuove amicizie e rancori nel Mondo piccolo
Don Camillo è ormai fuori dai giochi: trasferito a causa dei suoi scatti d’ira che lo hanno portato a reiterate scaramucce con Peppone e i suoi ‘compagni’. Tuttavia, il compagno Bottazzi finisce per pentirsi presto dei propri desideri. Infatti, al di là del giovane ‘pretino’ Don Pietro, sostituto di don Camillo già conosciuto nel primo volume il quale non costituisce uno sfidante adeguato per il sindaco e i suoi, a complicare le cose c’è un nuovo avversario politico, il proprietario terriero Cagnola.
Costui si rifiuta di cedere parte dei propri terreni al comune, il quale costruirebbe lungo essi un argine volto a prevenire le esondazioni del fiume che passa per il paese, le quali, data la natura idrogeologica del territorio, sono sempre dietro l’angolo.
Ciò porta Peppone rimpiangere il vecchio avversario, finendo addirittura per elogiarlo davanti ai propri compagni, e ad auspicarne il ritorno anche con atti pratici, quali il dargli una mano a trafugare il crocifisso dalla chiesa del paese.
Viceversa l’ex parroco del paese subisce rassegnato il suo sofferto esilio nel paesino di Montenara, isolato in mezzo alle montagne sul quale incombe un rigido inverno. La sua disperazione è tale da convincerlo che persino Gesù, il quale discorreva con lui come voce della propria coscienza, lo abbia abbandonato.
Peppone, convintosi che solo don Camillo sia dotato di un sufficiente ascendente sul democristiano Cagnola onde indurlo a cedere la porzione di terreno necessaria onde edificare l’argine, dà inizio ad una trattativa con il parroco onde cercare di farne un alleato contro l’irragionevole latifondista.
Ha così inizio una nuova serie di scontri volti a dipingere quella che era l’Italia (e la Padania) politicamente infervorata dei tempi andati.
Stessa mole di contenuti, ma ancora più matite
Il ritorno di don Camillo – Il film a fumetti pareggia perfettamente il proprio predecessore, senonché i disegnatori e le disegnatrici che con il loro lavoro hanno contribuito al prendere forma del volume sono molto più numerosi. A sei degli otto artisti già rendicontanti nella recensione di Don Camillo – Il film a fumetti (sono infatti assenti Sergio Gerasi ed Elena Pianta), si aggiungono i seguenti nomi:
- Giampiero Casertano
- Italo Mattone
- Francesco Petronelli
- Andrea Popoli
- Emanuele Ranzani
- Mirko Treccani
- Gianmarco Veronesi
Ancora una volta le fattezze dei due protagonisti ricalcano quelle di Giovannino Guareschi in due fasi differenti della sua vita.
Le storie raccolte ne Il ritorno di don Camillo – Il film a fumetti sono in totale quindici, opportunamente modificate in modo da incastrarsi le une con le altre, aderendo quanto più possibile al procedere delle scene come avviene nell’omologo cinematografico.
Il risultato è una trama più unitaria che rispecchia anche quella filmica, al contrario della natura maggiormente episodica del primo film/albo, che tuttavia manteneva degli elementi di sfondo costanti per buona parte della propria durata, come ad esempio la travagliata storia d’amore tra Gina e Mariolino, amanti sventurati nati in seno a famiglie dai credi politici diametralmente opposti.
Alla fine dell’albo si trova un lungo compendio riguardo il lavoro di cura dello stesso redatto dallo stesso Davide Barzi, con un lungo excursus anche sui disaccordi tra Duvivier e Guareschi. Qualora tu nutrisca un certo interesse filologico per l’opera filmica, questa potrebbe essere una lettura interessante per te, in quanto evidenzia le differenze tra le varie versioni della pellicola distribuita nei vari Paesi, in particolare quelle italiana e francese.
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