Esce il 26 agosto, pubblicato da Sergio Bonelli Editore all’interno dell’etichetta Audace, Chi non ha paura, settimo volume de Il Confine, serie di Giovanni Masi e Mauro Uzzeo. I disegni sono di Emanuele Contarini e Bruno Cannucciari, i colori di Adele Matera, mentre la copertina come sempre è di Lorenzo “LRNZ” Ceccotti.
Il settimo volume, cartonato, 80 pagine a colori in formato 22×29,7, è in vendita a 16 euro in libreria, fumetteria e negli store on line.
Nelle puntate precedenti de Il Confine
Seguono spoiler sui primi sei numeri de Il Confine. Se non li hai letti, meglio saltare questi paragrafi.
La vicenda si apre con le indagini sulla misteriosa scomparsa del pullman di una gita scolastica, vicino al confine tra Italia e Francia. I due investigatori, Laura e Antoine, si incontrano per la prima volta quando la morte del giovane Marco, figlio dell’albergatore, porta al ritrovamento del pullman, in un punto fuori dal percorso previsto: sul mezzo non ci sono persone, ma macchie di sangue e uno strano simbolo.
Compare anche l’autista, in stato confusionale, che afferma che non c’è più il confine. Nei diari recuperati ricorre il simbolo trovato sul bus e nel foglio del 4 dicembre la grafia “collassa”. I disegni tracciati dall’autista nella stanza d’ospedale convincono Antoine ad esplorare l’antico arco sul monte, dove realtà e tempo si incrinano: l’agente trova dodici scheletri e dalla neve emerge la professoressa scomparsa, Daniela Santino.
Un secolo prima, un gruppo di reduci della prima guerra mondiale girava tra i paesi raccontando le proprie imprese, affascinando in particolare il piccolo Aurelio e la giovane Maria, che coinvolse i soldati in un furto alla ricca famiglia del ragazzino. Scopriamo che la follia affligge il paese da molto tempo.
Nel presente, Laura cerca di interrogare Aurora, assente alla gita. L’anziano Aurelio impedisce al figlio Libero e al sindaco un affare che coinvolgerebbe il bosco. Abbiamo conosciuto i ragazzi, anche grazie ai messaggi via chat: molto ruota intorno al desideratissimo Pierre, Luca, figlio del sindaco, Aurora e Benedetta.
Pierre ha una relazione segreta con la professoressa Santino e riceve ordini da personaggi misteriosi. Insieme a Luca, organizza una festa sul Confine che ha conseguenze drammatiche.
Il paese partecipa al funerale di Marco. I due investigatori cercano di collegare la frase ripetuta dall’autista, “Morivano in dodici, ridevano in tredici”, con il ritrovamento di 12 scheletri, e il fatto che delle 13 persone partite, solo 11 restino disperse.
Nella stessa mattina della gita, gli anziani del paese non hanno potuto eseguire il rito dell’Omo di Legno, che pone fine all’inverno, perché interrotti dalla valanga: secondo Aurelio è colpa delle azioni dei ragazzi.
Laura riceve una foto della gita dove compare anche un giovane che non fa parte della scuola. Le analisi sembrano confermare il decesso degli studenti.
Trama de Il Confine 7
Il commissario Augusto Valenti ha fretta di chiudere le indagini: secondo l’analisi del DNA, i 12 scheletri ritrovati corrispondono ai ragazzi scomparsi. Laura Denti è convinta che non sia così: le analisi hanno anche identificato i due scheletri adulti come la professoressa e l’autista, che però sono tornati in paese vivi, benché sconvolti.
In conferenza stampa, la versione dell’ispettore viene clamorosamente smentita da Laura, che viene licenziata. Intanto, il fratello di Benedetta recupera l’automobile e il suo prezioso contenuto.
Ricevuta la notizia, l’anziano aristocratico Aurelio subisce una “crisi” che sembra avere ben poco di naturale, e annuncia che “stanno tornando”. Glauco viene contattato da qualcuno che sostiene di avere notizie sul figlio Marco e vuole qualcosa in cambio, legato a Laura.
Determinata a scoprire la verità, l’investigatrice chiede la collaborazione di Antoine Jacob, di cui sa di potersi fidare, benché sia più interessato allo sconvolgimento della montagna e delle stagioni che al destino dei ragazzi.
Saputo della diffusione della notizia in paese, pur non concordando con Aurelio, Elvira, Ginevra e Carmela iniziano un rito misterioso.
Quando Aurora sta cercando la forza per confessare ai genitori che cosa sa della gita dei suoi compagni, scopre da una loro conversazione che sono stati ritrovati gli scheletri dei ragazzi e che probabilmente sono stati uccisi.
Quella notte gli squarci della montagna iniziano a brillare, emettendo forti luci, anche in forma umana, che sembrano dirette verso il paese.
Sviluppo
La determinazione di Laura la porta allo scontro con Augusto, interessato a chiudere le indagini, per opportunità o per paura di ciò che si potrebbe scoprire. Due impostazioni che non possono coesistere.
L’investigatrice, che non gradisce le attenzioni di Glauco, come abbiamo visto si affida alla collaborazione di Antoine: benché i due siano mossi da interessi diversi, la soluzione per entrambi sembra essere nella radura frequentata dai ragazzi.
La paura, come spiega Mauro Uzzeo e come suggerisce anche il titolo del volume, è il tema portante dell’episodio. A seconda dei casi, timore che i ragazzi siano morti o che ritornino. Ma la paura atavica della zona è legata ai segreti della Montagna con gli Squarci.
Se la ricerca dei ragazzi, nodo centrale della trama, non fa passi avanti nonostante la tenacia di Laura, i dettagli emersi con la conferma ufficiale della loro morte, benché non così certa, fanno emergere aspetti inquietanti e in parte inattesi degli anziani del paese.
Aurelio rivela infatti una natura ancora più inquietante, che dà concretezza ai timori che esprimeva riguardo la montagna e i ragazzi. Elvira, Ginevra e Carmela, finora viste come controparte buona di Aurelio, grazie ad atteggiamenti pacati e ragionevoli, ora ci sorprendono eseguendo un rito pagano in chiesa.
Ma è il finale a regalare le emozioni più forti, mostrando la più spettacolare manifestazione vista finora dei segreti della montagna.
Uzzeo e Masi confezionano un’altra buona sceneggiatura, alternando momenti più intimisti a sorprese e accelerazioni di ritmo, con finale cliffhanger che alimenta l’attesa del prossimo episodio.
Il volume risulta stilisticamente più sobrio dei precedenti, sia per lo stile dei disegni, sia per la composizione della pagina.
I disegni di Emanuele Contarini (capitolo 19) e Bruno Cannucciari (20 e 21) sono orientati al realismo e si soffermano efficacemente sulle espressioni dei personaggi. Tra i diversi capitoli emerge una certa continuità stilistica, favorita dalla colorazione di Adele Matera.