Benvenut* alla recensione del manga di Gate. Prima di cominciare, ricorda che sul nostro sito potrai trovare altre recensioni che potrebbero interessarti, come:
• Doubt
Gate è un manga del 2011, che adatta una serie di romanzi di Takumi Yanai, con i disegni di Daisuke Izuka. Il manga si fregia invece delle illustrazioni di Satoru Sao. La serie è ancora in corso, al momento conta 24 volumi. La prima edizione italiana, arrivata con Star Comics, è arrivata nel 2016, in concomitanza con l’adattamento animato.
La trama di Gate
Tutto comincia a Tokyo, in un giorno come tanti. All’improvviso a Ginza appare un portale, dal quale fuoriescono soldati in tenuta che potremmo definire medievale, pronti ad attaccare la città. Dopo alcuni momenti di smarrimento, intervengono le forze di autodifesa giapponesi che, grazie al divario tecnologico, respingono la minaccia e costituiscono una testa di ponte dall’altro lato del portale, per poi procedere ad un’esplorazione del nuovo territorio alla scoperta di minacce e potenzialità. A guidare la spedizione sarà Yoji Itami, promosso sul campo in modo fortuito e ora in prima linea nei rapporti tra i due mondi.
Struttura dell’opera
I capitoli del manga seguono le fasi di quella che potrebbe essere un’invasione giapponese in questo nuovo mondo. Le prime difficoltà riguardano la necessità di stabilire un perimetro sicuro, senza minacce immediate. In seguito ci sarà bisogno di comunicare con i nativi e in questo possiamo osservare gli sforzi dei soldati per stabilire connessioni con i normali cittadini e con persone capaci di influenzare la politica dell’impero.
Una volta intrapresi i primi negoziati, sarà tempo di esplorare, sia per lo spirito della scoperta che per concreti fini economici, anche se Itami si presta relativamente a manipolazioni di questo tipo.
Col procedere dei capitoli riusciamo ad addentrarci un po’ nelle stanze della nobiltà locale, in cui si susseguono momenti in cui si pensa alla pace, ma anche intrighi volti a scatenare una nuova guerra, nonostante tutti gli sforzi giapponesi per arrivare ad una situazione di stabilità per tutti.
Tra i diversi scenari di guerra, c’è anche il tempo per alcune avventure di Itami e del suo gruppo ristretto, tra combattimenti con i draghi e contatti con vere e proprie divinità.
Analisi
Gate procede in modo simile alle altre opere del genere isekai, anche se il taglio profondamente militaresco dato al racconto lo trasforma da fantasy scanzonato a realistico/gestionale. Ogni capitolo infatti comprende elementi narrativi di approfondimento dei personaggi, viaggi verso nuove mete e dialoghi che ci fanno capire qualcosa di più sui luoghi che visitiamo, ma anche un grande numero di dettagli tecnici e tattici sulla logistica delle operazioni che le forze di autodifesa giapponesi mettono in atto per prendere il controllo dell’area speciale, una zona di guerra a tutti gli effetti.
Il protagonista Itami rappresenta quasi un modo per alleggerire la complessità delle operazioni militari e sarà vettore di disavventure di vario tipo, che coinvolgeranno lui stesso e i suoi compagni di viaggio. Lo vediamo infatti accompagnato da un’elfa secolare, una stregona umana molto giovane e l’araldo della divinità della morte, un essere millenario nel corpo di una ragazzina. Non mancheranno momenti spensierati e avventure di stampo fantastico, ma uno sguardo alle forze armate giapponesi ci farà sempre tornare coi piedi per terra, con un occhio costantemente occupato a valutare le conseguenze di ogni azione.
Andando avanti nella storia scopriremo qualcosa di più sul motivo per cui è apparso il portale che collega i due mondi, così come approfondiremo la civiltà e la cultura dei nativi, di pari passo con la penetrazione dei soldati all’interno delle linee nemiche.
Un elemento forse un po’ ridondante è la grande attenzione alle regole d’ingaggio diplomatiche, piegate nella storia un po’ troppo sul versante terrestre e giapponese. Una situazione di guerra fredda è infatti un po’ inadatta a un contesto in cui soldati accompagnati da carri armati e bombardieri si trovano di fronte a guerrieri in armatura e scudo paragonabili agli antichi romani. La volontà di preservare il buon nome di quelle che a tutti gli effetti sono obbligatoriamente considerate forze di difesa crea situazioni, queste sì, meno realistiche, ma comunque utili a far procedere la storia nel modo desiderato.