Frieren – Oltre la fine del viaggio, manga creato dallo sceneggiatore Kanehito Yamada e disegnato da Tsukasa Abe nonostante un debutto abbastanza recente, la sua prima apparizione su Weekly Shonen Jump risale allo scorso anno, è riuscito a ritagliarsi una buona popolarità al punto da vincere quest’anno i prestigiosi Taisho Awards che premiano anno per anno le migliori novità presenti sul mercato nipponico.
Il perchè di questo successo, che probabilmente si ripeterà anche in Italia, è abbastanza semplice: nonostante siamo in presenza di una storia appartenente al genere fantasy, tutti gli elementi classici del genere vengono sovvertiti e la prospettiva rovesciata a partire dall’inizio della storia.
Se normalmente, da Howard a Tolkien in poi, le storie fantasy ci hanno abituato ad assistere a viaggi avventurosi ed epici scontri quando non a vere e proprie battaglie campali, la storia di Frieren inizia proprio dove tutte le altre finiscono, rispondendo a una domanda che qualsiasi appassionato del genere si sarà posto almeno una volta: cosa fanno gli eroi una volta finite le loro avventure?
Da questo presupposto, Yamada e Abe
Frieren ai funerali
Il titolo originale dell’opera, Frieren ai funerali, per quanto possa apparire più tetro è sicuramente calzante a quello che vediamo nel corso di questo primo numero.
Frieren, elfa protagonista della narrazione, e i suoi compagni Himmel l’eroe, Eisen il guerriero nano e il sacerdote Heiter tornano a casa dopo avere sconfitto il Re Demone al termine di un viaggio lungo 10 anni.
Come anticipato non assistiamo quindi alle avventure di quello che è un perfetto party da Gioco di Ruolo con tutte le categorie più classiche; al contrario assisteremo alla separazione e al ritorno alla vita quotidiana degli eroi che si lasciano con una promessa che sembra più una battuta: Frieren, per cui gli anni scorrono come fossero ore o minuti, gli promette che si rivedranno 50 anni dopo per la pioggia di meteore che si verifica per l’appunto ogni mezzo secolo.
Nel giro di qualche pagina, in cui il tempo per noi scorre veloce come per Frieren, ritroviamo i nostri eroi invecchiati, non senza un pizzico di malinconia per dei personaggi che in definitiva non conosciamo ma ci mostrano la fragilità dell’essere umano, felici di riunirsi dopo tutto questo tempo per assistere alla pioggia di meteore nel posto di cui l’elfa aveva parlato 50 anni prima.
Con la gioia sul volto e nel cuore per questa ultima avventura, poco tempo dopo Himmel muore; è questo l’evento che mette in moto gli avvenimenti della storia.
Se Frieren è stata finora molto algida ed ermetica, la scomparsa del compagno di viaggio di cui si rende conto di sapere ben poco diventa una molla che la spinge a voler conoscere più a fondo l’animo umano e il vecchio compagno, onorandone la memoria.
Se finora la raccolta di incantesimi, che Frieren vive come una sorta di hobby, è stata fine a sé stessa, d’ora in poi l’elfa si troverà a ripercorrere la vita di Himmel a cui forse teneva più di quanto fosse pronta ad ammettere.
Quando anche l’altro umano, il sacerdote Heiter è ormai in punto di morte, Frieren è già diversa dall’elfa poco empatica delle prime pagine e dopo aver provato inutilmente a salvare il compagno, prenderà sotto la propria ala protettiva l’allieva del sacerdote, la giovane maga Fern.
Insieme a lei continuerà il proprio viaggio e il rapporto che dovrebbe vederle interagire come maestra ed allieva diventa quasi paritetico: Frieren insegnerà a Fern quello che sa sulla magia, mentre Fern insegnerà all’elfa come diventare più umana. Molto importante, in questo processo, è la scena in cui l’elfa farà un regalo per il compleanno della sua protetta, qualcosa che mai prima d’ora era stata spinta a fare.
Alla giovane maga si aggiungerà, nei prossimi numeri, un giovane guerriero e il terzetto inizierà un nuovo viaggio che li condurrà ad Aureole, terra dove finiscono le anime dei defunti e dove Frieren potrà finalmente incontrare di nuovo Himmel.
Man mano che andremo avanti nella storia ci renderemo conto di come, pur essendo Frieren la protagonista, tanto i comprimari quanto le ambientazioni sono fondamentali nell’economia degli eventi narrati.
Del resto, avendo a che fare con un personaggio per sua natura molto ieratico e poco incline al contatto umano, tutto quello che la circonda diventa importante per capire il travaglio emotivo che vive. In maniera del tutto inaspettata.
Ne consegue che, diversamente da altre opere fantasy, il ritmo della storia è abbastanza lento, dando al lettore il tempo di riflettere insieme a Frieren su molteplici temi, quasi tutti correlati alla fragilità della condizione umana.
In questo, la storia ideata da Kanehito Yamada è accompagnata in maniera convincente dal tratto di Tsukasa Abe, che tradisce la sua origine di animatore.
Il suo stile, asciutto e pulito, caratterizzato da un tratto semplice e privo di appesantimenti di sorta brilla nelle tavole colorate, che sembrano uscire dalle pagine del volume per vivere di vita propria.
La costruzione della tavola è equilibrata e consente al lettore una rapida comprensione degli avvenimenti, anche se decidesse di non soffermarsi troppo sulla singola pagina.