Ormai da qualche anno assistiamo ad un buonismo dilagante che sta toccando tutti i mezzi di comunicazione e di intrattenimento esistenti; non che la difesa di alcune tematiche o il rispetto delle stesse sia sbagliato, anzi, il problema è quando viene tutto imposto dall’alto e spesso non rispetta non solo la logica ma addirittura la storia stessa della società umana.
Sono quindi nati nell’ultimo periodo numerosi movimenti che hanno creato un florilegio di regole da rispettare se si vuole essere politically correct evitando ostracizzazioni di sorta; considerato che tutto parte dagli Stati Uniti, paese da sempre diviso da profonde contraddizioni interne, non ci stupisce che un ruolo importante sulla scena appartenga alla Disney.
La casa di Topolino è sempre stata in prima fila nel rispetto delle minoranze discriminate evitando, anche per mero ritorno economico, arrivando perfino ad effettuare assurde revisioni storiche su alcuni dei grandi classici apponendo assurdi disclaimer.
Ma se la Disney non fosse così buona? Se morte, sangue e sesso invece di essere nascosti o appena accennati apparissero al centro della scena?
Cosa penserebbe il mondo se l’affondamento del Titanic fosse colpa di Elsa? E se, appena giunto sulla Terra, Stitch avesse sparato in faccia a Lilo? E’ davvero possibile per una coppia di giovani sposi mantenere 101 dalmata?
A queste e altre, malvagie e divertentissime, domande hanno risposto i francesi Arlène Alexander, Blatte Mista e Gyom autori di Freaky Mouse che, ad un paio d’anni dalla sua uscita originale, Nicola Pesce Editore ha tradotto e pubblicato in Italia.
Si tratta di un volume che raccoglie sketch brevissimi, quasi tutti racchiusi nella stessa pagina, in cui viene concentrata il massimo della cattiveria possibile con protagonisti i personaggi dei più famosi lungometraggi Disney: quasi nessuno esce indenne dal tritatutto di Arlène, Blatte e Gyom da Aladdin al già citato Lilo & Stitch, passando per La Bella e la Bestia o Hercules.
Tutti i personaggi dei film più amati, che ci hanno lasciato preziosi insegnamenti, vengono deformati dalla lente caustica degli autori che ne mettono in piazza i vizi e le abitudini più discutibili eliminando qualsiasi pretesa di buonismo sostituendolo con dosi massicce di cinismo e pura cattiveria.
Nelle 124 pagine che compongono il primo volume della serie, un seguito è uscito lo scorso anno sempre in Francia, assisteremo a tutta una serie di gag che a tratti ci ricordano Mad Magazine o i Looney Toons, che si leggono tutte d’un fiato nello spazio di un pomeriggio.
Infatti, vista la natura del volume, c’è poco spazio per i testi e molto per le immagini per cui viene utilizzato uno stile quasi da linea chiara, molto popolare nel mondo della BéDé, che riesce in pochi tratti a rievocare i personaggi Disney e che per certi versi potrebbe ricordare lo Skottie Young di Odio Favolandia.
Non ci possiamo aspettare una trama che unisca gli sketch o ci presenti una storia unica, ma non è necessario. Freaky Mouse è un volume scorrevole e adatto a chi cerca una lettura simpatica, leggera e senza particolari pretese.