Dopo aver coniato per l’occasione il mio neologismo del giorno, andiamo a esaminare con occhio critico ed obiettivo Fantasma, shortnen di Yuuji Kaku ambientato in un mondo fantastico di stampo malavitoso. La vicenda prende le mosse dal giovane Nero, aiutante tuttofare presso il night club Crazy Rabbit, che viene contattato da Pucci (no, non quello di Colorado, questo è divertente), una creatura chiamata Fantasma, ossia un’anima legata a un’oggetto che in vita gli fu caro. Nella fattispecie…una mazza da baseball.
Il buon Pucci Scarface, infatti, altro non è che un ex sicario al soldo della famiglia Pasolini, famiglia a cui capo c’era il Godfather, capo assoluto della malavita assassinato quindici anni prima. L’audace obiettivo di Pucci è di ripristinare il potere dei Pasolini ritrovando l’erede perduto del Godfather, che risulta essere proprio Nero. Nella sua lotta per ritrovare la madre, attualmente dispersa, Nero troverà in Pucci sostegno e potere, visto che sarà in grado di fondersi con lui per diventare ̶S̶h̶a̶m̶a̶n̶ ̶K̶i̶n̶g̶ un guerriero Fantasma dalla forza sovrumana.
Lo so cosa potreste pensare: è uno shonen come tanti, senza arte né parte, probabilmente tirato per le lunghe per un pubblico occasionale. Beh, ne azzecchereste una su quattro, temo.
I tre volumi che compongono la serie non riescono minimamente a creare quello spirito tipico di ogni shonen che si rispetti. Non danno il senso dell’epopea né la lunghezza di un’epica di narrativa illustrata adolescente. Questo rende forse il prodotto una creazione obsoleta? No
Si tratta di un manga discreto, che potrebbe essere portato ad esempio come una sorta di vademecum del perfetto shonen: attingendo a piene mani da dinamiche tipiche del genere (la trasformazione da fusione, la missione, il senso di predestinazione dei protagonisti, ecc.) e da suggestioni di più famosi concorrenti (il mondo della mala e delle dinamiche sotterranee di One Piece e Katekyo Hitman Reborn, i tratti e i powerup da Fairy Tail, il senso dell’onore e dell’amicizia da…beh, tutti), Kaku riesce a creare un piccolo, godibilissimo manga che, sebbene non sia memorabile, può comunque intrattenere e divertire.