In edicola dal 31 maggio, il n. 429 della serie regolare di Dylan Dog si intitola La bestia della brughiera. Testi di Luigi Mignacco e disegni di Corrado Roi per una storia che porta l’Old Boy a Deepwich, un paesino sperduto della Cumbria inglese, dove il protagonista perde la memoria e deve scoprire il segreto di quella terra misteriosa.
Dylan Dog 429, la trama
L’indagatore dell’incubo si risveglia nel piccolo ambulatorio di Deepwich, Cumbria (nord ovest dell’Inghilterra). Ha perso la memoria, ricorda solo di essere stato aggredito da un mostro, vicino a una torre in rovina. Viene assistito dal dottor Stewart e dall’infermiera Viola Waller, che attribuiscono a un colpo in testa sia l’amnesia sia il ricordo del mostro.
Riceve la visita del sindaco e due consiglieri comunali: ansiosi di smontare il suo racconto, lo giudicano poco credibile in quanto vagabondo (è privo di documenti). Dylan Dog non è ancora pronto per essere dimesso, ma rifiuta gli antidolorifici e di notte fugge dall’ambulatorio: incontra nuovamente il mostro, scappa ma nessuno sente le sue richieste di aiuto, tranne la proprietaria della falegnameria, la giovane Frankie, che lo accoglie e gli rivela che il paese da un secolo è infestato da un mostro, che si manifesta solo nelle notti di luna nuova.
Messo alle strette, il dottore ammette l’esistenza della bestia della brughiera. Viola spiega a Dylan Dog che c’è una squadra che dovrebbe cacciare il mostro, ma finora non ha ottenuto risultati. Il capo del gruppo, il macellaio Morrison, precisa che il mostro non si può uccidere: gli hanno sparato più volte, ma è sempre tornato. Bloch chiede a Groucho che fine ha fatto Dylan, sparito da 10 giorni, ma l’unico indizio è la foto di una ragazza nel suo diario.
Indagando nel cimitero, Dylan incontra il dottor Stewart, e gli fa notare la carenza di lapidi e il fatto che non ci sono sepolture della sua famiglia relative agli ultimi 120 anni. Il dottore abbozza una spiegazione, e riferisce la credenza dei compaesani, secondo cui la bestia è una sorta di Myrrg, divinità celtica delle tenebre.
Il rinvenimento di una tessera del dormitorio di Windermere, la città più vicina a Deepwich, sembra confermare il vagabondaggio di Dylan, o “John Smith”. Ambito da Viola, dalla signora Morrison e da Frankie, l’indagatore smemorato si concede solo a quest’ultima. Partecipa senza entusiasmo al gruppo che dovrebbe cacciare il mostro, ma è in realtà finalizzato solo a divertirsi con il tirassegno.
Proprio mentre Bloch è da Groucho, si presentano i genitori di Sheila Sanders, che avevano ingaggiato Dylan Dog per rintracciarla. La ragazza della foto nel diario di Dylan è una studiosa di leggende urbane ed è sparita andando alla ricerca di un mito degli homeless londinesi, la Strada delle Fate (di cui parlava la tessera del dormitorio), un luogo magico dove gli emarginati possono trovare la felicità.
Indagando nella torre, Dylan Dog scopre il segreto che collega Deepwich e i senzatetto di Windermere al mostro.
Sviluppo
Persa la memoria, Dylan è spinto dalla curiosità per la bestia che lo ha assalito, ma va anche alla ricerca di se stesso: rifiuta gli alcolici e la carne, vede un flauto e un galeone nelle dimora che gli viene messa a disposizione e li conserva, perché gli ricordano qualcosa. Infine va al cimitero, dove si sente a casa.
Come spesso accade, Groucho – questa volta in ruolo molto defilato, lontano dall’amico e dal luogo dell’azione – rompe la quarta parete in modo allusivo, spiegando la funzione del diario di Dylan Dog: “Lui lo aggiorna quasi sempre, dopo avere chiuso il caso, come se dovesse spiegarlo a qualcuno“.
La sceneggiatura crea una storia interessante ma con diversi passaggi deboli. Poco credibile la parte in cui Dylan Dog accusa i paesani di averlo lasciato in preda al mostro, quando lui ha rifiutato gli antidolorifici ed è uscito nottetempo dall’ambulatorio, teoricamente chiuso a chiave.
Qualche perplessità suscitano i riferimenti al grande amore con Viola durato una settimana, quando in realtà si era a malapena intuito un vago interesse corrisposto. Molto forzati i tempi legati a Bloch, che va da Groucho proprio quando stanno per arrivare i genitori di Sheila – i quali consentiranno di rintracciare Dylan Dog – e arriva a Deepwich con gli elicotteri un secondo prima che sia troppo tardi.
Il tratto di Corrado Roi è, come sempre, molto espressivo e inquietante, molto adatto all’ambientazione e i toni della storia.
Gli autori
Luigi Mignacco ha scritto Il detective senza nome su Orient Express (Edizioni L’isola Trovata) e il Corsaro su L’Eternauta (ed. Comic Art). Da oltre 30 anni è molto attivo con Sergio Bonelli Editore: oltre 100 numeri di Mister No, 40 di Dylan Dog (tra cui molte delle prime non scritte da Tiziano Sclavi, come il n. 14, Fra la vita e la morte, 24, I conigli rosa uccidono, lo Speciale n. 3, Orrore nero, i numeri 37 e 38, Il sogno della tigre e Una voce dal nulla).
Ha firmato inoltre storie di Nick Rider, Martin Mystère, Robinson Hart, Il Comandante Mark, Legs Weaver, Zagor, Dampyr, Saguaro, Le storie, Tropical Blues, Mister No e Nathan Never, Tex Willer e China Song.
Corrado Roi è una delle colonne di Dylan Dog, il suo è uno degli stili più personali e riconoscibili tra quelli più legati all’indagatore dell’incubo, di cui ha disegnato oltre 100 storie.
Si parte dalle primissime avventure, parte del mito dell’Old Boy: n. 4, Il Fantasma di Anna Never (riproposta nel recente “reboot”: n. 404, Anna per sempre), n. 10 Alfa e Omega, Il Club dell’Orrore (Speciale n. 1), n. 20, Dal profondo, n. 27, Ti ho visto morire, n. 33, Jekyll!, Gli Inquilini arcani: Il fantasma del terzo piano (Comic Art n. 63). Di recente, Roi ha disegnato Sally, n. 418, nell’ambito della trilogia dedicata alle storie di Vasco Rossi.
Sempre per Bonelli, Corrado Roi ha realizzato con Alfredo Castelli una versione illustrata dell’Apocalisse di San Giovanni, inoltre ha disegnato storie di Martin Mystère, Mister No, Nick Raider, Brendon, Magico vento, Dampyr, Tex Willer, Julia, UT, Morgan Lost. Sue anche le tavole de L’ospite, pubblicato su Splatter n. 11 (Acme) e de L’ispettore Coke – Il mostro del Tamigi (Lo scarabeo).