E’ da poco uscito, edito da Bao Publishing, il secondo volume di Dosei Mansion. Riprendono le vicende del giovane Mitsu, alle prese con i diversi incarichi come lavavetri e con la vita nella stazione spaziale orbitante.
Come accadeva nel primo volume, il ragazzo incontrerà diverse persone con situazioni particolari: una madre iperprotettiva con la figlia, una signora anziana e il nipote desiderosi di rivedere un loro vecchio dipendente e alcuni amici del suo padre defunto. A questo proposito si verrà a sapere di più sul padre di Mitsu, enfatizzando quanto l’uomo sia sempre stato diligente e un perfezionista e quanto gli altri gli volessero bene. Mitsu nutre ancora il desiderio di poter andare sulla Terra per potergli portare le parole sue e delle persone a lui più care.
Al lavoro si alternano momenti di divertimento come un festival annuale nel piano centrale della stazione spaziale dove ci si traveste e ci si diverte. Il piccolo Mitsu però rischierà anche la vita cercando di soccorrere una delle sue clienti: la signora infatti, soggetta a un debole sistema immunitario, sviene sul colpo. Mitsu, ignorando gli effetti collaterali del cambiamento di pressione tra l’esterno e l’interno, si precipita per avvisare delle guardie della condizione della donna. Lui stesso verrà poi salvato da Makoto, un suo collega che sembra odiarlo, in quanto non potrà mai rimpiazzare il padre ma che, pian piano, pare sempre di più accettarlo. Alla fine il ragazzo riceverà un giorno libero speso in campagna.
In generale il tono di questo volume si mantiene costante, mostrando momenti toccanti, persone piacevoli e dinamiche relazionali convincenti e mai scontate. Consiglio questa lettura a chiunque apprezzi slice of life tranquilli e discreti, deliziosi e mai banali.
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