Quando nel 2019 arrivò sul mercato Death Stranding, nuova opera (nonchè prima da sviluppatore indipendente) dell’apprezzatissimo Hideo Kojima, riscosse un gran successo di critica e pubblico.
L’ambientazione e la storia, sempre di alto livello come d’abitudine per Kojima, hanno contribuito a creare uno zoccolo duro di appassionati che ancora a distanza di qualche anno continua a giocare e a discutere di questo particolare titolo con un cast stellare composto da Norman Reedus nei panni del protagonista e altri grandi nomi del calibro di Mads Mikkelsen e Léa Seydoux.
Come avvenuto per Metal Gear Solid, anche Death Stranding è stato seguito in breve da una novellizzazione, suddivisa in 2 volumi, ad opera di Hitori Nojima che finalmente J-Pop è riuscita a portare nel nostro paese.
Ma chi è Hitori Nojima? Storia curiosa quella di un narratore comparso per la prima volta proprio con i romanzi di Metal Gear Solid: scoperto quasi subito che si trattava di uno pseudonimo, per anni i fan si sono arrovellati nel tentativo di capirne la reale identità ipotizzando si trattasse dello stesso Kojima vista l’assonanza tra i due nomi.
In realtà, proprio in concomitanza con la pubblicazione del romanzo di Death Stranding abbiamo scoperto che dietro Hitori Nojima si cela Kenji Yano, che proprio con Kojima ha creato la storia che vede protagonista Sam Porter Bridges.
Di apocalissi, spiagge e corrieri
In Death Stranding il mondo, per come lo conosciamo, semplicemente non esiste più. Un evento, denominato per l’appunto Death Stranding ha portato nel mondo degli esseri viventi le cosiddette Creature Arenate che altro non sono se non creature nate dalle anime dei defunti (ka) che cercano di ricongiungersi con i loro corpi (ha) e allo stesso tempo danno la caccia agli esseri viventi, in maniera implacabile.
Se non bastasse la piaga delle CA insieme a loro è giunta sulla Terra la Timefall, pericolosa cronopioggia in grado di far invecchiare qualsiasi essere umano con cui entra in contatto portandolo alla morte in pochi minuti.
E’ facile immaginare come in un contesto del genere, i governi e le nazioni non sono sopravvissuti a lungo: in quella parte di mondo che conosceremo e attraverseremo insieme a Sam Porter Bridges, gli Stati Uniti d’America non esistono più soppiantati dalle UCA (United Cities of America), che cercano di tenere insieme una parvenza di civiltà e vita collegando tra loro le poche citta superstiti. Città che non sono naturalmente quelle che conosciamo e contano pochissimi abitanti.
Questo perchè ogni volta che un essere umano muore, la sua anima cerca di tornare nel suo corpo causando un pericolosissimo contatto tra materia e antimateria in grado di scatenare potenti esplosioni in grado di spazzare via intere città lasciando al loro posto delle voragini.
L’unica arma che l’essere umano ha a disposizione per difendersi dalle CA sono i Bridge Baby (meglio noti come BB), neonati creati in laboratorio e innestati in un utero artificiale che collegati ad una tuta particolare consentono di capire se ci sono CA nei dintorni. Gli unici esseri umani che si avventurano per il mondo di Death Stranding sono i corrieri, che portano scorte e altri beni necessari alla popolazione, sfidando CA, banditi denominati MULI e gruppi terroristici intenzionati a stroncare sul nascere la crescita della Rete Chirale che dovrebbe azzerare le distanze tra le città e le persone sopravvissute.
Tra i pochi esseri umani in grado di tornare dalla morte c’è proprio Sam Porter Bridges, figlio di Bridget Strand ultimo Presidente in carica, che possiede un’abilità denominata DOOMS che a seconda della sua intensità consente di avvertire, vedere o addirittura controllare le CA. Proprio per questa sua forza la donna, in punto di morte, gli fa promettere di adoperarsi nel tentativo di portare a termine la costruzione della Rete Chirale. Nonostante Sam non sia esattamente convinto del progetto, tanto da essersi allontanato da tempo dalla madre e dallaBridges stessa, il giovane accetta con la speranza di ritrovare la sorella Amelie sequestrata tempo prima dai terroristi.
Inizia così un viaggio emozionale, che raccontare qui sarebbe un peccato perchè va vissuto leggendo il libro o giocando il titolo originale.
Si perchè il racconto di Nojima\Yano, cui lo stesso Kojima ha collaborato, ripercorre in maniera precisa le vicende del gioco aggiungendo tutti quegli elementi che per ovvi motivi non possono essere presenti nel gioco.
Tramite una narrazione asciutta e precisa, resa bene dall’ottima traduzione di Davide Campari, Nojima ci consente di scavare ancora più in profondità nell’animo e nei pensieri dei personaggi conferendo loro uno spessore ancora maggiore rispetto alla controparte videoludica, che già faceva della componente narrativa uno dei suoi punti di forza.
Non c’è nessuna sorpresa dunque, nello svolgersi degli eventi: tutto va esattamente come ci aspettiamo, qualora avessimo giocato il gioco ovviamente, ma questo non rende la lettura meno godibile. Anzi, il fatto di non avere un mondo di gioco esplorabile in open world conferisce alla storia un ritmo più incalzante, in grado di tenerci incollati fino all’epilogo della storia di Sam Porter Bridges.
E’ inoltre molto curioso scoprire come all’interno della storia ci siano tanti elementi che ci ricordano, quasi fossero predizioni, la situazione attuale che stiamo vivendo con la Pandemia da COVID-19 che chiaramente non era facile rintracciare giocando il titolo nel 2019.
La versione J-Pop
La versione che, a distanza di un anno, J-Pop ha portato in Italia è di ottima fattura. L’edizione cartacea, che ringraziamo l’editore di averci inviato, è esattamente identica a quella acquistabile in Giappone. All’interno di un’elegante slipcase in cartoncino, raffigurante la splendida illustrazione di Pablo Uchida, sono contenuti i 2 volumi che compongono il romanzo esattamente come proposto ai lettori del paese Sol Levante.
I due volumi sono compatti, con le stesse dimensioni all’incirca dei manga serializzati da J-Pop o di un romanzo tascabile, rendendo la lettura confortevole in qualsiasi situazione. Se non volessi acquistarli tutti e due insieme, sono comunque in vendita singolarmente al costo di 12,50€ ciascuno ovvero l’esatta metà di quanto occorre per comprare il cofanetto, che rimane l’opzione migliore.