Durante la nostra spedizione alla prima giornata del Modena Nerd non abbiamo mancato di presenziare ai vari panel proposti. Proprio in questa cornice, oltre ad assistere ad un’interessantissima chiacchierata sul futuro di Neon Genesis Evangelion abbiamo anche avuto l’occasione di ascoltare la presentazione di Dante Comics & Games, l’originale opera d’esordio di Chiara ‘Lowe’ Bonacini, una giovane fumettista e colorista reggiana con alle spalle collaborazioni con editori del calibro di Mondadori e Disney, della quale oggi ti proponiamo la recensione.
Il volumetto, sebbene presenti una storia completa (tra l’altro, senza fare spoiler, provvista di un’ottima morale) è tutt’ora un’opera in divenire protagonista di una campagna kickstarter, la quale dovrebbe, nelle intenzioni dell’autrice, trasformarsi in una vera e propria esperienza. Ma di questo parleremo dopo.
Durante il panel l’autrice ha raccontato la storia dell’idea che ha fatto da sostrato a Dante Comics & Games, la cui gestazione è durata tre anni di cui uno di pandemia globale. Tutto nasce dalla declamazione di Francesco Lancia, umorista, attore e speaker radiofonico, di versi tratti da una sua personale rivisitazione comica del poema dantesco, La Divina Commedia – director’s cut, durante l’Etna Comics del 2018, alla quale ha presenziato anche la stessa Lowe, che da essa è stata incantata ed ispirata a tal punto da proporsi onde trasformare quelle terzine del terzo millennio in immagini.
E così, da monologo umoristico, La Divina Commedia – directror’s cut si è fatto testo dei balloon presenti nelle vignette di Dante Comics & Games, dando vita ad un’opera fumettistica tanto esilarante quanto intelligente e frutto di una mente colta.
L’Inferno dei nerd
A livello di trama, l’opera si pone come una sorta di integrazione dell’originale Divina Commedia, ritrovata dall’autore nella sua soffitta di casa e collocata dunque in un momento ben preciso della prima cantica. Precisamente dopo l’uscita di Dante e Virgilio (la cui figura è, neanche a dirlo, ispirata a colui che è in effetti il Maestro per antonomasia del fumetto supereroistico occidentale, ossia l’immortale Stan Lee) dal quarto cerchio, quello dedicato agli avari e ai prodighi, al quale segue (o meglio, dovrebbe seguire) quello degli iracondi. Neanche il tempo di finire di leggere la prima pagina che scopriamo che, in realtà, non è esattamente così.
Una folla scalmanata, urlante e dall’odore nauseabondo si palesa ai due viaggiatori ultraterreni in questo dimenticato luogo di punizione: il girone 6 e tre quarti (probabile parodia del celeberrimo binario 9 e tre quarti. “Chi saranno mai?”, pensa il Sommo Poeta, e così, alla sua domanda, il suo maestro risponde, con l’imperioso tono che contraddistingue la scrittura dantesca (in questo caso ‘lanciesca) come segue : “Lì del mondo son reietti, né assassini, o ladri o perdigiorno, ma peggio, son gli amanti dei fumetti“.
Così comincia una sequela di incontri con bizzarre figure che incarnano i vizi e le virtù degli assidui frequentatori delle fiere del fumetto, condannati per legge di contrappasso a trascorrere l’eternità in un’infinita kermesse dividendosi tra fumetti, giochi di ruolo cartacei e videogiochi ma finendo per diventare vittime della loro stessa passione. Tra questi “spiriti dolenti” spiccano tre figure che al giorno d’oggi sono arcinote a chiunque apprezzi l’attuale decorso del fumetto umoristico italiano, dei quali non ti riveliamo i nomi per evitare spoiler.
Avviene inoltre che Dante, timoroso di passare per presuntuoso, rivela a Virgilio e al pubblico di essere anch’egli un grande appassionato di fumetti, raccontando di aver praticamente dato fondo a qualunque nefandezza di cui spesso gli amanti di questo medium vengono tacciati (e.g. lo scialacquare troppo denaro alle fiere del fumetto) e presentando una nutrita collezione ricca di albi dedicati ad improbabili supereroi medievali fittizi quali l’Uomo Guelfo e Superghibellino.
Risate lunghe cinquanta pagine
Dante Comics & Games si colloca perfettamente nel fumetto umoristico italiano di quest’ultimo decennio, con disegni dal tratto cartoonesco e personale e con balloon che sanno ironizzare con gusto su quanto gira intorno al mondo della cultura pop nel Bel Paese.
Il volumetto è lungo cinquanta pagine, delle quali solo venticinque sono effettivamente a fumetti in quanto il recto di ogni pagina presenta il testo in terzine dei balloon contenuti nel verso della pagina precedente.
Le vignette sono in bianco e nero, fatta eccezione per l’abito e il berretto di Dante, presentati nel tradizionale rosso accesso della divisa da speziale attribuita al Poeta.
La musicalità dell’opera, i personaggi bizzarri che propone e le gag che si susseguono ininterrotte spingono a leggere e rileggere il breve albo, e fanno venire tanta voglia di imparare a memoria l’esilarante testo, oltreché di sperare, se esiste una vita dopo la morte, di finire in un posto come questo bizzarro festival. A quest’ultima fantasia l’autrice ha pensato a lungo e bene, e ciò ci riporta al discorso interrotto sulla campagna kickstarter ancora in corso.
Dante Comics & Games, un fumetto che si fa esperienza
Sul finire del panel dedicato all’opera e nella postfazione della stessa, Chiara “Lowe” Bonacini ha puntualizzato che la campagna kickstarter summenzionata non è soltanto volta a raffinare l’edizione del volumetto (la quale, a onor del vero, non presenta enormi problematiche a livello di cura estetica al netto di qualche refuso qua e là, compreso un opportunamente segnalato Dante rimasto privo di colorazione), ma anche a fornire al lettore tutta una serie di gadget che gli diano l’impressione di aver passato veramente una giornata al Dante Comics & Games.
Una panoramica di questi è stata presentata nel dettaglio sia nella conferenza che a fine albo. Si parla della classica oggettistica con cui di solito si torna da un evento del genere dedicata al fumetto: poster, t-shirt, spillette, biglietto e braccialetto d’ingresso e, ultimo e probabilmente più particolare, il gioco da tavolo. La produzione o meno di questi gadget sarà chiaramente subordinata al successo della campagna di crowdfunding, il quale sembra non mancare dato che ha già raggiunto alcuni traguardi ed ha tutte le possibilità di raggiungere la somma prefissata data la qualità del prodotto.
L’augurio è che questa campagna si concluda nel migliore dei modi e, chissà, magari un giorno potremo stringere tra le mani una copia di L’Uomo Guelfo o di Superghibellino anche noi.