Prima domanda: cosa vuol dire dampyr? Un ibrido, un essere sovrannaturale solo a metà. Ma la virtù sta nel mezzo, si dice.
Progenie di un vampiro e di un umano, il dampyr possiede svariate caratteristiche che lo rendono allo stesso tempo simile e differente da entarmbe le specie.
Il sottotitolo Caccia ai vampiri apre la strada a questa mini raccolta delle avventure di Harlan Draka, protagonista di tutta la serie Dampyr. Questa saga sovrannaturale firmata Boselli e Colombo è un progetto editoriale condotto da Bonelli Editore .
Tre vicende horror che spaziano fra Namibia, Argentina e Bolivia. Come preannunciato diamo il via alle danze.
Come nasce la saga
Dampyr compie vent’anni: il primo albo uscì nel 2000, registrando record di vendite. Da allora la serie thriller è diventata sempre più famosa, venendo pubblicata in Europa ma anche in paesi oltreoceano come il Brasile e gli Stati Uniti.
Un dampyr in viaggio
Un cacciatore che si rispetti non resta a lungo nello stesso posto. Harlan Draka non è da meno nella sua ricerca dei Grandi Maestri, e lo troveremo proprio in viaggio dopo alcune pagine di ambientazione. Il primo palcoscenico è la Namibia, sotto il titolo “La costa degli scheletri”. Le prime pagine introducono la figura sinistra di uno dei Maestri della Notte descritti nella prefazione, Omulù. Ma è a un suo simile che Harlan darà la caccia, Vathek.
Questi individui, dotati di poteri straordinari, sono i creatori dei vampiri tanto celebrati nella letteratura. E sono anche molto diversi da questi ultimi: non sono sensibili alla luce del sole e sono a tutti gli effetti inumani, perché vengono da un altro mondo. Si sono infiltrati nella società fino a rivestire cariche potenti, che mantengono tutt’ora.
Come tutti e tre i capitoli, anche questa prima avventura è divisa in due parti, con un epico scontro finale proprio con Omulù, il mutaforma. Dopo miniere di diamanti, scontri con armi da fuoco e creazione di vampiri arriviamo alla seconda avventura.
“I giorni del Condor” porta Harlan a Santiago del Cile. Un flashback ci mostra il colpo di stato avvenuto nel 1973 e un accenno del coinvolgimento del misterioso Condor, per poi passare all’epoca attuale e ritrovare quel nome associato a un misterioso golpe. Wolf, l’uomo che indaga alla ricerca del Condor, si ritroverà presto al fianco di Harlan per rivelare l’identità del vampiro.
Il Condor a differenza di Omulù non si rivelerà che alla fine: è in grado di possedere altre persone e parlare attraverso di loro, o comunicare tramite visioni. Al suo servizio ha Erwin Rogers, la cui devozione però sarà presto disillusa…
L’ultima sfida per l’intrepido dampyr, “Gli implacabili”, si svolge a La Paz, in Bolivia. Il sale del Tìo, portato alla luce da uno scavo, sembra aver scatenato le ire di un dio sotterraneo stando al folklore locale. Un dio che in effetti è un altro Maestro, offeso per aver perso la devozione dei locali e pronto a vendicarsi.
Stile
I disegni in Dampyr sono ricchissimi di dettagli e i forti chiaroscuri rendono bene le sagome deformi dei Maestri quando sono costretti a mostrare la loro vera natura. La scelta di delineare minuziosamente i tratti del viso senza però usare il colore per i nativi sudafricani rende quasi ironici gli scambi di stampo razzista di alcune scene.
Le figure appaiono dinamiche nei momenti clou e anche l’ambiente è ben reso, soprattutto nelle scene disegante sott’acqua che appaiono molto realistiche. Tuttavia a volte la dinamica è criptica nelle scene di lotta con molti personaggi in scena, ed è difficile capirne lo svolgimento.
Cosa lascia Dampyr
Le tre avventure delineano le identità di Harlan e Tesla per cenni, che emergono da dialoghi disseminati per l’intero volume. Occorre raccogliere gli indizi che vengono forniti man mano per comprendere la portata della missione del dampyr, come degli apprendisti cacciatori. Anche sui vampiri si impara un dettaglio alla volta, scoprendo man mano il mondo nascosto di queste creature.
Molto interessanti alcune considerazioni della prefazione, dove ci si collega al concetto popolare di vampiro. Qui siamo al di sopra, con forza aliene che tirano le fila di tutto e sono in grado di adattarsi a ogni epoca. I richiami alla storia reale non mancano, come nella seconda avventura, il che contribuisce a rendere il tutto più realistico.
Proprio questo aspetto consente di portare alla luce tematiche reali, come la discriminazione razzista in Sudafrica accostata a quella verso i vampiri. Un’interessante scena fra Telsa e Kurjak mostra un classico del cinema che ad alcuni potrebbe apparire rivisitato in chiave femminista. Il vampiro che morde l’amante umana…a ruoli invertiti, dato che è l’uomo a offrirsi alla ragazza, fidandosi del suo autocontrollo.
Nel complesso, il racconto è ben costruito. Dividere la storia in due parti per capitolo per le prime due vicende riduce il carico di una vicenda molto articolata e consente al lettore di costruire bene il filo narrativo. Anche i cambi di atmosfera sono ben riusciti, dando una connotazione diversa a ogni avventura. Dai predoni del deserto alle spie, dalle spie a un’atmosfera western.