La fusione tra la tradizione vampiresca e l’innovazione linguistico-videoludica produce un’opera originale intorno ad un personaggio “consumato” come Dracula!
Le storie sui vampiri, ormai, hanno invaso qualunque fonte d’intrattenimento. Dai più datati e preziosi romanzi al cinema, dalle serie tv ai fumetti, manga e anime, i pallidi esseri notturni sono incubo e, allo stesso tempo, sogno erotico e sex symbol (Robert Pattinson, della serie Twilight, ne sa qualcosa) di tante e tanti fan.
Quando si parla di vampiri, però, non si può fare a meno di richiamare alla mente l’archetipo della razza dagli aguzzi canini, il primo e padre di tutti: il conte Vlad Tepeș, più noto come Dracula. Anch’egli è, ormai, una figura trasversale ad ogni media, ad ogni tipo di intrattenimento e, nonostante l’età, il suo mito sembra essere tutt’altro che esaurito.
D’altronde, quando un autore e fumettista come Warren Ellis che, fra le altre attività, ha prestato la propria arte sia alla Marvel che alla DC Comics, si mette al lavoro, il risultato non può che essere quello che si può vedere in Castelvania, una serie animata prodotta da Netflix ed ispirata dal videogioco Castlevania III: Dracula’s Curse, uscito nel 1989 per il NES.
La trama
Siamo in Valacchia, nel 1455, e Lisa, un’umana, si ritrova a bussare alle porte del castello di Dracula. Scopo della sua visita è quello di chiedere al padrone di casa di condividere le sue vaste conoscenze con lei, in modo che possa accrescere le sue capacità di medico. Lisa non appare turbata davanti al vampiro e questi, dal canto suo, sembra apprezzare l’atteggiamento della donna ed accetta l’offerta.
Passa il tempo e Dracula, grazie a Lisa, divenuta sua moglie, sembra aver “messo la testa a posto”. Purtroppo, però, il clero medievale è molto attivo nella strenua ricerca di eretici, streghe ed alchimisti e la povera Lisa, rea di aver dimostrato capacità mediche inspiegabili per i gretti credenti, viene da questi catturata e condannata al rogo. Dracula, di ritorno da un viaggio di ricerca intorno al mondo, stimolato dalla stessa moglie, si trova di fronte al fatto compiuto. Il cuore distrutto del vampiro brama vendetta e la rabbia del re della notte si scatena contro l’umanità tutta, dimostratasi non meritevole della chance che aveva dato loro, in seguito al matrimonio misto.
Qui inizia il viaggio di Trevor Belmont e Sypha Belnades, un guerriero ed una maga che proveranno qualunque soluzione per impedire al piano del vampiro di realizzarsi.
Abbandono della tradizione
Come si evince dalla trama, la storia narrata in questa serie animata è una produzione narrativa completamente originale che parte, sì, dal personaggio di Dracula e da elementi del vecchio videogioco, ma finisce per introdurre nuovi ed interessanti personaggi e nuove situazioni. Non si tratta, dunque, di una qualche rilettura del famoso romanzo di Bram Stoker ma di una storia nuova che ricama trame originali e che si arricchisce, nel suo incedere, di personaggi ed avvenimenti che rendono il cammino dei protagonisti e degli antagonisti tutt’altro che lineare e scontato.
Il linguaggio
Originale è anche il modo di porsi dei singoli personaggi. A dialoghi dal tono più classico e romanzesco si passa, con nonchalance, a veri e propri siparietti che contengono un linguaggio addirittura contemporaneo, riuscendo a strappare anche qualche sorriso sparso.
Disegni ed animazioni
Uno dei più grandi punti di forza della produzione risiede nella strabiliante bellezza dei disegni. I fondali sono estremamente curati, quanto di più distante ci sia dal “piattume”, ed impreziositi da affascinanti giochi di luci, ombre e sfumature. I personaggi, chiamati al movimento molto di più di quanto non facciano i fondali (sapientemente limitati a semplici spostamenti prospettici), presentano campiture più nette e meno sfumate ma restano, a loro volta, un saggio di character design e di cura dei dettagli.
Paradossalmente, però, uno dei maggiori punti deboli della produzione è proprio legato al movimento dei personaggi. In realtà, coesistono due atteggiamenti diametralmente opposti circa l’animazione dei corpi. I movimenti semplici, lenti e banali (la maggior parte dei movimenti) sembrano mancare dei cosiddetti inbetweens, ovvero di quei fotogrammi che vanno a interporsi, appunto, tra due pose del personaggio con l’obiettivo di creare fluidità dinamica. L’animazione di questi semplici movimenti risulta, di conseguenza, macchinosa e, a tratti, ricorda la vetusta animazione che si era soliti vedere nei vecchi cartoons americani (spiderman e supereroi vari). I combattimenti, però, presentano un dinamismo perfetto nei movimenti dei personaggi ed impreziosito da eccellenti visual effects che con motion blur ed effetti particellari coprono totalmente i difetti di cui al precedente punto. Ogni combattimento è interessantissimo e divertente nella sua varietà. I personaggi evitano di fossilizzarsi nell’uso ripetuto di tecniche (come è solito accadere, ad esempio, in buona parte degli anime shounen fra onde energetiche o mosse finali di qualunque sorta) e regalano sorpresa ad ogni colpo.
Conclusione
La serie animata di Netflix consta, al momento, di due stagioni composte da un totale di dodici episodi. La terza stagione è già stata annunciata e dovrebbe uscire nell’autunno del 2019. Tirando le somme, possiamo affermare che l’originalità della trama e i disegni spettacolari sono già due ottimi motivi per vedere Castelvania e, dal momento che le animazioni diventano interessanti nei frangenti in cui più serve che sia così, si può anche soprassedere alla macchinosità delle animazioni nelle parti meno movimentate.