Mio caro iCrewer attempato, tieni a freno gli ormoni! Quest’articolo inaugura la rubrica “Boys&Lovers” che tratterrà esclusivamente il genere Yaoi. Se non sai di cosa sto parlando, ora ti darò una breve spiegazione, in modo che tu possa evitare di addentrarti in argomenti che potrebbero sconvolgerti o bloccarti la crescita. (Ride maleficamente.)
Il genere Yaoi è noto anche con il nome di Boys’ Love, termine usato nella comunità fandom per indicare quel genere manga che viene definito “scritto e disegnato da donne”, insomma, orientato verso un pubblico femminile e focalizzato su relazioni omosessuali maschili (il suo corrispondente femminile, ovvero, relazioni lesbiche, è lo Yuri). Specifichiamo, che come tutti i vari generi anime/manga ci sono i suoi sottogeneri. Prima di tutto lo Yaoi va ben distinto dallo shōnen-ai, che si basa più su una relazione amorosa e sentimentale ed enfatizza poco la parte fisica, e lo shojo-ai che rappresenta più storie di ragazzini coinvolti in relazioni platoniche, romantiche e l’omosessualità ha riferimenti più “velati”. (In pratica nello Yaoi si bomba! Okay???)
Ovviamente quando parliamo di Yaoi, oltre a essere più esplicito, possiamo passare da anime e manga più soft a più… spinti, comprendendo anche gli hentai.
Secondo alcune fonti che circolano per la rete, la parola e il genere Yaoi, sembrerebbe nato alla fine degli anni 70, diventando popolare intorno al 1987, per definire delle serie di doujinshi, ovvero dei fumetti, immagini o disegni, fatti utilizzando personaggi già esistenti di manga famosi, ad esempio come “Saint Seiya” e realizzati da fan o “shippatori seriali”. (Sì, avete capito bene, stiamo parlando de “I Cavalieri dello Zodiaco”. Ora potete strillare. -Ghigna malefica-). Altre teorie affermano che sia nato come forma di rivendicazione da parte delle donne Giapponesi.
Ma ora passiamo al manga e anime che inaugurerà questa rubrica. (-Risata mefistofelica-) Diciamo che ho deciso di non partire soft, ma direttamente con il botto: Yarichin Bitch Club.
iCrewer, sei già scappato? Se la risposta è no, proseguiamo.
Yarichin Bitch Club è uno Yaoi creato da Ogeretsu Tanaka, nato nel 2018 e ancora in corso, attualmente si aspetta il terzo volume che verrà pubblicato a luglio, e vi sono per ora due OAV. Ma ora passiamo alla trama:
La storia ci porta in una scuola maschile, collocata in mezzo alle montagne e isolata. Il protagonista è un liceale, Takashi Tōno, appena trasferito e che fa subito amicizia con Kyōsuke Yaguchi, instaurando un forte legame. Takashi decide di inscriversi al club di fotografia della scuola, pensando sia il gruppo meno impegnativo, chiamato Yarichin Bitch Club. (Commento personale: Mio caro Takashi, che cosa non hai afferrato della parola BITCH???). Ovviamente il signorino avrà una bella sorpresa, visto che appena apre la porta del club senza bussare, si trova circondato da sex toys e di studenti che ci stanno dando dentro come mandrilli. Tōno chiude la porta, sconvolto, ma viene preso dai membri del club che gli spiegano tutta la faccenda. Il gruppo è composto da Ayato Yuri (A parer mio la mascotte e l’icona di tutto il manga: tanto perverso quanto demenziale. Lo adoro.), Yui Tamura, Keiichi Akemi, Kōshirō Itome, Itsuki Shikatani.
Keiichi Akemi, presidente del club, spiega che di fotografia non vi è nulla (Mah!? Davvero? Non si era capito!) e che più che altro si fa sesso per far sfogare gli studenti, siccome si trovano in una scuola isolata, il genere di sesso femminile è una creatura rara e impossibile da scovare. In più specifica anche una cosa importante (-Fa lungo sospiro-): se entro un mese dall’ingresso al sudetto club non si fa sesso almeno con una persona, vi sarà una punizione, che consisterà… in una sorta di stupro di gruppo. Tōno a questo punto sarà disperato, perché non ne ha la più pallida idea di come risolvere il problema. (Serio? Mi domando quanto sia sveglio questo figliolo. SCAPPA!)
Dunque, stiamo parlando di un genere Yaoi, Hentai, spinto e demenziale. Io personalmente l’ho trovato uno spasso in tutti i sensi! Lo consiglio per chi maneggia il genere e non si fa scioccare da scene hot e che possono ridursi anche a triangoli. (Eh, sì.) Fa anche ridere? Sì! Molto! Vi assicuro che è uno spasso. Per ciò che riguarda la grafica dell’OAV, non sono state usate delle pixellature, ma un effetto luminoso che secondo me stona di brutto, anche perché comunque è un prodotto venduto anche in DVD.
Detto ciò vi lascio un trailer del OAV e spero che l’articolo vi abbia fatto almeno divertire!