Benvenuto alla recensione dell’anime di Black Lagoon! Prima di cominciare, ricorda che sul nostro sito potrai trovare altre recensioni che potrebbero interessarti, come:
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L’anime di Black Lagoon è tratto dall’omonimo manga di Rei Hiroe. Nel 2006 sono state realizzate due serie animate e nel 2010 un ciclo di OAV, rispettivamente corrispondenti ai volumi dal primo al sesto e dal sesto al nono.
In Italia la prima stagione è stata trasmessa su MTV nel corso dell’Anime Night, mentre la seconda stagione non ha ricevuto passaggi televisivi, ma è disponibile soltanto in versione Dvd ad opera di Panini Video.
A partire dal 2016, la serie è disponibile all’interno del catalogo Netflix.
La trama di Black Lagoon
Black Lagoon segue le vicende di Rokuro Okajima, impiegato giapponese che si trova al momento sbagliato nel posto sbagliato. Spedito nel sud est asiatico per un incarico apparentemente semplice, si ritrova coinvolto in un intreccio di spionaggio industriale, corruzione e omicidi.
Preso in ostaggio dalla Lagoon Company, gruppo di mercenari che ha assaltato la sua nave in cerca di bottino, Rock svilupperà una forte empatia con i propri carnefici, arrivando a prendere la decisione di unirsi a loro, una volta appreso che il suo ruolo nel mondo civile era ormai concluso.
Tra uno scontro a fuoco e un inseguimento in barca, il protagonista condividerà la scena con i membri della Lagoon Company. La più focosa di tutti è Reby (o Revy, a seconda della trascrizione, visto che le due lettere tendono ad essere intercambiabili, un po’ come L e R), diminutivo di Rebecca, una ragazza cinese segnata dalla vita conosciuta come Two Hands, per il tuo temperamento e per le sue due implacabili pistole.
Struttura dell’opera
I membri della Lagoon Company non sono soldati, quanto più dei fattorini. Si guadagnano da vivere infilandosi nelle pieghe del caos di Roanapur, città immaginaria collocata in Thailandia, l’equivalente della Tortuga per i pirati ottocenteschi, un ricettacolo di criminali e dei peggiori traffici, un paradiso per chi vuole muoversi nel lato oscuro di questo mondo.
Dutch, Benny e Revy sono abituati a lavorare con Hotel Moscow, organizzazione legata alla mafia russa, ma anche con la concorrenza cinese e americana, in un rapporto non esclusivo.
Rock è un po’ un pesce fuori d’acqua, perché possiede ancora una morale adatta ad un contesto molto più normale di un luogo in cui morire per strada è più facile che recitare l’alfabeto. Se i due uomini riconoscono a Rock doti intellettive utili alla causa, il rapporto con la ragazza è molto più conflittuale, perché va a toccare tutte le corde più profonde del suo animo.
Le prime due stagioni di dodici episodi si dividono in archi narrativi, in cui i protagonisti si trovano coinvolti in attività molto pericolose e molto remunerative.
Al centro della scena sempre i rapporti tra le maggiori organizzazioni di Roanapur, con le conseguenze sulle persone comuni.
La prima vera missione di Rock sarà trovare un prezioso quadro affondato insieme ad un sottomarino tedesco durante la seconda guerra mondiale. Una richiesta molto particolare, dietro alla quale sembra celarsi un gruppo di neonazisti.
Dopo il furto, tocca ai rapimenti. L’obiettivo è Garcia Lovelace, unico erede di una dinastia sudamericana. Facciamo la conoscenza di Roberta, domestica della famiglia Lovelace ed ex guerrigliera, in grado di rivoltare la città per ritrovare il suo padrone.
Per non farsi mancare nulla, Rock viene anche rapito a sua volta, durante un’incarico commissionato dalla mafia cinese. I nemici sono i terroristi, che riceveranno aiuto da un giapponese molto particolare.
Più si va avanti con la serie più i temi diventano crudi e di difficile digestione.
La seconda stagione inizia con un arco dedicato a due bambini killer, indagando sulle ragioni per cui sono diventati così, seguendo la loro sorte dopo aver sfidato Hotel Moskow.
Dopo un ciclo di episodi dedicato alla produzione di denaro contraffatto, la serie si chiude con Rock che torna in Giappone per la prima volta, in qualità di traduttore al servizio di Balalaika. Rock e la sua scorta Revy si troveranno di fronte ad una realtà differente, che pensavano di essersi lasciati alle spalle ma che evidentemente ha ancora alcuni aspetti irrisolti.
Gli OAV dedicati a Roberta sono un tripudio di azione e sparatorie, che coinvolgono diversi schieramenti e segnano per sempre i rapporti di forza di Roanapur.
Analisi
Rock è un ragazzo di buon cuore, ma per sopravvivere dovrà provare a contaminarsi, ad adattarsi al nuovo contesto. Con sua grande sorpresa, gli riesce molto facile.
Se Revy è da sempre profondamente nichilista e cinica, Rock perde rapidamente contatto con il mondo, diventando col procedere degli episodi un ottimo stratega criminale, che osserva le persone come pedine del suo piano perfetto. Se all’inizio i suoi valori si frappongono tra lui e il baratro, con l’andare del tempo il nostro protagonista comincia a capire che non ha scampo e che la vera natura del mondo si può riconoscere a Roanapur. Un luogo maledetto, in cui si scontrano tutti i grandi poteri in gioco.
Presentato come un rammollito, Rock dimostra in realtà fin dall’inizio una certa determinazione nel tenere testa a Revy, arrivando molto spesso a scontri verbali che ne approfondiscono la personalità e il reciproco rapporto.
La pistolera dal canto suo ha perso tutto molto tempo fa, quindi non ha più paura di niente. Di dire la sua, ma anche di buttarsi a capofitto in situazioni improbabili, riuscendo per fortuna sempre a cavarsela.
I due reggono benissimo la scena da soli, ma danno il meglio quando agiscono insieme.
Tutti i personaggi sono ben realizzati, per quanto alcuni abbiano meno spazio. anche i comprimari hanno personalità ben distinguibili e i loro problemi alle spalle.
La trama in senso stretto non esiste, ma i diversi archi narrativi dipingono un procedere della vita dei protagonisti che nel frattempo sopravvivono tra un trauma e l’altro.
Dal punto di vista tecnico la qualità è notevole fin dal primo episodio. L’animazione delle scene d’azione è ottima, la musica è martellante al momento giusto, per poi ricadere nella placida tranquillità dell’oceano pacifico.
Non si può dire poi che Rei Hiroe abbia poca fantasia e poca attenzione ai dettagli, considerando quanto rende bene la confusione di una città fondamentalmente marcia, in cui in ogni momento di confusione di muovono tantissime persone.
La sensazione in queste occasioni è quella di guardare un vecchio film ambientato durante la guerra del Vietnam, con quella sensazione latente di tristezza che rimane in sottofondo anche nei momenti apparentemente felici.
Il tono della narrazione assume spesso toni molto oscuri, che fanno da perfetto controcanto ai momenti d’azione più sfrenati. al termine della giornata, quando c’è da fare i conti con le proprie azioni, quello che resta è sempre un grande vuoto.