B: The Beginning è il nuovo anime originale Netflix in onda sulla piattaforma a partire dal 2 marzo. Prodotta dallo studio di animazione nipponico Production I.G. e diretta da Kazuko Nakazawa, la serie cattura l’attenzione dello spettatore sia per il plot che per la veste grafica. Nazawaka è noto nel mondo cinematografico internazionale per aver prodotto diversi frame, dal più celebre segmento animato presente nel film Kill Bill vol. 1 di Quentin Tarantino fino alla creazione del video musicale di Breaking the Habit dei Linking Park.
Titolo: | B: The Beginning |
Autore: | Kazuto Nakazawa |
Studio di produzione: | Production I.G. |
Genere: | Fantasy, Thriller |
Numero episodi: | 12 |
Distribuito da: | Netflix |
Trama
Regno di Cremona – Italia.
La Città-Stato a regime monarchico situata in un arcipelago, in un’Italia futuristica, è lo scenario di diversi delitti. Tra i boschi che circondano il regno accadono misteriosi e violenti omicidi le cui vittime sono dei criminali coinvolti in svariati crimini, dagli stupri fino ad atti di terrorismo.
L’assassino seriale, ricercato dai RIS, è solito firmare la scena del crimine con una B stilizzata accompagnata da quattro linee verticali. La particolarità della firma, che paradossalmente ricorda il gesto di alcuni eroi come Zorro o Batman, spinge la popolazione e le autorità stesse a identificare il soggetto ignoto con il nome di Killer B.
Se da un lato la polizia ha diffuso un mandato di cattura verso il serial killer, dall’altra i cremonesi lo considerano un giustiziere che uccide la peggio feccia. Lily è una giovane poliziotta dei RIS che, insieme ai suoi compagni, si troverà coinvolta nel caso B e suo malgrado dovrà collaborare con Keith Flick, un eccentrico e burbero ex detective che rientra nella Polizia dopo una pausa di dieci anni.
La vera natura del celebre killer ci viene mostrata nei primi istanti dell’episodio 1. Un misterioso ragazzo alato dalle sembianze demoniache, Lohengrim, giustizia i criminali per colpire la vera organizzazione che si cela dietro questi orribili crimini, i Market Maker.
Nel corso della trama si scoprirà che l’organizzazione Market Maker, inizialmente al servizio dello Stato, ha fatto incursione in un laboratorio dove si effettuava la sperimentazione umana, rapendo tre bambini, rappresentanti di una nuova tipologia di umanità. La motivazione di questo rapimento non è di natura compassionevole o morale, ma puramente criminale.
Personaggi
Lily Hoshina: è una giovane poliziotta dei RIS che lavora sul caso di Killer B. Estroversa, allegra e attiva, Lily riesce a coinvolgere tutte le persone accanto a lei. Curiosa di natura, si troverà coinvolta in un aspetto oscuro del caso B, ignara delle gravi conseguenze che può incorrere.
Brian Brandon: è uno dei due informatici del gruppo RIS. Allegro e spigliato, Brian è un vero e proprio topolino dell’informatica che, in seguito ad una scoperta riguardante una talpa all’interno della Polizia, verrà aggredito da quello che sembrerà essere un emulatore di Killer B.
Boris Meyer: è il mentore di Lily e grande amico di Kith. Il più anziano dei RIS nonché il più saggio, Boris è il classico mattacchione che tenta di riportare la calma dove gli animi diventano inquieti a causa dell’enorme stress lavorativo.
Kaela Yoshinaga: è il tecnico informatico del RIS, la “Penelope Garcia” dell’anime. È il vero e proprio hacker della squadra, un importante supporto per la squadra, sia a livello lavorativo che personale. Kaela si troverò coinvolta in un’indagine privata che sta conducendo Kith in gran segreto.
Mario Luis Zurita: membro dei RIS, è un uomo dal carattere duro che riesce a mantenere la calma anche nei momenti più difficili. È un abile stratega dal sangue freddo. Si lascerà prendere dal panico in una sola occasione al ritrovamento di un loro collega ferito gravemente da Killer B.
Keith Flick: ex investigatore che torna nel corpo dei RIS dopo anni di assenza. È conosciuto col soprannome di “Genio” per via del suo infallibile fiuto e intuizione riguardo i casi più problematici. Svogliato, silenzioso e burbero, Keith sembra il detective meno professionale in assoluto. La maschera che indossa cela un enorme segreto: è a conoscenza della vera natura di Killer B ed è sulle sue tracce per avere un contatto diretto con lui.
Grafica
L’animazione di Nakazawa è un vero e proprio capolavoro artistico. La fluidità delle immagini, il realismo impressionante dell’intera ambientazione catapulta lo spettatore in un mondo completamente nuovo. La maestria di Nakazawa la si nota anche nelle espressioni facciali di ogni singolo personaggio che trasmette ogni singolo stato d’animo provato.
La bellezza dei volti di alcuni antagonisti ci mostra una “attraente e controllata malvagità” tanto da indurci a pensare che i membri del Market Mayer non siano altri che un gruppo di cyborg. Questa bellezza non ci trasmette i reali sentimenti degli antagonisti (eccezione per Kamui, completamente folle dalle espressioni facciali simili al Joker di Suicide Squad) così come per Keith Flick, l’investigatore dalla poker face.
Ma se da un lato abbiamo l’anatomia umana disegnata ad arte e la fluidità delle scene di vita quotidiana o lavorativa, non possiamo affermare la medesima cosa durante i cruenti combattimenti tra Killer B e il clan dei Maker Mayer. Velocità, massimo dinamismo accompagnato da una colonna incalzante, l’anime ci proietta al centro dell’azione mostrandoci la natura quasi artificiale dei personaggi in azione.
Spesso queste scene di combattimento tra esseri sovrannaturali hanno un ché di poetico: l’ambiente circostante come un incendio che tinge di rosso la scena, candele che galleggiano sinuose su uno specchio d’acqua o la visuale dall’alto che mostra l’uccisione di uno di questi esseri “incorniciato” da cerchi concentrici illuminati dalla Luna. Tuti questi elementi smorzano la crudezza degli scontri e paradossalmente donano una delicata armonia trasformando il combattimento in una danza.
I difetti della grafica
Purtroppo la grafica dell’anime, per quanto sia meravigliosa, ha diverse pecche: l’errato uso del 3D. Non mi stancherò mai ad affermare che il 3D viene abusato in ormai quasi tutti i titoli. In B: The Beginning la tridimensionalità stona del tutto con lo stile di Nakazawa. In una scena di combattimento, il RIS inseguiva un prototipo di carro armato rosso realizzato con un pessimo rendering che ricordava vagamente le autovetture di Tomb Rider del lontano 1998. Possiamo in parte capire che la tridimensionalità avvicini l’animazione al realismo più assoluto, ma spesso non garantisce il risultato sperato.
L’automobile guidata da Lily (sembrerebbe una Renault R4. Purtroppo non sono un’esperta) è quasi sempre e interamente realizzata in 3D mentre l’intero ambiente circostante, per quanto sia ben disegnato, rimane un 2D. Gli unici momenti dove questa scelta artistica può essere apprezzata a piena riguarda le scene notturne: le strade illuminate dai semafori e le poche macchine in movimento ci fanno dimenticare per pochi secondi di essere davanti ad un’animazione.
Conclusioni sul rendering grafico
È un vero e proprio capolavoro sia a livello di animazione che sonoro, ma la scelta della tridimensionalità è totalmente da bocciare.
Doppiaggio
La scelta delle voci per l’edizione italiana è perfetta quasi quanto quella nipponica. I doppiatori riescono a comunicarci i vari caratteri dei personaggi attraverso la propria voce. Massimo Triggiani rispecchia a pieno l’apparente quiete di Keith, uomo dal passato segreto e dal perenne sangue freddo. Alessandra Bellini invece ci trasmette il carattere petulante e fastidioso di Lily: attenendosi al copione, le piccole urla e gli acuti della poliziotta ci fanno amare il suono della sua voce come lo stridio delle unghie sulla lavagna.
La difficoltà di ogni doppiatore, unito all’animazione e plot in sé, consiste infatti nel farti odiare o amare un determinato personaggio e il bigliettino da visita di ogni anime (o film) è proprio la voce. Ho provato a visionarlo in entrambe le versioni. Per quanto ami la mia lingua, sono ormai abituata a guardare gli anime in giapponesi perché rendono di più. La bravura dei nipponici è ormai ben onta tutti, eppure in B: The Beginning la scelta delle voci nostrane mi hanno spinta a selezionare la lingua in italiano.
Un ottimo lavoro.
Doppiatori Italiani
Keith Kazama Flick | Massimo Triggiani |
Koku | Alessio Nissolino |
Lily Hoshina | Alessandra Bellini |
Boris Meyer | Stefano Oppedisano |
Kaela Yoshinaga | Benedetta Degli Innocenti |
Brian Brandon | Danny Francucci |
Mario Luis Zurita | Antonino Saccone |
Doppiatori Giapponesi
Keith Kazama Flick | Hiroaki Hirata |
Koku | Yūki Kaji |
Lily Hoshina | Asami Seto |
Boris Meyer | Minoru Inaba |
Kaela Yoshinaga | Ami Koshimizu |
Brian Brandon | Toshiyuki Toyonaga |
Mario Luis Zurita | Shintarō Tanaka |
Riflessioni
Nel complesso B: The Beginning mi è piaciuto a livello di trama e animazione generale, purtroppo non posso dire lo stesso sulla scelta della location. I registi hanno voluto dare un tributo al nostro paese ambientando l’anime in una Italia un po’ futuristica. L’idea mi ha fin da subito elettrizzata, appena letta la notizia ho esclamato “Wow! Vediamo come ci hanno disegnato!” e dopo l’iniziale entusiasmo dei primi cinque minuti, il mio sorriso si è trasformato in una smorfia critica.
Parlerò principalmente del lato negativo di questo titolo. Cremona è situata su un arcipelago a ridosso del mare, vari scorci ci ricordano vedute partenopee mentre i boschi la rigogliosa Toscana. Sapevamo che la geografia era stata stravolta, in fin dei conti si tratta di un paese nel futuro. E se la città-stato di Cremona si è alzata di diversi metri, la Pianura Padana si è riempita del Mar Adriatico e Minsk è una nuova città lombarda, non ho potuto fermare la mia vista critica su alcuni particolari agghiaccianti.
Le pecche…
Partiamo innanzitutto dalla scelta dei nomi. Per quanto sia comprensibile una squadra internazionale (ma non dovrebbe chiamarsi RIS), come mai oltre la metà dei personaggi hanno nomi giapponesi? Hoshina, Toga, Toshinaga, Koku, Yuna e tanti altri non sono di origine brianzola, eppure questi nomi nipponici superano di gran lunga quelli italiani.
Chiudendo un occhio sui vari francesi e inglesi (in fin dei conti si parla di una squadra “internazionale”) come mai Mario, l’unico poliziotto dal nome con radice latina è spagnolo? Altri errori riguarda le abitudini alimentari: toccatemi tutto ma non il cibo! Siamo famosi in tutto il mondo per la nostra arte gastronomica, la dieta mediterranea è riconosciuta a livello mondiale come la più completa in assoluto. C’è una scena che mi ha disturbato più di un omicidio della Market Maker.
Lily si reca in panetteria (insegna italiana) e compra la colazione da portare al suo collega Flick. La ragazza si rattrista quando lui rifiuta il lauto dolce bello caldo appena sfornato, come si può dire di no ad una gustosa zeppola di San Giuseppe così ben realizzata che avevo l’acquolina in bocca? Eppure Lily si scandalizza perché Flick rifiuta il gustosissimo panino con crema di fagioli che tutti amano! Sì, perché in questa Italia tuti vanno pazzi per i dorayaki! Che schifo i bignè, i croissant, le cremonesi e tutta la pasticceria italiana! Se rifiuti un gustosissimo dorayaki, sei un alieno!
C’è solo questo
Oltre al cibo c’è tantissimo da dire. I personaggi si recano appunto in questa panetteria dall’insegna tutta nostrana. È bello vedere scritte in italiano in un anime giapponese, è commovente, ma la magia dura poco. I sacchetti di carta del negozio hanno un bellissimo logo giapponese, le varie insegne (come i ristoranti, negozi e uffici pubblici) sono rigorosamente in inglese così come la segnaletica. Dulcis in fundo, gli appunti dei membri dei RIS italiano sono scritti in giapponese.
Avete letto bene, per quanto i registi abbiano scelto di ambientare il loro lavoro nel nostro Paese, di italiano non c’è assolutamente nulla. Dal mio punto di vista, è un’enorme delusione che va al di là della trama. Ci sono state molte opere ambientante nel nostro paese (basti pensare a Lupin o ai manga di Chiho Saito), ma stravolgere un paese sostituendo la lingua con quella nipponica è un errore gravissimo, soprattutto se commesso da un artista come Nakazawa.