È Hazel la morta il titolo poco rassicurante del numero 447 della serie regolare di Dylan Dog, in edicola dal 30 novembre. Sceneggiatura della coppia formata da Rita Porretto e Silvia Mericone su soggetto della curatrice Barbara Baraldi, disegni di Antonio Marinetti, copertina come sempre
Se Hazel chiama al cellulare, è molto meglio non rispondere: cinque giorni possono non bastare per salvarsi la vita. Mentre una serie di morti cruente traccia una scia di sangue per le strade di Londra, spetta a Dylan Dog indagare su un’inafferrabile entità che sembra essersi risvegliata da un sonno centenario. Ma ognuno di noi nasconde un segreto, e quello di Sarah è legato a una sinistra filastrocca che recita: “Hazel la morta bussa alla porta”…
Trama di Dylan Dog 447
Preceduta dalla filastrocca “Hazel la morta bussa alla porta”, un essere mostruoso aggredisce e uccide Karleen, punendola per aver fatto e venduto foto e video hot.
Lo stesso volto compare sul cellulare che un passante restituisce a Dylan Dog, poco prima che un’automobile esca di strada e si schianti contro la vetrina dietro di loro: il protagonista se ne accorge per tempo e spinge via il ragazzo.
L’indagatore dell’incubo accoglie a casa l’automobilista, Sarah (giovane e bella, ça va sans dire), perché si riprenda dall’incidente. Secondo lei il navigatore diceva cose insensate e la dirigeva verso la vetrina. La ragazza gli rivela che tutto è cominciato con una telefonata misteriosa che le annunciava la morte entro 5 giorni: da quel momento gli apparecchi tecnologici le sono sembrati posseduti.
La conversazione prosegue a casa di Sarah: mentre Dylan Dog è sul terrazzo, la porta si chiude, va via la luce, la giovane si vede aggredita da Hazel. Quando l’indagatore dell’incubo rompe il vetro e rientra, vede solo Sarah con in mano il coltello rivolto verso se stessa.
Hazel aggredisce anche un culturista influencer, Jason, accusandolo di usare steroidi e di essere finto: il giovane finisce con il ferirsi mortalmente con i vetri dello specchio.
Dylan Dog cerca informazioni in rete sulla chiamata ricevuta da Sarah, e trova un cimitero virtuale dopo si ricordano alcune persone decedute cinque giorni dopo una strana telefonata e, nel caso di Karleen, un'”evocazione”, come precisa Amanda in un commento: l’Old Boy contatta la ragazza, che gli rivela di aver visto Hazel nel “Bosco della strega”, così come tutti i suoi compagni.
Durante la videochiamata, l’immagine dell’Old Boy si confonde con quella del mostro, che la accusa di essere stata invidiosa dell’amica. Amanda riceve la chiamata “dei cinque giorni” e la sua fuga precipitosa in moto la conduce alla morte.
Scopriamo che Hazel, cui è dedicato il bosco, è una donna vissuta all’inizio del diciassettesimo secolo, accusata di stregoneria, condannata all’impiccagione e lasciata agonizzante per cinque giorni.
Dylan incontra Phoebe, una ragazza che ha partecipato all’evocazione di Hazel, al termine della quale i suoi amici hanno vista la strega sullo schermo del cellulare e Karleen ha ricevuto la telefonata minacciosa.
Anche Jason, il culturista, faceva parte del gruppo. Dylan scopre quindi che la telefonata si diffonde tra persone che custodiscono segreti potenzialmente pericolosi. Phoebe sparisce misteriosamente. Sarah non risponde alle telefonate di Dylan, che la raggiunge a casa e scopre che la ragazza si è lanciata dal balcone. Sulle pareti di casa è scritta più di volte l’invocazione ad Hazel.
Anche un altro ragazzo della scuola, Jordan, si è lanciato dal balcone: Dylan parla con la madre, fingendosi un ex supplente, ottenendo l’accesso alla stanza del ragazzo. Scopre i suoi turbamenti, il fatto che fosse ingenuamente innamorato di Karleen e infine il suo tragico e inaspettato legame con Hazel e le morti che ha provocato. Dylan dialoga con Hazel, che sostiene di aver creato lei il mondo in cui si muovono l’indagatore dell’incubo e le sue vittime.
L’Old Boy elimina Hazel e rielabora in forma filosofico-esistenzialista i dubbi che gli poneva. Rifiuta una chiamata, butta il telefono… ma i fatti sembrano dare ragione ad Hazel.
Sviluppo
L’introduzione, prima di ricordare con affetto Carlo Ambrosini, morto il primo novembre, si concentra sul telefono come mezzo per la paura, presente al cinema già ne Il terrore corre sul filo, del 1948, e nella più recente serie Ringu (l’originale giapponese diretto da Hideo Nakata, basato sul romanzo di Koji Suzuki) e The Ring (trasposizione americana del Gore Verbinski pre-Pirati dei Caraibi).
Del romanzo Cell di Stephen King (non considerato tra i migliori dello “zio”), la curatrice sottolinea l’aspetto profetico (l’umanità trasformata dai telefoni in zombi senza cervello).
Rita Porretto spiega che nel primo lavoro basato su un soggetto altrui, ha avuto grande libertà. Ha usato la tecnologia come pretesto per indagare sull’adolescenza e sull’impossibilità di controllare pienamente la propria vita privata. Silvia Mericone sottolinea l’analisi del rapporto tra reale e virtuale.
Antonio Marinetti ha firmato tavole che sfruttano efficacemente le potenzialità del mezzo fumetto, come nella composizione di pagina 31, dove le vignette sembrano frammenti dello specchio che si è rotto nella scena.
Come anticipato dell’Horror Post, nel secondo albo della trilogia sull’Intelligenza Artificiale, il disegnatore ha inserito molti “glitch” tipici delle immagini create con le IA generative, come i due pollici sinistri del ragazzo che dà il telefono a Dylan Dog, o le due lune nella prima vignetta di pagina 48. Non mancano vignette molto gore, come quella di pagina 53.
L’IA viene rappresentata come una fantasma digitale che possiede apparecchi e si spinge oltre. È stata creata da un ragazzo ferito, o ha creato lei il mondo e ricordi di Dylan Dog e dei ragazzi minacciati e uccisi?
“Forse, comunicare è solo uno sforzo per superare il divario tra tutti i mondi possibili…”
La storia pone dubbi esistenziali, sul fatto di essere reali o utenti, se non comparse, di una simulazione, toccando anche il solipsismo, concetto che ha quasi quattro secoli ma risulta moderno sia nel significato proprio – l’unica esistenza certa è la propria, il resto può essere frutto della coscienza… o una simulazione – sia nell’accezione più “pratica” che si lega all’individualismo e all’egoismo.
Oltre a sviluppare efficacemente temi sempre validi o di stretta attualità, la storia è avvincente e ben scritta. Lascia qualche dubbio alcuni dettagli, come la rottura della vetrata da parte di Dylan Dog (dal momento che non vedeva Hazel, dentro era buio e Sarah non aveva chiesto aiuto) e la sparizione improvvisa e non motivata di Phoebe (un’esca digitale di Hazel?)
Gli autori di Dylan Dog 446
Rita Porretto e Silvia Mericone si sono conosciute poco dopo i vent’anni: vinto a distanza di un anno lo stesso concorso nazionale di racconti brevi “®esistenza – manuale di storie contemporanee”, iniziano a lavorare insieme, collaborando con piccole realtà editoriali in ambito teatrale, letterario e fumettistico (in particolare realizzano storie brevi per Coniglio editore).
Hanno sceneggiato, rigidamente in coppia, 7 numeri di dr. Morgue (Star Comics), uno di Dampyr, uno di Nathan Never, e 13 di Dylan Dog: Color Fest nn. 6 e 48, La camera chiusa e Il Risveglio, i Maxi Dylan Dog nn. 26, 33, 35 e 37, Il lago nero, Final Cut, Tutto è perduto e Ti amo, Dylan!, i Dylan Dog Oldboy nn. 2 e 11, Cuore cattivo e Le pareti del cervello, infine per la testata principale i nn. 424, Candiweb, 426, La morte in palio, 430 bis, Strage silenziosa, 433, Gli indifferenti, oltre al 447, Hazel la morta.
Il duo ha scritto anche alcuni episodi di Gothic e Gabbia Dorata per Cronaca di Topolinia, nonché Carisma: La scienza dell’anima per Panini Comics.
Barbara Baraldi ha scritto per la serie regolare di Dylan Dog i numeri 348, La mano sbagliata, 364, Gli anni selvaggi, 367, La ninna nanna dell’ultima notte, 385, Perderai la testa, 389, La sopravvissuta, 393, Casca il mondo, 407, L’entità, 417, L’ora del giudizio, 420, Jenny, nonché i recenti 436 e 437, Non con fragore…, …Ma con un lamento, chiusura della trilogia che ha sancito la fine della sperimentazione, 439, L’invasione silenziosa, 446, L’altro lato dello specchio e il prossimo 450, Shock!.
Sempre per l’indagatore dell’incubo: Il bottone di madreperla e Ballando con uno sconosciuto, numeri 9 e 20 del Dylan Dog Color Fest, infine La solitudine del serpente, Buongiorno tenebra, Malestorie, Tempesta a Mentmore House e I ragazzi selvaggi, Dylan Dog Oldboy nn. 1, 8, 15, 19 e 20.
Autrice di romanzi thriller, Barbara Baraldi ha firmato inoltre Il regalo, n. 810 di Diabolik, 8 storie della serie Torture Garden per Edizioni Inkiostro, infine Nel nome del sangue, n. 5 di The cannibal family Book.
Antonio Marinetti ha disegnato per Sergio Bonelli Editore 26 numeri di Julia e 2 di Nick Rider. È al suo esordio su Dylan Dog, cui si aggiunge il recentissimo Una donna reale?, Oldboy n. 23. Per il mercato francese ha firmato due numeri di Mister Hyde contre Frankenstein, edito da Soleil Productions.