La città senza nome è il titolo del n. 438 di Dylan Dog, primo numero dopo la trilogia che ha concluso le sperimentazioni degli ultimi 10 anni. In edicola dal 28 febbraio, testi di Gabriella Contu e disegni di Giorgio Santucci.
Il prossimo albo della serie regolare si intitola L’invasione silenziosa: sceneggiatura di Barbara Baraldi e disegni di Davide Furnò, in edicola dal 31 marzo.
Trama di Dylan Dog 438
La storia si apre con una tetra parafrasi della genesi, incentrata sull’uomo, la guerra e il nucleare. Il narratore è una città inglese senza nome e segreta, dove vengono effettuati studi ed esperimenti nucleari. La città senza nome, in un delirio di onnipotenza, ritiene che non esista altro al di fuori di lei. In quello che nel suo racconto è il settimo giorno, gli uomini mettono in discussione la tecnologia e la sua supremazia.
In questa città segreta, senza nome, in mezzo al nulla della campagna inglese, finisce “per caso” Dylan Dog, dopo un incontro sentimentale andato male: dopo essersi perso, il protagonista si perde nei boschi e va a sbattere per evitare con un cervo.
Incurante dei cartelli di pericolo radiazioni, Dylan Dog si addentra oltre le mura della città per chiedere soccorso. Nella città fantasma, viene “accolto” da alcune persone inquietanti. Sono ciechi e rimangono sconvolti dal fatto che Dylan Dog veda. Non sono interessati a cosa c’è fuori dalla città, e lo invitano a fermarsi per riposare.
Dylan medita sulla cupezza della città e dei suoi abitanti. Non vede l’ora di andar via, ma Aaron – che si è proclamato tramite fra la città e gli abitanti e la città che venerano – lo considera un segno e gli vuole proporre di “abbracciare il buio”.
Guidato a conoscere la comunità, Dylan si informa sulla sua storia. Gli abitanti sono i figli dei prescelti, che lavoravano in segreto alla centrale e agli armamenti nucleari, finché non si diffuse il seme del dubbio non ne fece scappare molti.
Per questo “tradimento”, la città punì gli uomini con il “silenzio” (dalla torre di raffreddamento non uscì più vapore), fino al giorno, “felicissimo”, in cui un fulmine colpì l’impianto e sprigionò una cenere che accecò gli abitanti. Essi considerarono l’evento il perdono della città e un approdo alla conoscenza e alla pace.
L’Old Boy naturalmente rifiuta l’offerta di unirsi a loro, ma scopre con raccapriccio che l’alternativa è venire ucciso e che i bambini vengono accecati appositamente. Il protagonista interrompe il rito disperdendo le ceneri e viene nuovamente imprigionato.
L’unica donna incinta della città aiuta Dylan Dog a liberarsi, chiedendogli però di portarla via con sé, perché al bambino non tocchi la stessa sorte capitata a lei. Il tentativo viene fermato dall’arrivo degli altri abitanti. Durante la fuga, la donna capisce che è arrivato il momento del parto: Dylan la aiuta a far nascere il bambino.
Arrivano nuovamente i fanatici, ma la lotta impari tra loro e Dylan Dog viene interrotto dall’arrivo di Bloch con una squadra di agenti munita di mezzi demolitori. L’incubo sembra momentaneamente finito.
Sviluppo
Molto apprezzabili i disegni di Giorgio Santucci, che alternano ampio uso del nero al chiaroscuro e conciliano il realismo con una forte espressività dei personaggi e un senso di inquietudine dato dai luoghi ma soprattutto dagli abitanti della città.
La sceneggiatura di Gabriella Contu, il disegno, l’uso delle chine e la composizione della pagina si adattano man mano alla fase della narrazione.
Le scene riguardanti i bambini sono tra le più disturbanti lette su Dylan Dog ma molti numeri a questa parte.
Tra i temi trattati, in primis il nucleare e la guerra, ma anche le aberrazioni cui possono portare il fanatismo e il fatto di collocare idee e principi sopra al valore degli uomini e della loro vita.
Riguardo gli omaggi, lo stesso Dylan sottolinea l’analogia tra il posto dov’è capitato e un racconto di HG Wells: si tratta di The country of blind (Il paese dei ciechi).
Ci si aspettava forse qualcosa di più dopo la trilogia che ha chiuso le sperimentazioni, è forse troppo presto per vedere in che cosa consiste il nuovo inizio o ritorno alle origini.
Gli autori
Gabriella Contu ha scritto per la serie regolare di Dylan Dog la sceneggiatura del numero 370, Il terrore, i più recenti 415, Vendetta in maschera, 419, Albachiara, 425, I Predatori. Sempre per l’indagatore dell’incubo, ha firmato il Maxi Dylan Dog 32, gli Oldboy numero 1, 7 e 16. L’orrore delle armi, Color Fest 41.
Ancora per Sergio Bonelli Editore, ha scritto albi di Zagor, Tex Willer, Dragonero, Ichi (Chambara), Jun, e Ucciderò Madiba, numero 68 della collana Le Storie.
Giorgio Santucci ha disegnato Orfani per la Bonelli, Alfredo Petronio per Edizioni Inkiostro e una serie di opere raccolte sotto l’etichetta Giorgio Santucci story edita da Xenia Edizioni. Per Dylan Dog ha illustrato il numero 374 della serie regolare, La fine dell’oscurità, nonché il Color Fest n. 15, Il pasto vivo.