Anche questo giovedì presentiamo una recensione anime, stavolta dedicata a Magi: Adventure of Sinbad. La serie è uno spin-off di Magi: The Labyrinth of Magic e segue la storia di Sinbad, uno dei personaggi più famosi ed amati della saga.
Scritto da Shinobu Ohtaka e illustrato da Yoshifumi Ohtera, lo spin-off viene serializzato sulla rivista Weekly Shonen Sunday a partire dal 2013, per poi essere spostato sul sito Ura Sunday fino al suo termine, nel 2018. Nel 2o14 viene prodotta una serie di OVA da Lay-duce, che creerà nel 2016 anche una serie anime di 13 episodi. Per la nostra recensione prendiamo in considerazione solo quest’ultimo, disponibile anche su Netflix.
Prima di analizzare Magi: Adventure of Sinbad, dai un’occhiata alle nostre precedenti recensioni:
- IDOLiSH7 Third Beat, la recensione dell’anime
- I’m the villainess, so I’m taming the final boss, la recensione anime
- Maid-sama! La doppia vita di Misaki – La recensione dell’anime
Magi: Adventure of Sinbad – La storia di un futuro re
Adventure of Sinbad si svolge prima degli eventi della serie principale. Vediamo, infatti, la nascita di Sinbad, che segna non solo l’arrivo di una nuova vita, ma anche di un futuro re. Sinbad cresce in un piccolo villaggio nell’Impero di Parthevia con il padre e veterano di guerra Badr e la madre Esra.
Fin da bambino deve subire i sopprusi dei potenti, che prendono di mira la sua famiglia dopo che il padre si rifiuta di combattere per l’Impero. L’uomo, però, viene portato via con la forza e muore nella battaglia contro l’Impero di Reim, lasciando la moglie malata e figlio da soli.
Un giorno nel loro villaggio arriva uno strano e misterioso uomo di nome Yunan, che in realtà è un Magi. Sotto richiesta della madre morente di Sinbad, Yunan da indicazioni al ragazzo per conquistare il dungeon di Baal. Sinbad si scontra con Drakon, uno dei militari di Parthevia, ma riesce a batterlo, conquistando il potere del Dungeon. Il ragazzo diventa, così, il primo conquistatore di dungeon della storia di Magi.
Le sue avventure non si fermano qui. Deciso a cambiare il mondo per il meglio, Sinbad inizia il suo viaggio, dove vittorie e sconfitte lo cambieranno radicalmente e saranno l’inizio della costruzione di un nuovo regno.
Un mix vincente
Magi: Adventure of Sinbad è divertente, coinvolgente e pieno di azione e magia. La pecca più grande è sicuramente la sua brevità. Infatti, la serie termina molto prima del manga e non affronta la parte più interessante e oscura del passato di Sinbad.
Nonostante questo unico lato negativo, la serie mantiene il format di Magi. Non mancano le scene commoventi e i temi pesanti, come la morte, la guerra e lo schiavismo, presenti anche nella saga principale. Il tutto, però, non risulta mai troppo noioso, perché viene abilmente interrotto da scene comiche e divertenti. I dialoghi sono ben fatti, così come i personaggi.
Quelli principali sono decisamente unici, ognuno con una propria personalità e un proprio obiettivo, che ci fa comprendere il perché di certe azioni successive al prequel. Sinbad è un personaggio molto interessante, con un lato nascosto che piano piano viene a galla.
Per quanto riguarda l’animazione, è davvero notevole contando che Lay-duce non è uno studio particolarmente grande. Mi ha, infatti, sorpreso il fatto che la serie spin-off non sia stata prodotta da A-1 Pictures, che si è occupata dell’anime principale. Questo, però, non ha assolutamente minato Magi: Adventure of Sinbad, che si è rivelata dello stesso livello di produzione.
In generale, se è piaciuto Magi, Adventure of Sinbad è assolutamente da vedere. Uno shonen, che a volte si rivela anche seinen, che coinvolge chi guarda e intrattiene. Una serie davvero imperdibile e che speriamo venga ripresa a breve!