Come per Il Commissario Ricciardi, Sergio Bonelli Editore continua la serializzazione dei romanzi di Maurizio De Giovanni dedicati ai Bastardi di Pizzofalcone: stavolta tocca a Gelo, terzo capitolo della serie.
Come spesso avviene nelle opere dello scrittore partenopeo il titolo è un indizio tanto sull’ambientazione, da un punto di vista climatico, quanto si riferisce all’animo dell’assassino colpevole del delitto che anima le pagine della storia.
Anche stavolta siamo davanti ad un duplice omicidio difficile da digerire (ma lo è mai?): una giovane coppia di fratelli viene brutalmente assassinata nella casa in cui abita, senza che all’apparenza nessuno abbia visto o sentito niente di particolarmente utili alle indagini.
A scoprire i cadaveri è Renato, figlio di un barone universitario, amico, socio e per certi versi mecenate di Biagio, uno dei fratelli.
I due, apparentemente inseparabili, si sono conosciuti all’università e hanno proseguito il rapporto professionale come team instancabile ed atteso da fama e ricchezza; elemento quest’ultimo molto importante per il giovane Renato che, orfano di madre e con il padre appena uscito di galera, cerca una strada che gli consenta di elevarsi da una vita di povertà e di potere sostenere anche la sorella Grazia.
La giovane, dal canto suo, è una ragazza bellissima ma irrequieta: ha un fidanzato scapestrato e non ha ancora scelto cosa fare della sua vita. La sua occasione arriva per caso, quando viene notata per caso ed ha la possibilità di diventare una modella.
Per paura del fidanzato, forse, Grazia rifiuta dopo un solo servizio per il quale richiede la cifra ben precisa di 3.700 euro.
E’ questo un elemento molto particolare, uno dei pochi che emerge nel corso dell’indagine e che metterà gli investigatori sulla strada che li porta dritti verso l’insospettabile assassino e che contribuirà a dare un po’ di respiro al sempre bistrattato Commissariato di Pizzofalcone.
Nel frattempo, i componenti della tanto bistrattata squadra cercheranno a modo loro riparo dal gelo dell’anima e dei sentimenti portando avanti delle relazioni incerte o le missioni che si sono assegnati prima di una fine liberatoria, ma prematura.
In particolare nel corso del volume scopriremo non solo che esiste davvero un “suicidatore” che assassina le persone rimaste sole e depresse, come pensa Giorgio, ma ne conosceremo addirittura l’identità, con il colpevole che è molto vicino al vice commissario.
Per il team, guidato nelle indagini dall’ispettore Lo Jacono si tratta di un’indagine a 360 gradi nell’animo umano, fronteggiandone pochi aspetti positivi e immergendosi nelle sue bassezze tra padri violenti, fidanzati gelosi e omofobia dilagante, specchio impietoso dei nostri giorni.
Segnali di Stile
Partendo dal romanzo di De Giovanni, Sergio Brancato (al debutto sulla serie) riesce a riprodurne l’intreccio e le suggestioni con una sceneggiatura solida e piacevole da leggere a cui si accompagnano i sempre apprezzabili disegni di Fabiana Fiengo, che mescola zoomorfie ad ambientazioni e corpi realistici restituendoci una Napoli vivida e vivace, così come vibranti di vita sono tutti i personaggi che incontriamo e la animano.