Sedicesimo appuntamento per la testata Dylan Dog Oldboy, che racconta le storie dell’indagatore dell’incubo “classico”, in un tempo che sembra essersi fermato agli anni 80.
Il volume, brossurato di 192 pagine in bianco e nero in formato 16×21, è in vendita dal 14 dicembre a € 6,90. Il prossimo appuntamento è per il 14 febbraio, con l’Oldboy 17 che propone le due storie Psycho party (dove si incontrano un ragazzo di nome Dylan e un giovane Professor Adam) e Fatti a pezzi (in cui l’Old Boy indaga su un caso particolarmente sanguinolento).
Dylan Dog – Natale con l’orco
Mentre si lamenta dell’atmosfera natalizia che non riesce proprio a condividere o comprendere, l’Old Boy si ritrova davanti al Safarà e ancora una volta, senza ricordare l’inquietante proprietario né le visite precedenti, entra e prende un oggetto proposto da Hamlin. La novità è che il misterioso negoziante ha un accordo con un socio insospettabile: Babbo Natale.
Rientrato, Dylan Dog apre il pacchetto e scopre che si tratta di una scatola di pennelli: sente un irresistibile impulso di provarli e, non trovando colori in casa, esce nuovamente. Con la collaborazione degli elfi, finisce alla “Fabbrica dei colori di Babbo Natale” dove il proprietario gli vende i colori e gli regala la carta.
A casa, Dylan Dog vede comparire per qualche istante una misteriosa bambina, quindi scopre che i pennelli trasformano la sua mano in una più piccola e femminile, la quale comunica tramite i pennelli, chiedendo aiuto. Dalla scatola esce una piccola fata che conduce Dylan a una bancarella di libri dove viene attirato dal volume intitolato “Fiabe inusuali” di June K Roosevelt, un’autrice poco nota, uccisa a 25 anni.
L’Old Boy torna alla bottega di Babbo Natale per avere qualche chiarimento: il negoziante gli racconta la storia della Rowling, che manteneva da sola la propria bambina grazie a ritratti e disegni, usando pennelli realizzati con materiale procurato da “un mercante del nord”. Il successo ottenuto con la pubblicazione di fiabe per bambini scatenò la rabbia di chi non approvava la sua condotta e la uccise, facendo sparire la sua attrezzatura.
Dylan Dog trova in casa Natale con l’orco, fumetto scritto dalla Roosevelt: il buon orco Grog rimane l’ultimo della sua razza dopo l’attacco degli uomini, ma nasce l’amicizia con le fate… tuttavia l’opera si interrompe qui. Dylan capisce che il proprio compito è completare la storia: incrociando di nuovo gli uomini, Grog vuole vendicarsi, ma viene colpito dai loro festeggiamenti e sente venir meno l’odio.
Grog viene invitato a casa da un bambina la vigilia di Natale. Per celare la propria identità al resto dei familiari della piccola, Grogg indossa un giaccone con bordo in pelliccia e una barba finta. I due decidono di continuare a vedersi ogni anno alla vigilia di Natale.
Tra richiami di storie celebri dell’Old Boy (Johnny Freak) e contestazioni al consumismo, la storia di Gabriella Contu innesta in modo interessante sul mito di Babbo Natale la variante degli orchi e uno sguardo disincantato sulla natura umana. Riccardo Torti conferisce ai disegni l’atmosfera incantata più opportuna per una storia che intreccia i misteri del Safarà con, appunto, gli orchi e il folklore natalizio.
Facce e maschere
Mr. R è uno spietato giustiziere. indossa una maschera che riflette la faccia di chi ha di fronte: si tratta di un fumetto dalla grafica retrò (griglia a 9 vignette, effetto puntinato), proposto dal noto autore Stayn Peikoff. Sfortunatamente Rick Robson, redattore dell’editore BCE, non è convinto: lo giudica un racconto sconclusionato, privo di approfondimento, su un fanatico reali motivazioni.
Dux, il nuovo direttore della BCE, è esperto di marketing e poco interessato ai fumetti: aldilà della qualità dell’opera e della salute mentale di Peikoff, su sui Robson esprime le proprie perplessità, vuole sfruttare il nome dell’artista famoso come traino per le pubblicazioni (ha già in mente la collana Peikoff presenta).
Intanto, Dylan Dog si imbatte in un oscuro personaggio che assale persone che giudica malvagie, taglia la gola e asporta la faccia per sostituirla con quella tolta dalla vittima precedente. Anche questo killer ha la faccia “a specchio”.
Al gioco di rimandi fra il metafumetto di Peikoff e la storia principale – inserita nella classica griglia a 5-6 vignette – scopriamo che c’è un autore incatenato, presumibilmente obbligato a scrivere un fumetto in cui compare Dylan Dog (il quale sente un urlo provenire da un vicolo, come accaduto poco prima all’Old Boy).
Bloch rivela all’Old Boy che l’editore BCE ha ricevuto delle tavole di un fumetto di Peikoff con la descrizione esatta dei crimini, compresa la presenza dell’indagatore dell’incubo. E Peikoff è sparito da giorni. L’idea di mandare le tavole alla polizia è stata del direttore della BCE, che si rivela ancora più cinico di quanto non fosse sembrato in precedenza, nonché disposto a qualsiasi cosa per fare pubblicità alle sue pubblicazioni.
Di qui in poi la realtà e la fantasia si rincorrono. Tra suggestioni oniriche, passaggi di dimensione, indizi disseminati nei fumetti, Dylan Dog trova l’edificio dove Mr R. tiene prigioniero Peikoff, costretto a disegnare per lui. L’indagatore dell’incubo ha anche capito chi si nasconde dietro la “maschera” e va a salvare l’ultima vittima. Ma ancora una volta, le sorprese non sono finite.
Non mancano ulteriori dettagli da metafumetto, come il “voi” che si usava in BCE (elemento che i lettori esperti di Dylan Dog ricordano senz’altro), o l’Old Boy che viene invitato a casa da Chris, la segretaria dell’editrice, appassionata dal fumetto che racconta la sua caccia ai mostri e il suo successo con le donne.
Il fumetto Doctor Weird, di cui Dylan è appassionato, è un omaggio al Dottor Strange della Marvel: analogia del cognome (entrambi significano strano), stesso mantello con le punte, un antagonista di nome Incubo (nei fumetti è uno dei principali avversari del Mago Supremo ed era inizialmente previsto come villain del secondo film del mago, Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Piero Dall’Agnol, autore dei disegni, omaggia Steve Dikto nelle tavole del metafumetto. La variazione di stile e i continui rimandi tra i diversi livelli della narrazione complicano la lettura ma nel contempo le conferiscono ritmo, rendendo la storia più piacevole. Lo stesso si dica per i colpi di scena.
Una nota tecnica particolarmente interessante è contenuta nell’introduzione della storia: lo stesso Dall’Agnol spiega come nel tempo abbia rinunciato all’uso di tavole molto più grandi dell’albo per limitare la propria tendenza a riempire le vignette, dando troppe informazioni al lettore.
Gli autori
Gabriella Contu ha scritto per la serie regolare di Dylan Dog la sceneggiatura del numero 370, Il terrore, i più recenti 415, Vendetta in maschera, 419, Albachiara, 425, I Predatori. Sempre per l’indagatore dell’incubo, ha firmato il Maxi Dylan Dog 32, gli Oldboy n. 1 e n. 7, L’orrore delle armi, Color Fest 41.
Ancora per Sergio Bonelli Editore, ha scritto albi di Zagor, Tex Willer, Dragonero, Ichi (Chambara), Jun, e Ucciderò Madiba, numero 68 della collana Le Storie.
Tra i primi lavori di
Al suo esordio sull’indagatore dell’incubo, Alessandro Russo ha scritto Blek e Magic Patrol per If Edizioni, mentre per Bonelli ha firmato Nick Rider, Zagor, Martin Mystère, Magic Patrol, Il comandante Mark, Agenzia Alfa, Nathan Never, Kay.
Piero Dall’Agnol ha disegnato negli anni ’90 So long baby (Telemaco Comics). Disegnatore storico di Dylan Dog,