Se ci trovassimo anni ’90, più precisamente dal 1994 in poi, in pieno periodo post-grunge e accendessimo la radio, molto probabilmente nel giro di qualche minuto ascolteremmo un brano dei Cranberries, una delle band più famose del periodo.
Da Zombie a Dreams, passando per When you’re gone e Linger, i successi della band irlandese sono stati molti e hanno segnato gli anni ’90 e 2000, fino alla prima separazione (mai ufficiale ed effettiva) del 2003; molto, se non tutto, questo sarebbe stato impossibile senza la voce angelica e dirompente di Dolores O’Riordan.
Scomparsa prematuramente nel 2018, la Regina di Limerick (come viene affettuosamente chiamata dai suoi fan) ha avuto una vita travagliata ricca di momenti fulgidi, principalmente per quanto riguarda la carriera musicale, e cadute fragorose che in definitiva l’hanno sottratta troppo presto ai suoi cari e ai numerosi fan sparsi intorno al mondo.
Grazie a BD, Francesca Ciriega e Micol Arianna Beltramini hanno creato il loro personale omaggio con la graphic novel Dolores, che già dal titolo semplice e privo di cognome lascia intendere l’affetto delle autrici per la cantante irlandese.
Just my imagination
La storia di Dolores segue in maniera rigorosamente cronologica la parabola della O’Riordan, dagli inizi alla tragica scomparsa.
Accompagnati da una voce narrante che sembra parlare con la protagonista e analizzarne la vita (non senza un’ombra di pathos affettuoso) conosciamo la giovane Dolores, settima di 9 figli, insieme alla famiglia con cui viveva felice, pur in una casa piccolissima e modesta.
Già da piccola l’idea di fare musica era un sogno per la futura leader dei Cranberries ed in effetti, dopo qualche tavola in cui percepiamo un terribile segreto (che gli stessi fan e componenti della band scopriranno solo tempo dopo), troviamo una O’Riordan già cresciuta che viene presentata da Mike Hogan al fratello Noel e agli altri componenti dei The Cranberry-Saw-Us, gioco di parole con la cranberry sauce, ingrediente diffuso nella cucina oltremanica.
Il primo incontro è uno choc per i musicisti che ascoltano, in religioso silenzio, Dolores cantare senza accompagnamento musicale: inevitabile per loro accoglierla nella band e cambiare nome in Cranberries.
Il resto, come si suol dire, è storia: in pochi mesi le major musical si contendono i Cranberries e grazie alla radio passano da next big thing a main eventer di concerti in tutto il mondo.
Il tutto, con la costante presenza sullo sfondo di un misterioso ragazzo incappucciato che sembra molto vicino a Dolores ma di cui sembra accorgersi solo lei, e noi lettori.
In breve la cantante, e noi con lei, incontreremo un’altra figura importantissima ovvero Don Burton, manager allora dei Duran Duran con cui Dolores intraprenderà una storia d’amore che durerà vent’anni e li vedrà sposarsi e avere tre figli insieme.
Per tutto questo tempo Dolores indosserà una maschera di soddisfazione e felicità che non è destinata a durare a lungo e occupa tutta la seconda parte del volume, in cui i Cranberries sono in pausa e inizia la spirale autodistruttiva della cantante, che la condurrà al triste epilogo.
L’evento scatenante è il funerale dell’amato padre, da tempo invalido, a cui si presenta l’uomo che dagli 8 ai 12 anni abusò di Dolores O’Riordan compiendo atrocità inimmaginabili di cui la cantante riuscirà finalmente a parlare dopo tanto tempo.
La sua prima reazione, alle scuse confuse dell’uomo, è uno svenimento che la fa ripiombare in una sorta di incubo da cui Dolores cerca di scappare trovando rifugio nell’alcol.
Aumentano i momenti di scarsa lucidità in cui, dopo un periodo di anoressia, la cantante va avanti solo a bevute e tranquillanti, tentando anche il suicidio.
I suoi continui disturbi comportamentali la porteranno anche ad essere arrestata, all’atterraggio di un volo che nel 2014 la riportava a casa, e alla fine del matrimonio con Don Burton.
Sarà un po’ il tracollo finale per una persona fragile come Dolores, che si sentirà davvero sola e preda dei suoi demoni sprofonderà sempre più nell’alcolismo fino a quella maledetta notte del 15 gennaio 2018 in cui annegherà tragicamente nella vasca da bagno di un hotel londinese.
Segnali di Stile
La coppia Ciriega – Beltramini, come detto è animata da una sincera passione per la O’Riordan e quello che ha fatto nel mondo della musica, motivo per il quale la novel risulta nel complesso ben riuscita.
Francesca Ciriega adotta uno stile molto realistico, di stampo bonelliano che per certi versi ricorda quello di Corrado Roi, con il chiaro scuro a dare volume alle tavole.
I personaggi che incontriamo nelle pagine sono tutti riconoscibili a primo sguardo, tanto da farci venire talvolta il dubbio che si tratti di fotografie ricalcate e non reinterpretazioni dell’autrice, come in effetti sono.
Molto riuscita la scelta di utilizzare solo scale di grigio per tutta la storia tranne per alcuni frangenti, riconducibili principalmente ai Cranberries e al momento in cui, speriamo, Dolores abbia finalmente trovato una pace a lungo cercata.
La storia scritta da Micol Arianna Beltramini è rigorosa nella sua cronologia e nel riportare i fatti così come sono avvenuti, ma lascia un piccolo spazio alla fiction, ben riuscito.
Infatti, con l’intenzione dichiarata di fornire una sorta di supporto postumo a Dolores, la scrittrice crea gli unici due personaggi fittizi dell’intera novel: il ragazzo incappucciato di cui dicevo prima,che diventa una sorta di doppelganger della cantante e che ne incarna l’anima più malinconica e per certi versi oscura, e la psicologa che incontra dopo l’arresto nel 2014.
In entrambi i casi, per ovvi motivi, il loro apporto è quello di fornire una sorta di conforto morale e non lasciare sola la protagonista negli ultimi momenti della sua vita, senza ovviamente poter alterare una storia già scritta.
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