La Corea di The Hellbound è nel panico, non solo a causa dei mostri giunti per reclamare le anime dei peccatori, ma per gli esseri umani e ciò che sono capaci di fare.
Il successo di The Hellbound è indubbiamente legato a quello della serie TV prodotta da Netflix andata in onda lo scorso novembre. Horror e gore impregnano quasi ogni singola pagina del Webtoon creato da Yeon Sanh-Ho e Choi Gyu-Seok, in un riflesso inquietante di ciò che l’umanità potrebbe diventare se confrontata con la paura dell’inspiegabile. In Italia, l’opera arriva grazie a Panini Comics in due volumi già disponibili.
Il plot di The Hellbound
Un volto angelico appare per annunciare la morte ai peccatori del mondo e ora è arrivato anche in Corea. In un piccolo cafè nella caotica città di Seul, gli schiamazzi delle strade si mescolano alle voci dei clienti.
Tra queste spiccano quelle di un gruppo di ragazzi intenti a guardare un video sul proprio cellulare. Ridono degli ultimi aggiornamenti sulle strane apparizioni che da tempo hanno fatto la loro comparsa su Internet. Montaggi, finzione, semplicemente impossibile, così definiscono le immagini dei mostri che si avventano sui corpi di poveri malcapitati, o meglio peccatori, come vengono definiti.
Ad interrompere i loro commenti, l’apparizione di quegli stessi mostri che in un istante appaiono lì, alle loro spalle per reclamare la vita dell’uomo seduto a qualche passo dal loro tavolo. Da allora, la città è in preda al panico e al caos, la polizia può solo cercare di ristabilire l’ordine e calmare la paura, affidando il caso al detective Jin Keyong-hun.
Presto le sue indagini lo conducono a Jinsu Jeong, il leader di una setta i cui insegnamenti sono ben più spaventosi dei mostri che mietono vittime in giro per la metropoli.
Impressioni su The Hellbound
A rigor di logica, in The Hellbound a spaventare dovrebbero essere le strane creature uscite direttamente dagli inferi ed il volto che ne annuncia l’arrivo. Invece, l’elemento horror della storia è dato da ciò che le persone sembrano disposte a credere.
Una follia di massa dilaga e pervade ogni angolo di Seul, di fronte a qualcosa di così terribile e apparentemente inspiegabile agli abitanti non rimane altro che affidarsi a qualcosa di superiore. La risposta si cerca in Dio, nella sua volontà e, in questo caso, nell’unico uomo che aveva preannunciato gli eventi che stanno avendo luogo, Jinsu Jeong.
La New Truth Society si fa portatrice di verità e di soluzioni: unirsi alla loro causa e redimersi. Il peccato è al centro di tutta la trama, nella sua concezione più astratta possibile. Infatti, non è dato sapere esattamente cosa sia considerabile degno di punizione o, almeno, di una che sia tanto violenta. In The Hellbound i quesiti che i lettori si ritrovano a porsi sono molto simili a quelli di Death Note, primo tra tutti quello che riguarda la giustizia.
Atti brutali sono giustificabili in nome di un bene superiore, di una società priva di ogni macchia? L’ipocrisia dell’umanità dipinta nel Webtoon parte da questa domanda. Infatti, a fare da giudice non c’è solo Dio, ma anche la fazione più estremista della setta, gli Arrowhead. Le vittime da loro condannate sono imputabili solo di aver pensato con la propria testa, essersi rifiutati di credere alle parole di colui che, alla fine dei conti, è solo un altro essere umano esattamente come loro.
Un’ideologia simile può sembrare lontana del tempo, come se non potesse mai arrivare a toccare il mondo moderno nel quale viviamo. Figlia di un altro tempo, l’esaltazione rappresentata nel manhwa richiama quel senso di timore divino tanto comune nel passato, quando non si aveva una spiegazione migliore da dare, come nel caso dei processi alle streghe.
Eppure, in quella che è a tutti gli effetti una distopia, si possono vedere i risultati che una situazione tanto simile porterebbe al giorno d’oggi. Ad aumentarne gli effetti, non tanto la totale fiducia che si ripone nella religione, quanto la tecnologia che tramite i social, e il web in generale, porta il nuovo “verbo” a diffondersi a macchia d’olio.
La giustizia in The Hellbound, così come lo era stato in Death Note, non è che una scusante, uno strumento in mano a dei folli che hanno trovato il modo per dare sfogo alla parte più violenta e cattiva del proprio essere. Proclamandosi più giusti e più consapevoli delle volontà di un’entità che ha deciso di punire l’umanità per essere diventata quello che è, gli Arrowhead sfoggiano le loro imprese intrise di sangue su Internet. Invece di essere condannati, sono esaltati dalla folla, quasi proclamati eroi perché aiutano a ripulire il mondo dai miscredenti.
Le parole di Jung Junsu si mescolano a quelle di Dio, il quale punta il dito ad un mondo ormai corrotto e indegno. L’universo distopico raffigurato nell’opera, altro non è che un riflesso di ciò che l’umanità è pronta a diventare e fare ancora una volta.