In uscita il 6 agosto Groucho quarto, il Dylan Dog Color Fest numero 42: propone, in versione colorata da Sergio Algozzino, storie pubblicate in bianco e nero come Dylan Dog presenta Groucho e raccolte nel Grouchomicon – Il libro maledetto delle risate.
Come si può notare dalla copertina, spicca la presenza di Zerocalcare, autore della prima storia, Lo sbucciacipolle. Il secondo racconto è Papà sto male, di Maicol&Mirco, chiude il volume La caduta di Gro-Uk-Ok, di Marco Bucci e Jacopo Camagni.
Il prossimo numero, in uscita il 5 novembre, proporrà un’unica storia, inedita: Utopia modulare. Testi del curatore Roberto Recchioni e di Dario Sicchio (Pietro Battaglia, Caput Mundi, David Murphy e il Color Fest 37). Disegni di Giorgio Pontrelli (Detective Dante, John Doe, Batman, Le storie, I racconti di domani, all’opera su Dylan Dog anche sul penultimo Color Fest).
Lo sbucciacipolle
Due ragazzini romani (di Rebibbia, of course), Rocco e Melory, raggiungono Londra per chiedere aiuto a Dylan Dog, ma si trovano davanti un impassibile Groucho che spiega che il capo non c’è (è andato via…), e ironizza sulle acconciature dei due. Dopo aver incassato con flemma un pugno da Rocco, che si sentiva deriso e voleva chiarire di essere un duro, Groucho fa entrare i due ragazzi.
Rocco spiega il problema di Cesare, un loro amico eccessivamente aggressivo, diventato improvvisamente pieno di complessi. Groucho viene accompagnato nell’albergo dei ragazzi, dove può vedere con i suoi occhi la situazione.
Manca l’elemento “incubo”? Rocco mostra la pelle squarciata trovata vicino all’amico, misteriosamente “spellato”. Spiega inoltre che con loro è venuto anche Mirko, ragazzo molto disponibile che ha provato ad aiutare Cesare ma sembra aver subito una sorte simile: ora continua a dire che compiace gli altri per essere accettato, nonostante i suoi limiti. Anche la sua pelle è stata ritrovata squarciata.
Groucho chiede di essere lasciato solo con le due vittime ragazzi: appena Rocco e Melory escono, all’interno si manifesta una creatura che si vanta di aver liberato i ragazzi, togliendo loro il personaggio, lo strato sotto cui nascondevano la loro personalità. Groucho non sembra particolarmente impressionato.
“Tolgo la buccia. E lascio che emergano le lacrime”
“Sei uno sbucciacipolle insomma”
La creatura prova su Groucho il “trattamento”, ma resta sconvolta quando non riesce a togliergli lo strato superficiale, cosa mai successa in precedenza: una corazza di spessore eccezionale per tenere a bada demoni tremendi? O nessuno strato, semplicemente un reale cinismo, una maschera vuota senza sfumature, un mostro disumano?
Seccato per l’impertinenza della creatura, senza scomporsi, Groucho gli spara, risolvendo il caso e divenendo l’eroe di Rocco e Melory, cui spiega l’importanza di rimanere se stessi. Non si sa se due vittime recupereranno. Intanto Rocco e Melory imitano il look di Groucho, mossa che a Roma non viene apprezzata.
Con l’espediente dei clienti romani, l’umorismo, i personaggi e il linguaggio di Zerocalcare attecchiscono a Londra e nel mondo di Dylan Dog e più specificamente di Groucho, di cui emerge in parte il lato oscuro.
Papà sto male
La storia di Maicol&Mirko rispecchia gli standard dell’autore, dunque risulta molto minimal, sia nel tratto (scarabocchi, come vengono definiti nelle strisce web che hanno dato popolarità all’autore) sia nella trama: 32 pagine, 29 vignette, 3 pagine vuote, 41 battute.
Il piccolo Groucho fa ridere il papà, che si diverte anche con il pianto del figlio, e dice che farà ridere tutti, anche chi vive nell’incubo, come lui. Quando il padre esce per andare a lavorare, il piccolo gli promette che al rientro gli racconterà quella del coniglio con la cravatta. Probabilmente non ne ha l’occasione.
Da grande, Groucho diventa l’assistente dell’indagatore dell’incubo, al quale propone di ascoltare “quella del coniglio con la cravatta”.
L’autore ha uno stile un po’ particolare che può far storcere il naso a chi ama il disegno figurativo e le sceneggiature classiche. Questione di gusti. L’impressione è che gli altri autori abbiano lavorato di più e con risultati più gradevoli per il lettore sulle 32 pagine a disposizione.
La caduta di Gro-Uk-Oh
In uno scenario ispirato alle vicende di Conan il Barbaro, Gro-uk-oh il distruttore affronta senza paura decine di nemici, portandosi dietro l’affascinante sciamana Ria. La donna medita di ucciderlo per vendetta, ma tra i due scatta la passione. La lunga marcia caratterizzata da minacce di ogni genere li porta fuori strada, fino all’arrivo alla leggendaria città di Kaerludia.
Ria segretamente voleva condurre Gro-uk-oh al tempo di Craav il decaduto, divinità dei codardi, per compiere il proprio destino: trovare la potente reliquia che le consentirà di spodestare il padre. A quel punto compare Re Sorak (probabilmente la versione fantasy di Johnny Ghost), che li seguiva per impossessarsi della reliquia. Già ucciso da Gro-uk-oh, Sorak ha appreso i segreti della negromanzia, e toglie la forza all’avversario tagliandogli i capelli.
Invocando Craav, Sorak gli toglie anche la tenacia, i valori da guerriero, il successo con le donne, annunciandogli una vita da servo. A questo punto la storia, fin qui epica in ogni aspetto, cambia registro: Gro-uk-oh scopre la sua vena umoristica, diventa Groucho, parla con la voce narrante e sconfigge l’avversario a suon di freddure.
La lettura è resa piacevole sia dai disegni di Camagni sia dall’abile narrazione di Bucci, in particolare spicca l’inedita trasformazione di Groucho in un terribile guerriero barbaro: come detto buona parte della storia lo mette in un contesto dai toni epici e gli fa assumere atteggiamenti che non gli conosciamo, ma poi l’intervento dell’antagonista “rimette le cose a posto”, travolgendo il tono della storia, togliendo al protagonista muscoli e spavalderia.
Ritroviamo quindi Groucho, l’omino gracile ma dalla battuta sempre pronta. Arma che sarà sufficiente a piegare il re malvagio e conquistare il cuore della bella.
Gli autori di Dylan Dog Color Fest 42: Groucho quarto
Romano ma nato in provincia di Arezzo, Michele Rech raggiunge la notorietà con lo pseudonimo Zerocalcare a inizio anni 10, con brevi storie e fumetti pubblicate sul web, autobiografiche e legate al quartiere di Rebibbia, cui è particolarmente legato.
Autoproduce La profezia dell’armadillo, pubblicato nel 2012 da BAO Publishing, editore che poi porta in libreria Un polpo alla gola, Ogni maledetto lunedì su due (raccolta delle strisce pubblicate sul web, rese organiche e integrate con nuove tavole), Dodici, Dimentica il mio nome.
Seguono L’elenco telefonico degli accolli, Kobane Calling (reportage pubblicato dal settimanale Internazionale, sul viaggio dell’autore in Kurdistan, a fianco dei ribelli YPG e YPJ, in lotta contro lo Stato Islamico), Macerie prime, Macerie prime – Sei mesi dopo, La scuola di pizze in faccia del professor Calcare, Scheletri, A babbo morto. Una storia di Natale. Le vendite straordinarie dei suoi volumi cambiano il rapporto tra fumetti e libri nel mercato italiano.
La visibilità dovuta al successo editoriale e lo spessore dei suoi reportage su temi importanti e poco trattati gli conferiscono anche un ruolo da opinionista, suggellato dalla copertina de l’Espresso che lo definisce “L’ultimo intellettuale” (evento per il quale l’autore, modesto e caratterizzato dall’understatement in particolare per quanto riguarda se stesso, non nasconde un notevole imbarazzo).
Dopo la striscia animata settimanale Rebibbia Quarantine, con cui a Propaganda live, su La 7, raccontava l’esperienza della pandemia, nel novembre scorso viene messa in onda la sua prima serie animata, Strappare lungo i bordi prodotta da Netflix. A ottobre uscirà il nuovo volume, No sleep till Shengal.
Marco Bucci ha scritto storie di Nomen Omen, Becky e Samuel (Panini Comics). Jacopo Camagni ha disegnato per numerose serie Marvel: Skrulls vs. Power Pack, Dr Strange, Dr. Doom and the Sinister Six, Avengers, Spider-Man, Black Widow, The Wasp, Invisible Woman, Deadpool, Hawkeye and Deadpool, Longshot, Captain Marvel ed X-Men.
Camagni ha inoltre collaborato con Marco Bucci su Nomen Omen e Becky.
Sergio Algozzino debutta come autore completo con Foolys (Fandango – Cinque allegri ragazzi morti n. 7 per Panini Comics), quindi ha disegnato Spaidi sulla nuova serie di Splatter (ESH) e ha colorato sei numeri di Daryl Zed. Ha al suo attivo 11 storie di Dylan Dog come colorista e 2 come disegnatore, per gli Oldboy 5 e 12.
Maicol & Mirco (Michael Rocchetti, inizialmente in coppia con Mirko Petrelli) ha iniziato con storie brevi e disegni per numerose fanzine e autoproduzioni, a partire da Petrolio, Grasso, Polistirolo e Gli scarabocchi di Maicol & Mirco (con cui sul web ha raggiunto la popolarità).
Ha fatto parte del collettivo Super Amici (con Tuono Pettinato, Ratigher, Dottor Pira e LRNZ), poi rinominato Fratelli del Cielo, con cui ha fondato la rivista Hobby Comics e il free press Pic Nic.
Con Cocconino press nel 2009 pubblica Hanchi, Pinchi e Panchi (premiato con l’XL Prize), nel 2018 Gli Arcanoidi. Ha spesso partecipato a iniziative di raccolta fondi, in particolare a sostegno del modello Riace, delle persone colpite dal terremoto in Centro Italia e dell’Istituto Spallanzani per la lotta al COVID-19.