Dopo il successo di The quintessential quintuplets, il giovane mangaka Negi Haruba torna a far parlare di sè con Squalificati – Ranger Reject, opera che potremmo definire una commedia Sentai.
Come sicuramente saprai, quello dei Super Sentai è un genere amatissimo in Giappone, quasi sacro, in cui guerrieri in tute multicolori combattono in scontri spettacolari contro improbabili nemici alieni o demoniaci.
Anche in Italia il genere ha avuto successo, specialmente a inizio degli anni ’90 con Mighty Morphin Power Rangers ( e serie seguenti), che era basato sulla serie nipponica Kyōryū sentai Zyuranger.
In Squalificati, Haruba opera una sorta di decostruzione del genere, abbandonando le sue atmosfere cupe e seriose e mettendo i combattimenti in secondo piano rispetto allo svolgimento della trama.
Un’invasione perenne
Con una storia che inizia in medias res, scopriamo che da 13 anni è in atto il tentativo di invasione della Terra da parte delle armate Kaijin; si tratta di una razza di alieni tutti uguali tra di loro che, come da stereotipo di genere, sono in grado di dar vita a creature mostruose in grado di combattere contro i Dragon Keeper, i Sentai di questo particolare manga. Si tratta, come da copione, di una squadra di 5 elementi distinguibili per i loro colori: rosso (il leader), giallo, blu, verde e rosa.
Già dalle prime battute scopriamo però che le cose non sono esattamente come ce le aspetteremmo: i combattimenti tra l’armata Kaijin sono diventati una sorta di passatempo domenicale e si svolgono all’interno di arene ben delimitate.
Questo perchè, anche se l’umanità è ignara, le battaglie a cui assistiamo sono totalmente false. All’inizio dell’invasione, infatti, i Dragon Keeper hanno sgominato facilmente tutti i comandanti Kaijin per cui pur di avere salva la vita, gli alieni sono costretti ad una messinscena senza fine.
La loro vita scorre quindi nella più assoluta ignavia, sulla fortezza fluttuante ancorata alla Terra in cui oziano tutto il giorno pensando a cosa proporre per il successivo scontro, da cui usciranno inevitabilmente sconfitti.
Tuttavia non sembrano darsene peso, consci del fatto che i Dragon Keeper porebbero spazzarli via senza troppa fatica.
L’unico irritato da questa situazione è il soldato D, che non sembra disposto a tollerare la situazione a lungo e al contrario vorrebbe eliminare l’intera squadra dei guerrieri terrestri.
Il suo piano è in apparenza semplice: infiltrarsi tra le fila dei ranger e avvicinare i Dragon Keeper in modo tale da ucciderli uno per uno: purtroppo viene scoperto immediatamente da due ranger effettivi, uno che spera di arrivare ad una convivenza pacifica tra umani e Kaijin e l’altra che invece vuole distruggere il corpo dei ranger.
Questa singolare casualità,anche se D è abbastanza incline a farsi scoprire da chiunque, non arresterà la sua missione che anzi, su suggerimento della bizzara Kumeko, diventerà ancora più specifica con l’obbiettivo di rubare le armi divine dei Dragon Keeper per utilizzarle contro di loro.
Si tratta infatti di armi particolari, dalle forme inconsuete, che vengono utilizzate solo in casi di emergenza reale e sono le uniche in grado di uccidere definitivamente i Kaijin, altrimenti immortali.
Il primo volume di conclude con uno scontro tra D e Red Dragon, con un esito imprevedibile e a sopresa, che ci lascia incuriositi di scoprire il prosieguo di uno shonen molto particolare e divertente in questo suo primo numero.
Segnali di Stile di Squalificati
Nel corso del volume, come già anticipato, Haruba utilizza tutta la sua abilità nella costruzione delle tavole e dei dialoghi per introdurre i personaggi della storia e darci un primo assaggio delle loro personalità.
In poco tempo potremo farci un’idea su chi sono e quali sono le loro intenzioni, anche se qualche colpo di scena potrebbe spiazzarci in corso di lettura.
Lo stile utilizzato è quello tipico delle opere a tema Sentai, quindi molto realistico senza ricorrere a segmenti deformed tipici di alcuni shonen; in generale pur trattandosi di tavole in bianco e nero, l’occhio viene catturato dallo svolgersi dell’azione e dai costumi dei Dragon Keeper, molto interessanti pur senza essere rivoluzionari.